Specchi incantati - volume A

I generi UNIT 6 La narrativa storica 1. Il capitano Bravini controlla lo scorrere dei minuti sull orologio perché a l assalto deve avvenire nell esatto momento stabilito dai comandi. b i soldati che hanno condotto la prima parte dell attacco non sono ancora rientrati. c è ansioso di andare all attacco del nemico. d sta attendendo la reazione del nemico. L iniquità del comando 2. Quando, durante la preparazione dell assalto, il narratore incrocia gli sguardi dei suoi commilitoni, essi esprimono (sono possibili più risposte) a angoscia. d smarrimento. b coraggio. e pazzia. c codardia. 3. Il grido d assalto dei reparti italiani, «Savoia! (rr. 41 e 42), dovrebbe infondere forza e coraggio nei soldati. Come viene gridato invece? Perché? Dimentichiamo le vecchie battaglie ottocentesche, in cui gli eserciti si fronteggiavano in spazi ampi e aperti: Lussu descrive invece una straziante guerra di logoramento, combattuta metro per metro, scavando lunghissime trincee e difendendo la posizione fino allo stremo. Per sostenere lo sforzo e non cedere alla stanchezza e alla disperazione, i soldati si stordiscono con l alcol, grazie alle forniture di cognac di bassa qualità, mentre gli alti ufficiali, privi di preparazione militare, dispongono delle loro vite con bestiale crudeltà, esercitando un autorità inflessibile e feroce. Alle condizioni disumane della trincea si aggiunge così l indegnità morale di uomini come il generale Leone: le sue azioni e le sue parole, trascritte dal narratore, ne forniscono una veritiera e al tempo stesso ripugnante caricatura. Senza avere nessun reale controllo della situazione, egli incita la sua gloriosa divisione a procedere contro il nemico (rr. 109-110) e ad avanzare verso una morte quasi certa. Persino gli austriaci, vedendo i nemici mandati al massacro in modo così insensato, si vergognano di sparare («Basta! bravi soldati. Non fatevi ammazzare così , r. 104). 4. Il narratore e un altro ufficiale, il tenente Avellini, si guardano l un l altro perché a vogliono verificare di essere nella posizione adatta all assalto. b non riescono a credere che il generale ordini ai propri uomini di andare al massacro. c non hanno capito l ordine impartito dal gene- rale. d controllano che l altro non scappi per la paura. 5. Quando il narratore arriva di fronte alle trincee nemiche, si trova davanti lo sguardo di un soldato austriaco e pensa: gli occhi di un bue (r. 136). Perché questa associazione? a Perché lo sguardo del nemico è stupido come quello di un bue. b Perché lo sguardo del nemico è fisso e ine- spressivo come quello di un bue. c Perché gli occhi del nemico sono marroni come quelli di un bue. d Perché lo sguardo del nemico è pacifico e fa- miliare come quello di un bue. Tra resoconto asciutto e introspezione psicologica 396 Sebbene improntato all essenzialità della cronaca, Un anno sull Altipiano è un libro che racconta le esperienze vissute dall autore, che fu tenente della Brigata Sassari. Per questo, il narratore, protagonista in prima persona, si presenta come una trasfigurazione di Lussu, testimone diretto degli eventi narrati. Non mancano, quindi, spazi dedicati all introspezione psicologica del tenente, per esempio la sequenza riflessiva collocata subito dopo l inizio dell assalto (Per un momento, io fui avvolto da un torpore mentale e tutto il corpo divenne lento e pesante. Forse sono ferito, pensavo. [...] Non rabbia, non odio, come in una rissa, ma una calma completa, assoluta, una forma di stanchezza infinita, rr. 56-61).

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa