6. LA LINGUA VARIA IN BASE AL MEZZO

6 | LA LINGUA VARIA IN BASE AL MEZZO

Scopri la grammatica!

Leggi il seguente brano e rispondi alle domande.

(Michela è in spiaggia con gli amici)
Amica di Michela: Che hai?
Michela: No, niente. Senti, io vado un po’ al bar.
Amica di Michela: Va bene.
(Michela va al bar. Saimir la guarda da lontano e poi la raggiunge)
Saimir: Quelli lì in spiaggia... sono i tuoi amici?
Michela: Sì, sono i miei compagni di classe. Perché?
Saimir: Non stai bene con quelli?
(Michela non risponde)
Saimir: Ti dispiace?
Michela: Ma di cosa?
Saimir: Così, se ti parlo.
Michela: No.
Saimir: Come ti chiami?
Michela: Michela. E tu?
Saimir: Saimir.
Michela: Ma non sei italiano?
Saimir: Di Albania. Perché? C’è qualcosa di strano?
Michela: No.
(L’amica di Michela arriva al bar)
Amica di Michela: Michela? Noi stiamo andando.
Michela: Sì, adesso arrivo. Senti, io devo andare adesso.
(Michela si alza e si saluta con Saimir con una stretta di mano, poi va via dal
bar. Dopo poco Saimir va verso di lei)
Saimir: (correndo) Aspetta!
(Michela si gira e si ferma)
Saimir: Possibile un’altra volta?
Amica di Michela: Ma se neanche ci conosciamo!
Saimir: Dai! Perché no?
Amica di Michela: Magari ci rincontriamo qui.
Saimir: Poi non succede. Dai.

(Dialogo trascritto e adattato dal film Saimir di F. Munzi, 2004)

  • Il dialogo che hai appena letto è praticamente identico a una conversazione spontanea, anche se è tratto da un film. Quali sono, secondo te, gli elementi che ti permettono di capire che si tratta di un brano orale e non scritto?
  • Quali elementi linguistici, che qui compaiono, non potresti trovare quasi mai in un tipico testo scritto, come per esempio un testo scientifico?

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Il variare della lingua in base al canale, o elemento di contatto tra emittente e ricevente, o mezzo [ p. 36], è detto variazione diamesica (o diamesìa). Le due principali varietà diamesiche sono l’italiano scritto e quello parlato.

       Lingua parlata e lingua scritta

Le lingue che posseggono un sistema di scrittura presentano differenze più o meno forti tra gli usi scritti e quelli parlati.


Nel brano riportato, alcune caratteristiche sono tipiche delle conversazioni parlate:

  • i saluti (ciao) e le presentazioni;
  • certi segnali discorsivi come dai;
  • le forme di affermazione e negazione e no (quest’ultimo usato anche come segnale discorsivo);
  • i verbi usati per richiamare l’attenzione o per introdurre un discorso (e quindi con valore di segnali discorsivi: senti);
  • alcuni pronomi che di per sé non hanno un significato proprio, ma sono usati per riferirsi a elementi della realtà: io si riferisce alla persona che in quel momento dice io, così come tu. Quelli, e rimandano a elementi o luoghi distanti da chi parla e da chi ascolta; qui invece si riferisce a un luogo vicino a chi parla.

    Questi pronomi, che rimandano a persone o cose di volta in volta differenti come se fossero indicate con un dito, sono detti deittici. La deissi è la capacità della lingua di funzionare come un dito che indica.

Oltre a quello deittico, i dimostrativi come questo e quello possono avere anche un valore anaforico, ossia di ripresa. Il valore anaforico indica la capacità di certe parole, come per esempio i pronomi, di riferirsi a cose già dette o di anticipare cose che ancora non sono state dette.


Ecco alcuni esempi:
 Il bambino allungò la mano e disse: «Voglio quello» indicando un giocattolo (valore deittico).
 Ci siamo incontrati 10 anni fa e quell’incontro mi ha cambiato la vita (valore anaforico).


I deittici e gli anaforici si incontrano sia nei testi scritti sia in quelli parlati: i deittici però sono più tipici del parlato, perché è nel parlato, quando cioè emittente e ricevente sono presenti contemporaneamente nello stesso luogo e nello stesso tempo, che si può fare riferimento a cose e persone senza nominarle esplicitamente.

Parole al microscopio
Digitale

La parola digitale ‘elaborato al computer’ ha la stessa radice di deitticodeissidito (in latino digitum), direindicareindiceindicativo ecc., cioè quella del verbo greco deiknumi 'mostrare, indicare con un dito'. Che cosa c’è in comune tra l’uso delle dita e i computer? I numeri: il computer, infatti, trasforma tutte le informazioni in una sequenza di due numeri (il cosiddetto sistema binario), 1 e 0.


In inglese, digit vuol dire ‘numero da 1 a 9’, ovvero che si può contare con le dita. L’aggettivo italiano digitale si è sviluppato da questo significato della parola digit: si tratta, quindi, di un prestito dall’inglese.


In questo senso digitale si oppone ad analogico, che invece indica tutto ciò che viene fatto senza scomporre le informazioni in numeri. Per esempio, la scrittura a mano è analogica, mentre quella al computer è digitale; gli orologi con il meccanismo a ingranaggi fatto di rotelle e lancette sono analogici, contrapposti a quelli digitali, che invece calcolano il tempo in modo elettronico.

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       Tratti linguistici del parlato e dello scritto

Esistono diversi tipi di parlato e di scritto. È possibile tuttavia individuare alcune differenze linguistiche evidenti:


PARLATO

SCRITTO

È quasi sempre dialogico, cioè a più voci.

Le battute di dialogo sono perlopiù brevi e talvolta anche sovrapposte le une alle altre.

