Specchi incantati - volume A

Brividi e misteri SPECCHI di CARTA Sappiamo sempre riconoscere il male? Distinguiamo a prima vista i buoni dai malvagi? Il racconto ci mostra che la realtà può rapidamente cambiare faccia: una cortesia può celare una crudele minaccia; un offerta di amicizia può nascondere pericolosi secondi fini; l attenzione gentile può rivelarsi, in un batter d occhio, una malvagia forma di adescamento. una sconcertante metamorfosi che ci dà i brividi, come la scena di un film horror che rivela, dietro l affabile sorriso del bonario montanaro, il satanico ghigno del predatore pronto all aggressione. Come una favola nera, la narrazione instilla nei nostri animi un turbamento sottile ma persistente, perché fa vedere come malvagità e cattiveria siano in agguato anche là dove meno ce l aspettiamo. GUIDA ALLA LETTURA Una sorpresa inquietante Nella sua brevità, il racconto ci fa provare un improvviso e intenso shock. In poche righe, infatti, l autore tratteggia la figura di un personaggio all apparenza premuroso e cortese. Tale apparenza, però, risulta completamente smentita dalle ultime frasi, che ribaltano le nostre impressioni iniziali: la lapidaria chiusura del testo allude al terribile scopo della falsa generosità verso i viaggiatori sfortunati, attratti nella baita per un feroce intento omicida. Questa sconcertante scoperta getta una luce sinistra sull intero racconto e fa riconsiderare, con occhi nuovi, i particolari della vicenda. Così la preoccupazione per i poveri turisti rivela il disprezzo per la loro sprovvedutezza; la compassione per la loro disavventura si tinge di sarcasmo; la preparazione dello spuntino è l agghiacciante anticipazione di un pasto orribile che, non descritto, viene lasciato all immaginazione. Senza pietà L assassino si rivolge direttamente al lettore, che ne ascolta la paradossale confessione e che resta colpito dalla raggelante assenza di umanità. Il disagio che sentiamo, ascoltando il killer, proviene in gran parte dall assenza di giustificazioni che spieghino i suoi folli gesti. Che cosa gli hanno fatto gli ignari turisti che bussano alla sua porta? Per quale ragione assalire qualcuno che non abbiamo mai visto prima? Un movente razionale non c è e ciò ci turba nel profondo perché obbliga a guardare dentro una mente malata, dentro una follia che non possiamo comprendere. Ma più dell irrazionalità, ciò che maggiormente disorienta è la completa assenza di emozioni: senza rabbia, senza odio, senza furore, l omicida procede secondo un rituale freddamente preparato. Privo di empatia per i suoi simili, il narratore infrange alcuni fondamentali tabù morali: non riconosce solidarietà o compassione per i viaggiatori in difficoltà; approfitta di chi ha paura invece di aiutarlo; viola senza esitazione l intoccabilità dell ospite; tradisce, con l oltraggio del cannibalismo, la fiducia di chi gli si è affidato. Nelle poche righe del racconto si compie in tal modo un breve ma inquietante viaggio nell oscurità di una mente distorta. Un atmosfera sospesa La vicenda si svolge ai giorni nostri. Nonostante questo, però, un atmosfera irreale sembra diffondersi nel testo: un isolata baita (r. 2), il bosco pauroso e popolato di animali minacciosi, la casetta calda e illuminata (r. 10) sono dettagli che conferiscono un vago andamento fiabesco a questo noir. Non siamo, infatti, di fronte a un giallo classico: non c è investigazione, il criminale non viene catturato, forse solo noi e le sue vittime sappiamo che esiste. proprio lui in prima persona che ci parla e che, confessandoci i suoi crimini, ci irretisce nelle spire della sua malvagità, di cui diventiamo testimoni e complici. All ambigua fascinazione subita dal lettore contribuiscono le efficaci scelte linguistiche della voce narrante, caratterizzate in modo vistoso dalla ripetizione. Notiamo, per esempio, la presenza costante dell aggettivo poverini (rr. 6, 7 e 12), che comunica al lettore un indefinibile impressione di commiserazione e di sarcasmo insieme. E, con un drammatico effetto, ci colpisce l insistenza sulla parola chiave carne (rr. 17 e 18) alla fine del racconto. In tal modo, anche attraverso il linguaggio lo scrittore rappresenta, sulla pagina, la ripetitività del serial killer, l ossessiva ritualità dei suoi delitti. 197

Specchi incantati - volume A
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Narrativa