Specchi incantati - volume A

I generi UNIT 5 La narrativa sociale tristo e cattivo del solito, talmente 40 45 rr. 45-51 L asino grigio, presentato in precedenza, è la vittima predestinata del protagonista, che infierisce su di lui. es. 7 50 55 60 65 rr. 69-80 70 La presentazione di Ranocchio, inizialmente focalizzata sull aspetto fisico, definisce poi il rapporto che lo lega al protagonista. es. 7 75 18. sbilenco e macilento: storto e denutrito. 19. si acconciava: si sforzava. 324 Tristo Tristo è una parola PAROLA DI che non mangiava quasi, e il pane che a prima vista potrebbe trarre in inganno. Infatti, lo buttava al cane, quasi non fosse a volte, viene confusa con triste. Sia triste grazia di Dio. Il cane gli voleva bene, sia tristo si originano da tristis, che in latino oscillava tra i significati di malinconico, perché i cani non guardano altro sofferente e cattivo, malvagio, sventurato, meschino . Oggi, in italiano, tristo riguarda che la mano che gli dà il pane, e le chi è misero dal punto di vista spirituale botte, magari. Ma l asino, povera o materiale; è riferito a chi possiede una natura malvagia, maligna o a ciò che viene bestia, sbilenco e macilento,18 sopfatto con cattiveria o meschinità. Tuttavia, portava tutto lo sfogo della cattivenel linguaggio letterario, soprattutto nel passato, tristo era anche usato per descrivere ria di Malpelo; ei lo picchiava senza uno stato d animo malinconico, di cupa pietà, col manico della zappa, e borafflizione, quindi come sinonimo di triste. Chissà se è peggio essere triste o tristo. bottava: «Così creperai più presto! . Dopo la morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo, e lavorava al pari di quei bufali feroci che si tengono coll anello di ferro al naso. Sapendo che era malpelo, ei si acconciava19 ad esserlo il peggio che fosse possibile, e se accadeva una disgrazia, o che un operaio smarriva i ferri, o che un asino si rompeva una gamba, o che crollava un tratto di galleria, si sapeva sempre che era stato lui; e infatti ei si pigliava le busse20 senza protestare, proprio come se le pigliano gli asini che curvano la schiena, ma seguitano a fare a modo loro. Cogli altri ragazzi poi era addirittura crudele, e sembrava che si volesse vendicare sui deboli di tutto il male che s immaginava gli avessero fatto gli altri, a lui e al suo babbo. Certo ei provava uno strano diletto a rammentare ad uno ad uno tutti i maltrattamenti ed i soprusi che avevano fatto subire a suo padre, e del modo in cui l avevano lasciato crepare. E quando era solo borbottava: «Anche con me fanno così! e a mio padre gli dicevano Bestia, perché egli non faceva così! . E una volta che passava il padrone, accompagnandolo con un occhiata torva: « stato lui! per trentacinque tarì! .21 E un altra volta, dietro allo sciancato: «E anche lui! e si metteva a ridere! Io l ho udito, quella sera! . Per un raffinamento di malignità22 sembrava aver preso a proteggere un povero ragazzetto, venuto a lavorare da poco tempo nella cava, il quale per una caduta da un ponte s era lussato il femore, e non poteva far più il manovale. Il poveretto, quando portava il suo corbello di rena in spalla, arrancava in modo che gli avevano messo nome Ranocchio; ma lavorando sotterra, così Ranocchio com era, il suo pane se lo buscava. Malpelo gliene dava anche del suo, per prendersi il gusto di tiranneggiarlo, dicevano. Infatti egli lo tormentava in cento modi. Ora lo batteva senza un motivo e senza misericordia, e se Ranocchio non si difendeva, lo picchiava più forte, con maggiore accanimento, dicendogli: «To , bestia! Bestia sei! Se non ti senti 20. busse: percosse. 21. per trentacinque tarì: per pochi soldi. Il tarì era una moneta siciliana. 22. raffinamento di malignità: forma sottile di cattiveria.

Specchi incantati - volume A
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Narrativa