T2 DINO BUZZATI, Qualcosa era successo (da Il crollo della

Dino Buzzati nasce a Belluno nel 1906 da famiglia borghese ma cresce a Milano. Dopo il liceo classico e la laurea in Giurisprudenza entra nel 1928 al Corriere della Sera come redattore e cronista. Appassionato di montagna, nei suoi primi libri si avverte la suggestione delle atmosfere alpine: i romanzi brevi Barnabo delle montagne (1933) e Il segreto del bosco vecchio (1935) si svolgono in un clima di attesa inquieta, caratterizzato dalla trasfigurazione fantastica della realtà. Sono i tratti principali della narrativa dell autore, soprattutto del noto romanzo Il deserto dei tartari (1940), ambientato in una misteriosa fortezza dove il protagonista trascorre la vita aspettando un nemico che non vedrà mai. Molti sono i suoi volumi di racconti: con Sessanta racconti vince il premio Strega nel 1958. Buzzati muore nel 1972. DINO BUZZATI T2 Qualcosa era successo TRATTO DA Il crollo della Baliverna, 1954 racconto fantastico Audio TESTO ESEMPLARE Il narratore RACCONTO COMPLETO Il passeggero di un treno guarda dal finestrino. Vede una donna spaventata nei pressi di un passaggio a livello, poi un contadino che urla, e gente che corre. Ma il treno velocissimo fila via, e il passeggero non riesce a capire la causa dell animazione. Se all esterno la gente sembra affannata, nel vagone è tutto tranquillo. Oppure è soltanto un impressione, e anche i compagni di viaggio iniziano a covare la stessa inquietudine? Ma che cosa sta succedendo, là fuori? LETTURA rr. 1-6 Sin dalle prime battute si comprende il tipo di narratore. es. 5 5 10 15 1. di sagoma: fisicamente. Il treno aveva percorso solo pochi chilometri (e la strada era lunga, ci saremmo fermati soltanto alla lontanissima stazione d arrivo, così correndo per dieci ore filate) quando a un passaggio a livello vidi dal finestrino una giovane donna. Fu un caso, potevo guardare tante altre cose invece lo sguardo cadde su di lei che non era bella né di sagoma1 piacente, non aveva proprio niente di straordinario, chissà perché mi capitava di guardarla. Si era evidentemente appoggiata alla sbarra per godersi la vista del nostro treno, superdirettissimo,2 espresso del nord, simbolo, per quelle popolazioni incolte, di miliardi,3 vita facile, avventurieri, splendide valige di cuoio, celebrità, dive cinematografiche, una volta al giorno questo meraviglioso spettacolo, e assolutamente gratuito per giunta. Ma come il treno le passò davanti lei non guardò dalla nostra parte (eppure era là ad aspettare forse da un ora) bensì teneva la testa voltata indietro badando a un uomo che arrivava di corsa dal fondo della via e urlava qualcosa che noi naturalmente non potemmo udire: come se accorresse a precipizio per avvertire la donna di un pericolo. Ma fu un attimo: la scena volò via, ed ecco io 2. superdirettissimo: un treno veloce, con poche fermate. 3. miliardi: si intende miliardi di lire. 117

Specchi incantati - volume A
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Narrativa