Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 a Certaldo, vicino a Firenze, figlio illegittimo di un ricco mercante. Trascorsa l infanzia a Firenze, nel 1327 si trasferisce a Napoli per seguire il padre. Il soggiorno napoletano, durato una dozzina di anni, risulta decisivo per la formazione di Boccaccio, che partecipa alla vita di corte, tra amori, vacanze in luoghi ameni e conversazioni raffinate. In questi anni inizia a dedicarsi alla scrittura, cimentandosi in opere di vario genere, dal romanzo d avventura (Filocolo, 1336) al poema cavalleresco (Teseida, 1339-1340), erotico-mitologico (Filostrato, datazione incerta) e allegorico (Amorosa visione, 1342-1343). Tuttavia, il capolavoro che lo ha reso immortale è il Decameron (1349-1353), una raccolta di cento novelle, in cui rappresenta con vivacità la società del suo tempo, dando vita a una sterminata galleria di personaggi e avventure. Nel frattempo Boccaccio è tornato a Firenze. Nel 1360 diventa chierico. Continua a dedicarsi agli studi, fino alla morte che lo coglie a Certaldo, nel 1375. GIOVANNI BOCCACCIO T1 Calandrino lapidato TRATTO DA Decameron (ottava giornata, terza novella), 1349-1353 TITOLO ORIGINALE Calandrino e l elitropia, nella riscrittura di Piero Chiara novella Audio 5 es. 5-6 10 256 RACCONTO COMPLETO Il protagonista della novella qui proposta nella versione in lingua italiana moderna a opera dello scrittore lombardo Piero Chiara (1913-1986) è Calandrino, un pittore della Firenze trecentesca, rinomato per la sua inarrivabile stoltezza. Maso, un furbo mattacchione, lo incontra casualmente presso una chiesa, e decide di non farsi scappare l occasione di prendersi gioco di lui. Con un amico complice, nge di parlare delle virtù magiche di alcune pietre, tra cui una preziosissima, l elitropia, capace di rendere invisibile chi la tiene in mano. Attirato da questi discorsi, il pittore interviene nella conversazione informandosi sulle caratteristiche della pietra magica, chiave per un rapido, sicuro e illegale successo nanziario, e poco dopo abbandona la chiesa deciso a impadronirsene. Calandrino coinvolge nel piano due amici che, senza esitare, orchestreranno ai suoi danni un umiliante beffa. LETTURA rr. 1-2 Come in ogni novella di Boccaccio, anche in questa i riferimenti spaziali sono assai importanti: il luogo in cui vive e lavora il protagonista è reale. TESTO ESEMPLARE Lo spazio Nella città di Firenze, ricca d ogni sorte di gente, viveva un modesto pittore chiamato Calandrino, noto per la sua semplicità di mente. Costui era uso frequentare due altri pittori, Bruno e Buffalmacco, entrambi gran mattacchioni, che spesso si divertivano a beffarlo. Un altro mattacchione orentino, chiamato Maso, che non perdeva occasione di burlare gli sciocchi, avendo visto un giorno Calandrino che entrava nella chiesa di San Giovanni, gli andò dietro insieme a un amico col quale stava chiacchierando. I due sedettero in un banco ngendo di non aver visto Calandrino, che se ne stava sotto una parete a studiare alcuni affreschi. Parlando con l amico, Maso cominciò a trattare delle virtù di alcune pietre e
Specchi incantati - volume A
Narrativa