Specchi incantati - volume A

A quei tempi GUIDA ALLA LETTURA Movimento, partito politico, partito unico Siamo nel 1919: l immane carneficina della Prima guerra mondiale si è appena conclusa. L autore immagina i pensieri e le emozioni di Benito Mussolini, in un momento cruciale della sua carriera politica: espulso dal Partito socialista per il suo sostegno al conflitto, sta ora per fondare un piccolo movimento che cambierà il corso degli eventi in Italia. Nella sala riunioni del Circolo dei commercianti e degli industriali (rr. 45-46), tra le dorature (r. 48) degli arredi e la tappezzeria triste (r. 47), dinanzi a una platea eterogenea il futuro Duce pronuncia tra sé e sé un concitato monologo interiore. Dalle sue parole si comprende il piano che ha in mente: con l intuito di chi sa fiutare la direzione del vento, sa che nonostante la vittoria bellica sull Italia è precipitato un diluvio devastante. La metafora della marea di corpi (rr. 6-7), sul punto di travolgere la vecchia Europa con tutti i suoi uomini vecchi (r. 16), è macabra ma efficace: dopo la carneficina della guerra, nulla sarà più come prima. Consapevole delle occasioni offerte dalla nuova situazione, l ambizioso protagonista percepisce l opportunità di entrare nella storia: un epoca è finita e un altra è cominciata (rr. 69-70), egli dice a se stesso, convinto di essere l uomo del dopo (r. 71). In effetti, la fondazione del suo movimento politico è il primo passo di una scalata al potere che nessuno poteva in quel momento prevedere: i Fasci di combattimento saranno trasformati, nel 1921, nel Partito nazionale fascista; l anno dopo, con la marcia su Roma (1922), Mussolini otterrà l incarico di primo ministro e nel 1926 instaurerà la dittatura. Esaltazione e disperazione Ad ascoltare le parole di Mussolini si è radunata una folla di uomini dalle storie diverse che egli afferma di disprezzare. Eppure una profonda affinità lega il protagonista ai suoi sostenitori: come loro, si sente un sopravvissuto, un reduce, uno sbandato (r. 36). Hanno tutti un passato di fallimenti, personali e collettivi, simboleggiati dalla tremenda disfatta di Caporetto (r. 74): con la disperazione (r. 94) di chi non ha più nulla da perdere, procedono insieme all azione, animati da un paradossale entusiasmo (r. 93) che, da una parte, li esalta a dichiarare Il futuro ci appartiene (r. 99) ma, dall altra, li trattiene con i morti (r. 94) il cui spirito aleggia nella sala. Una retorica incandescente Le cronache dei testimoni, i resoconti degli storici ma anche i documenti video di cui disponiamo dimostrano l efficacia teatrale dell oratoria di Mussolini e l abile retorica con la quale incantava le folle nelle spettacolari adunate oceaniche sotto il balcone di piazza Venezia a Roma. Anche qui, benché non sia al balcone, ci è facile raffigurarcelo mentre pronuncia tra sé e sé il suo discorso, gesticolando, occhieggiando, studiando le parole adatte a coinvolgere l uditorio. Scurati, dopo aver studiato in profondità la psicologia di Mussolini, che lo ripugna e lo attrae al tempo stesso, gli attribuisce pensieri e concetti che non possiamo definire reali ma certamente verosimili: la lapidaria sentenza rivolta ai politici del passato, quando pensa Per tutti loro la campana è suonata (rr. 15-16); la similitudine che descrive l esaltazione e la paura dei soldati nelle trincee, simile all estasi degli epilettici (r. 32); l insieme dei presenti, definiti i facinorosi, gli spostati, i delinquenti, i genialoidi (rr. 58-59) e via dicendo. LABORATORIO SUL TESTO 2. L opinione del protagonista sulle guerre future è COMPRENDERE 1. Quante persone sono presenti alla fondazione dei Fasci di combattimento? che a la guerra non si ripeterà mai più. a Circa cento. c Una decina. b ci sarà sarà presto un altra guerra. b Circa mille. d Non lo sappiamo. c l Italia vincerà tutte le guerre future. d l Italia perderà le guerre future. 425

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Narrativa