Specchi incantati - volume A

A quei tempi Giulio Aristide Sartorio, Sbalzo di fanteria dalle trincee di Santa Caterina, 1917. 85 90 95 100 oltre la trincea. Essi si sentivano sicuri. Parecchi erano addirittura dritti sui parapetti. Tutti sparavano su di noi, puntando calmi, come in piazza d armi.24 Io urtai contro il sergente dei guastatori. Egli era rovesciato su un fianco, cinto della corazza,25 l elmetto forato da parte a parte. Era stato colpito alla testa, mentre incitava i suoi compagni, e ripeteva il grido che gli era stato troncato, con una cantilena pietosa: «Avan avan . Attorno, giacevano tre guastatori, con le corazze squarciate. Giungevamo alle trincee. Anche il capitano Bravini cadde colpito, ed io lo vidi, le braccia aperte, sprofondarsi in un cespuglio. Lo credetti morto. Ma, subito dopo, ne sentii il grido di «Savoia! ripetuto, ad intervalli, con voce fioca. Il battaglione doveva attaccare su un fronte di 250-300 metri. Ma l avvallamento del terreno ci aveva involontariamente sospinti, man mano che avanzavamo, verso la stessa striscia di terreno antistante alle trincee nemiche, larga appena una cinquantina di metri. Le mitragliatrici non potevano più colpirci, ma noi offrivamo, ai tiratori in piedi, un bersaglio compatto. I resti del battaglione erano tutti ammassati in quel punto. Contro di noi si sparava a bruciapelo.26 D un tratto, gli austriaci cessarono di sparare. Io vidi quelli che ci stavano di fronte, con gli occhi spalancati e con un espressione di terrore quasi che essi e non noi fossero sotto il fuoco. Uno, che era senza fucile, gridò in italiano: «Basta! Basta! . 24. piazza d armi: una piazza spaziosa destinata alle esercitazioni militari. 25. cinto della corazza: con la corazza indosso. 26. a bruciapelo: a distanza estremamente ravvicinata. 393

Specchi incantati - volume A
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Narrativa