3. IL RISO AMARO DELL’UMORISMO

Ridi ridi Una delle opere letterarie che celebrano maggiormente le potenzialità, creative ma anche trasgressive e canzonatorie, del linguaggio è il Decameron di Giovanni Boccaccio (1313-1375), in cui la parola costituisce un arma potente: può essere un mezzo per uscire indenni da situazioni svantaggiose, uno strumento di mistificazione, una formidabile risorsa per ottenere un tornaconto personale o per ingannare il prossimo sprovveduto e ingenuo, come accade nella novella di Calandrino lapidato ( T1, p. 256). Altri scrittori devono parte della propria forza comica al modo in cui trattano la lingua. Tra questi figura Stefano Benni (n. 1947), che ama inventare nomi bislacchi e assurdi, mescolando registri diversi per narrare vicende divertenti, popolate di figure eccentriche, come accade nel racconto Storia di Pronto Soccorso e Beauty Case ( T4, p. 290). 3. IL RISO AMARO DELL UMORISMO La teoria di Pirandello Mentre la comicità provoca una risata spontanea, l umorismo presenta e analizza la realtà in modo più sofisticato, spesso rivelandone e denunciandone la tragicità: esso illumina e smonta le convenzioni e le credenze che a volte usiamo per indorare la pillola , rendendo la vita meno amara. A questa funzione di smascheramento si rifà la celebre distinzione operata da Luigi Pirandello (1867-1936) nel suo saggio L umorismo del 1908: a differenza del comico che si limita a registrare ciò che è strano e incongruente rispetto ai dettami sociali, l umorismo indaga le dolorose verità che hanno provocato tale anomalia, come possiamo vedere nello stravagante comportamento di Belluca, protagonista della novella Il treno ha fischiato ( T2, p. 268). Per spiegare il concetto, Pirandello fornisce un celebre esempio: si immagini una vecchia signora, con capelli tinti, abiti giovanili e un trucco pesantissimo. Se inizialmente ridiamo del suo aspetto, in un secondo momento siamo indotti a riflettere: ci chiediamo perché la donna si sia acconciata così (forse vuole ravvivare l amore del marito più giovane?) e assaporiamo tutta l amarezza tragicomica della situazione. Ironia e sarcasmo Due strumenti, in particolare, sono utili per mettere a nudo inganni e autoinganni. Attraverso l ironia è possibile andare oltre il significato letterale delle parole, per esprimere qualcosa di diverso o talvolta contrario: per esempio, trovandoci a mangiare cotechino e lenticchie a ferragosto, potremmo commentare: «Leggero questo cotechino, davvero perfetto per la giornata! , con l intenzione di sottolineare esattamente l opposto, essendo il cotechino un piatto cucinato tradizionalmente nel periodo natalizio. L ironia serve a prendere le distanze dall oggetto del discorso, mettendolo sotto un altra luce, spesso in base a un pensiero scettico, critico o anticonformista, in ogni caso teso a rovesciare gli stereotipi. Si parla di sarcasmo, invece, quando l ironia è impiegata in modo affilato, per denunciare con parole acri e pungenti atteggiamenti ritenuti sbagliati, retrogradi o controproducenti. Leggiamo, per esempio, questo aforisma dello scrittore irlandese Oscar Wilde (1854-1900), diretto contro la frequente abitudine di parlare a vanvera: «A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio! . 253

Specchi incantati - volume A
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Narrativa