Specchi incantati - volume A

A quei tempi 45 50 55 60 65 70 75 già in quella abbazia, sempre vi aveva vissuto e ne ricordava almeno ottant anni di vicende. L Abate ci disse queste cose sottovoce all inizio, perché in seguito ci si attenne all uso del nostro ordine e si seguì in silenzio la lettura. Ma, come dissi, alla tavola dell Abate ci si prendevano alcune licenze,19 e ci avvenne di lodare i piatti che ci furono offerti, mentre l Abate celebrava le qualità del suo olio, o del suo vino. Anzi una volta, mescendoci da bere, ci ricordò quei brani della regola in cui il santo fondatore 20 aveva osservato che certo il vino non conviene ai monaci, ma poiché non si possono persuadere i monaci dei tempi nostri a non bere, che almeno non bevano sino alla sazietà, perché il vino spinge all apostasia21 anche i saggi, come ricorda l Ecclesiastico.22 Benedetto diceva ai tempi nostri e si riferiva ai suoi, ormai lontanissimi: figuriamoci ai tempi in cui cenavamo all abbazia, dopo tanto decadimento di costumi (e non parlo dei tempi miei, in cui ora scrivo, se non che qui a Melk23 si indulge maggiormente alla birra!): insomma, si bevette senza esagerare ma non senza gusto. Mangiammo carni allo spiedo, dei maiali appena uccisi, e mi avvidi che per altri cibi non si usava grasso di animali né olio di ravizzone,24 ma del buon olio d oliva, che veniva da terreni che l abbazia possedeva a piedi del monte verso il mare. L Abate ci fece gustare (riservato alla sua mensa) quel pollo che avevo visto preparare in cucina. Notai che, cosa assai rara, egli disponeva anche di una forchetta di metallo, che nella forma mi ricordava le lenti del mio maestro: uomo di nobile estrazione,25 il nostro ospite non voleva lordarsi26 le mani col cibo, e ci offrì anzi il suo strumento almeno per prendere le carni dal piatto grande e porle nelle nostre ciotole. Io rifiutai, ma vidi che Guglielmo accettò di buon grado e si servì con disinvoltura di quell arnese da signori, forse per non provare all Abate che i francescani erano persone di scarsa educazione e di estrazione umilissima. [...] Finita la cena i monaci si disposero ad avviarsi al coro27 per l ufficio28 di compieta. Si calarono di nuovo il cappuccio sul viso e si allinearono davanti alla porta, in stazione.29 Poi si mossero in lunga fila, attraversando il cimitero ed entrando nel coro dal portale settentrionale. Ci avviammo con l Abate. «A quest ora si chiudono le porte dell Edificio? ,30 domandò Guglielmo. «Appena i servi avranno pulito il refettorio e le cucine, il bibliotecario stesso chiuderà tutte le porte, sprangandole dall interno . «Dall interno? E lui da dove esce? . 19. licenze: deroghe, libertà rispetto alle regole. 20. santo fondatore: san Benedetto. 21. apostasia: rifiuto delle proprie convinzioni religiose. 22. Ecclesiastico: libro sapienziale dell Antico Testamento, più comunemente detto Qoelet o Ecclesiaste. 23. Melk: Adso proviene dall abbazia austriaca di Melk. 24. ravizzone: erba con fiori gialli, dai cui semi si ricava un olio utilizzato nell alimentazione. 25. estrazione: condizione sociale. 26. lordarsi: sporcarsi. 27. coro: all interno della chiesa, spazio destinato al clero e ai cantori, situato dietro l altare. 28. ufficio: celebrazione, funzione liturgica. 29. in stazione: fermi. 30. Edificio: l imponente edificio ottagonale che ospita la biblioteca del monastero. 409

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Narrativa