Specchi incantati - volume A

Spettri, draghi e alieni SPECCHI di CARTA Tecnologia. Velocità. Efficienza. Sono tre miti della società moderna che vengono raramente messi in discussione. Ma rappresentano davvero la via per il miglioramento collettivo? Siamo sicuri che, nell'inarrestabile corsa che ci impongono, nulla d'importante vada perduto? E qual è la vera meta del nostro viaggio? L obiettivo 12 dell Agenda 2030 dell ONU individua nel consumo e nella produzione sostenibile, nell accesso ai servizi di base e nel lavoro dignitoso e rispettoso dell ambiente obiettivi a cui tendere. Eppure il nostro approccio all esistenza è spesso condizionato dai ritmi ossessivi e dalla rincorsa frenetica al successo e al profitto. Chiusi in uno scompartimento, concentrati su noi stessi, non riusciamo ad ascoltare i messaggi che provengono dall esterno, dalle persone che, rimaste fuori dal treno del progresso, guardano sfrecciare questo prodigio della tecnica, e provano a metterci in guardia sugli oscuri rischi che ci attendono all arrivo. Perché ci fanno segno? E perché nessuno, qui sul treno, dice niente? Il crescente disagio del personaggio, che va perdendo le proprie sicurezze, si trasmette a noi lettori e diventa, via via che la stazione finale si avvicina, pungente ansia, profonda angoscia, muto terrore. Questo enigmatico racconto ci invita a riflettere sulla necessità di non negare ciò che vediamo dal finestrino delle nostre esistenze, e sull importanza di mantenere, nonostante la tecnologia e la velocità in cui le nostre vite sono immerse, il contatto umano con i nostri compagni di viaggio. GUIDA ALLA LETTURA Tanti indizi, nessuna soluzione Il titolo del racconto allude a un antefatto che precede gli avvenimenti narrati: che cosa è successo davvero? Il narratore presenta, di riga in riga, una serie di indizi perturbanti: un uomo che corre allarmato verso una ragazza sul passaggio a livello (r. 3), gli abitanti di Napoli che preparano le valigie per partire, le strade affollate di persone in cammino verso il sud (r. 80). Eppure nessuna soluzione chiarirà il fitto mistero che si addensa sulle cose. Il narratore non è infatti in grado di fornirci spiegazioni, poiché anch egli non conosce l origine di ciò che descrive. Per questo, il racconto trasmette un senso di enigmaticità del reale e lo sgomento del protagonista diventa, progressivamente, anche il nostro: con lui ci interroghiamo, senza risposte, sul senso del frammento di giornale, strappato dalla passeggera alla furia del vento; con lui scendiamo, senza capire cosa accade, nella stazione deserta dove, finalmente, il treno si è arrestato; come lui sentiamo, senza vederla, la donna che in stazione invoca aiuto. L incomunicabilità e il silenzio E gli altri personaggi? Anche loro non aiutano a sciogliere l enigma: chi racconta, infatti, si limita a osservare, nei compagni di viaggio, sintomi di un sospetto e di un agitazione crescenti, ma muti. Ci accorgiamo della curiosità di un giovane (r. 59) che, fingendo di sgranchirsi le gambe, in realtà controlla che cosa sta accadendo; dagli sguardi simultanei verso il segnale d allarme (r. 76) percepiamo l intenzione comune di fermare il treno; avvertiamo l ansia della donna che gioca nervosamente (r. 86) con le mani. Tutti, insomma, sembrano consapevoli di una catastrofe imminente, ma nessuno trova la forza di parlarne: all inizio, infatti, la cosa non sembra affatto importante ma, successivamente, il problema è diventato così spaventoso che nessuno ha il coraggio di nominarlo. L assenza di parole sconcerta il protagonista: forse ciò che vede è frutto della sua fantasia? Forse la fuga collettiva è solo un allucinazione (r. 72)? Come mai nessuno parla di ciò che, ai suoi occhi, è invece sempre più evidente? L incomprensibilità del reale porta all incomunicabilità tra gli individui: come accade spesso anche a noi, in balia di un ansia o di una paura incontrollabile, i viaggiatori alimentano la loro angoscia nel silenzio, combattuti tra il bisogno e la paura di parlare. Il senso del reale Un atmosfera realistica e onirica a un tempo trasfigura i dettagli della rappresentazione. Da una parte, infatti, si possono riconoscere le condizioni, economiche e sociali, degli anni Cinquanta: i carriaggi (r. 61) e il bestiame (r. 36) dell Italia contadina e il treno iperveloce dell I- 121

Specchi incantati - volume A
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Narrativa