È spesso sotto forma di discorso indiretto.

Quando compare il discorso diretto è frutto dell’invenzione dell’autore.

Gli interlocutori sono perlopiù compresenti nel tempo e nello spazio: per questo contiene molti deittici.

Gli interlocutori (autore e lettori) sono perlopiù distanti nel tempo e nello spazio: per questo contiene pochi deittici.

Ha molti elementi di irregolarità, di perdita della coesione, perché si costruisce a mano a mano che si parla. Contiene ripetizioni, interruzioni ecc.

È perlopiù programmato, coeso e rispettoso delle regole grammaticali; contiene poche ripetizioni ed è ordinato e ben organizzato.

È più spesso informale: usa parole più facili e può contenere saluti, forme regionali, parolacce ecc.

È più spesso formale: usa parole più difficili, spesso colte e tecniche; non contiene saluti (tranne che nelle lettere) né forme regionali.

È caratterizzato dal tono della voce, dalle pause e dal linguaggio del corpo: mimica facciale, sguardi, gesti ecc.

È caratterizzato da segni di punteggiatura. Può contenere forme grafiche come gli emoji.


Nel testo scritto, inoltre, possono essere presenti alcuni elementi che aiutano il lettore a orientarsi nel flusso delle informazioni:

  • il titolo;
  • alcuni segnali discorsivi che scandiscono il testo in sezioni (dapprima, come già detto, come vedremo, da un lato, dall’altro ecc.);
  • immagini, schemi, tabelle ecc. che spesso arricchiscono la pagina e facilitano il lettore;
  • suddivisione del testo in sezioni corrispondenti a un cambio di argomento:
    capitoli: ciascun blocco di testo contrassegnato da un numero e da un titolo e separato dai capitoli precedenti. Ogni nuovo capitolo affronta un argomento radicalmente diverso dal precedente;

    paragrafi: il capitolo può essere suddiviso in paragrafi ed eventualmente in sottoparagrafi, ciascuno contrassegnato da un numero e talora anche da un titolo. Spesso un piccolo spazio bianco separa i singoli paragrafi e sottoparagrafi. Il cambio di argomento nel paragrafo non è radicale;

    capoversi: ogni blocco di testo limitato soltanto da un punto e a capo, senza numero né titolo. Tra un capoverso e l’altro il cambio di argomento è molto tenue;

  • strumenti grafici come gli elenchi puntati, il carattere neretto ecc., per mettere meglio in evidenza alcune parti del testo.

I testi scritti letterari, inoltre, si caratterizzano anche per altri tipi di suddivisione. Se un testo è scritto in poesia, avrà la caratteristica di essere suddiviso in versi e in strofe; se si tratta di un testo teatrale, sarà invece suddiviso in atti e in scene.

 >> pagina 94 

Fissa i concetti

Il variare di una lingua in base al canale comunicativo si chiama variazione diamesica. Le principali varietà diamesiche dell’italiano sono il parlato e lo scritto. Il parlato è dialogico, irregolare, perlopiù informale e si caratterizza per la presenza di numerosi deittici.
Lo scritto è più regolare, coeso e generalmente formale.

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In pratica

                      1  Associa le frasi al mezzo comunicativo utilizzato.


1. Pronto, mi senti?
2. Mittente: Giorgio Spanò, Piazza Dante 10,
93100 Caltanissetta (CL)
3. OGGETTO: Prenotazione B&B – Verdi Manuela
4. Ti vedo un po’ sgranato… hai la connessione dati
o il Wi-Fi?
5. Leggerezza e gusto… da portare sempre con te!
6. ROMA. È avvenuta nella tarda serata di giovedì 12
luglio la rissa che ha coinvolto sei turisti in vacanza a
Roma.
7. I giornalisti che ospitiamo in questa edizione serale
commenteranno le principali notizie della giornata.
a. Cartellone
pubblicitario
b. E-mail
c. Telefono di casa
d. Giornale
e. Smartphone in
videochiamata
f. Televisione.
g. Lettera
tradizionale


                      2  Sottolinea i deittici presenti nelle frasi.

1.  – E tu che ci fai qui? – Sono venuto a prenderti. 2. I cereali sono nel reparto sette, laggiù in fondo. 3. Domani verranno anche tua cugina e il tuo amico Mattia o soltanto tu? 4. Questo astuccio ti piace? Vuoi che te lo compri? 5. Vai dietro, in fondo alla fila, e attendi il tuo turno. 6. Fra 3 settimane partiremo per le vacanze! Non vedo l’ora! 7. Voi venite a cena con noi o tornate a casa? 8. Qua c’è troppa gente: spostiamoci, altrimenti non riesco a sentirvi. 9. Ehi, dico a voi! Raccogliete immediatamente le cartacce che avete lasciato qui! 10.  – Come stai? – Bene, e tu?


                      3  In gruppo, scegliete uno dei temi suggeriti e una delle situazioni comunicative. Dovrete scrivere un testo di circa 100 parole oppure preparare una conversazione di circa 1 minuto. Lavorate per 15 minuti e presentate il risultato al resto della classe.


Tema

Situazione

Un nuovo cellulare

Recensione scritta del prodotto

Conversazione tra amici per valutare se sia un buon acquisto

Un film con supereroi

Recensione scritta

Conversazione tra amici che l’hanno visto e lo giudicano positivamente / negativamente

Il museo Rocca delle Fiabe di Sant’Agata Feltria

Presentazione scritta del museo

Conversazione tra amici che dovranno andare a visitarlo e si aspettano che sia interessante / noioso

La Grammatica Treccani - volume B
La Grammatica Treccani - volume B
Lessico, semantica, testualità, comunicazione