Specchi incantati - volume A

Ridi ridi Umberto Boccioni, Gli stati d animo (II). Gli addii, 1912. 85 90 95 Lo avevano a viva forza preso, imbracato19 e trascinato all ospizio dei matti. Seguitava ancora, qua, a parlare di quel treno. Ne imitava il fischio. Oh, un fischio assai lamentoso, come lontano, nella notte; accorato.20 E, subito dopo, soggiungeva: «Si parte, si parte... Signori, per dove? per dove? . E guardava tutti con occhi che non erano più i suoi. Quegli occhi, di solito cupi, senza lustro,21 aggrottati,22 ora gli ridevano lucidissimi, come quelli d un bambino o d un uomo felice; e frasi senza costrutto23 gli uscivano dalle labbra. Cose inaudite, espressioni poetiche, immaginose, bislacche,24 che tanto più stupivano, in quanto non si poteva in alcun modo spiegare come, per qual prodigio, fiorissero in bocca a lui, cioè a uno che finora non s era mai occupato d altro che di cifre e registri e cataloghi, rimanendo come cieco e sordo alla vita: macchinetta di computisteria.25 Ora parlava di azzurre fronti di montagne nevose, levate al cielo; parlava di viscidi cetacei che, voluminosi, sul fondo dei mari, con la coda facevan la virgola. Cose, ripeto, inaudite. 19. imbracato: vestito con una camicia di for za, una sorta di indumento usato, soprattutto in passato, per limitare i movimenti degli alie nati mentali in stato di agitazione. 20. accorato: afflitto da un dolore profondo e contenuto. 21. senza lustro: senza luce. 22. aggrottati: cupi. 23. senza costrutto: sconnesse, prive di senso. 24. bislacche: strambe. 25. macchinetta di computisteria: calcola trice. 271

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa