2. Le insidie del Web

2. Le insidie del Web Nel giro di pochi decenni il Word Wide Web ha rivoluzionato l organizzazione della società, garantendo un più facile e democratico accesso alla conoscenza. Ma la Rete può nascondere molte trappole. l Web è la grande invenzione del nostro tempo. Prendiamo per esempio la letteratura: un tempo per leggere un capolavoro occorreva comprare il libro, o almeno ritrovarsi una buona biblioteca vicino a casa. Ora invece basta un click su un sito affidabile per usufruire gratis di un patrimonio che dà le vertigini. Tutto bene allora? Niente affatto. Se chiunque può trovare (quasi) tutto, significa che esistono migliaia di siti costruiti per trarci in inganno o risvegliare i nostri peggiori istinti, anche senza scendere nei pericolosi abissi del deep Web, la parte sommersa della Rete, invisibile ai normali motori di ricerca. Il sistema dell informazione mostra bene dove stia il problema: un tempo era difficile procurarsi le notizie, ora è difficile capire quali siano le notizie vere e importanti, bombardati come siamo in ogni momento da centinaia di bip che reclamano la nostra attenzione. Anche questo spiega l inarrestabile rigoglio di fake news, le bufale tra le quali è difficile ma necessario districarsi. Per cavalcare il nostro tempo, e non esserne travolti, occorre saper decimare le notizie: sottoporle a un accurato fact checking, un controllo per riconoscere che cosa conta e cosa si può gettare nel cestino. Non possiamo d altra parte sperare che la tempesta si plachi, almeno per il momento: tutti i giorni una legione di persone si inventa storie, o enfatizza cose di nessuna importanza, come spiega un articolo di Maurizio Bifulco e Edoardo Boncinelli ( T1). E tutto questo perché? Per lucro, per calcolo, a volte per mera frustrazione, per sentirsi vivi , almeno in una dimensione virtuale. il caso dei cosiddetti haters, gli odiatori che impazzano nel Web, spargendo rabbia. In troppi usano la Rete per molestare, intimorire, mettere in imbarazzo: magari è capitato anche a te di trovarti in situazioni simili, vittima o carnefice. Ma perché diventiamo crudeli e aggressivi, perché davanti a uno schermo sorge l impulso a trasformarsi in leoni da tastiera, salvo tornare agnellini quando ci stacchiamo dal computer o dallo smartphone? Vale la pena di ragionarci, come ha fatto Giovanni Ziccardi, mettendo a fuoco le responsabilità della politica in queste dinamiche ( T2). Certo l errore più grave, di fronte a un hater ostinato, è quello di scendere al suo livello, abboccando alle provocazioni. Mai dimenticare che esistono altre strade: ignorarlo, usare l ironia, chiedere aiuto ad amici e familiari, nei casi più gravi avvertire la polizia postale. La Rete può rivelarsi un luogo splendido, o una trappola infernale. Dipende anche da noi. E in ogni caso, non ci obbliga il medico a spendere il nostro tempo sui social: c è anche chi se n è andato, come la giornalista Benedetta Perilli, per poi riflettere su cosa si perde e cosa si guadagna con una scelta così radicale ( T3). I 237

Specchi incantati - volume A
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Narrativa