2. VOCALI E CONSONANTI

2 | VOCALI E CONSONANTI

Scopri la grammatica!

Leggi il testo seguente e poi rispondi alla domanda.

Ke fai? Tanti compiti x domani?
Io nn ho x nieeeente voglia di stare a casa.
80 voglia di vederti, T va di uscire? TVB

  • Secondo te, di quale tipo di testo si tratta? Hai mai scritto in questo modo?

L’esempio appena citato è tratto da uno scambio di messaggi telefonici. Quando scriviamo al telefono o nelle chat tra amici, è frequente fare un uso delle vocali e delle consonanti diverso da quello previsto dalle regole grammaticali e ortografiche dell’italiano. Non c’è niente di male, se questi usi sono consapevoli e non vengono estesi ad altri tipi di scrittura più formale, come quella di un compito scolastico, di un articolo o di qualunque altro uso non privato né confidenziale della lingua. Le regole ortografiche e fonologiche della lingua italiana sono naturalmente diverse dalle deformazioni informali, e talora scherzose, dei messaggi come quello appena commentato.


I fonemi dell’italiano si distinguono in due tipi: vocali e consonanti.


Quando pronunci una vocale, l’aria, che passa nella tua gola mettendo in vibrazione le corde vocali per produrre il suono, non incontra alcun ostacolo. Per questo il suono delle vocali è sempre più nitido e udibile di quello delle consonanti. Infatti vocale vuol dire, letteralmente, “suono prodotto dalla voce umana”.


Quando invece pronunci una consonante, l’aria incontra vari ostacoli (lingua, denti, labbra ecc.), prima di uscire, e talvolta mette in vibrazione le corde vocali, altre volte no. Le consonanti che fanno vibrare le corde vocali sono dette sonore e sono: b, d, g, l, m, n, r, s sonora, v, z sonora. Le consonanti che non fanno vibrare le corde vocali sono dette sorde e sono: c, f, p, q, s sorda, t, z sorda. Le consonanti, per via degli ostacoli incontrati dall’aria, hanno un suono meno nitido di quello delle vocali: consonante vuol dire infatti “che suona con” qualche altro suono vicino, cioè quello di una vocale o di un’altra consonante.

       Le vocali

Le cinque vocali scritte (cioè i grafemi vocalici: a, e, i, o, u) dell’italiano servono in realtà a rappresentare sette fonemi: infatti la e o la o, come hai già visto nella tabella alle pagine 771-772, rappresentano sia la e e la o chiuse (come in ésso, véro, vóto, cóme), sia la e e la o aperta (come in bèllo, cèrto, còro, pòrta). Inoltre, la i e la u possono rappresentare anche altri fonemi, come le semiconsonanti /j/ e /w/.


Nelle diverse pronunce regionali dell’italiano, la e e la o si comportano diversamente rispetto alla pronuncia standard dell’italiano: in alcune varietà dell’Italia meridionale, per esempio, le vocali e e o sono sempre aperte, mentre in alcune varietà settentrionali sono quasi sempre chiuse. È importante tuttavia conoscere la pronuncia standard, anche perché alcune parole cambiano significato, a seconda dell’apertura o della chiusura di una vocale. Per esempio:

  • légge “norma” / lègge “dal verbo leggere”;
  • pésca “l’atto del pescare”/ pèsca “frutto”;
  • té “pronome personale” / tè “bevanda”;
  • accétta “oggetto per tagliare la legna” / accètta “dal verbo accettare”;
  • ésca “cibo usato per pescare” /èsca “dal verbo uscire”;
  • bótte “recipiente” / bòtte “percosse”;
  • tórta “dolce” / tòrta “dal verbo torcere”;
  • fósse “dal verbo essere” / fòsse “buche”;
  • lóro “pronome personale” / l’òro “il metallo prezioso”.

Le parole che differiscono soltanto nella pronuncia e nel significato (oppure soltanto nel significato), ma sono identiche nella grafia, si chiamano parole omògrafe o omògrafi (che in greco vuol dire “scritti allo stesso modo”). Gli omografi elencati qui sopra, come vedi, sono parole con grafemi identici, ma diversi fonemi e diversi significati. Qui per comodità abbiamo sempre messo l’accento sulla vocale, per segnalare la diversa pronuncia (aperta o chiusa), ma comunemente si scrivono senza accento (tranne “bevanda”, che si scrive di solito con l’accento proprio per distinguerlo dal pronome te).

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       Dittonghi, trittonghi e iato

Le vocali possono anche combinarsi tra loro formando un dittongo, cioè due vocali che formano un’unica sillaba (buono, lieto), o un trittongo, cioè tre vocali che formano un’unica sillaba (miei, tuoi). Nei dittonghi e nei trittonghi, almeno una vocale deve essere una i o una u senza accento. Ecco i principali tipi:

  • dittonghi: ia (piano), ie (pieno), io (fiore), iu (fiuto), ua (sguardo), ue (guerra), ui (guidare), uo (buono), ai (dai), au (pausa), ei (dei), eu (neutro), oi (voi);
  • trittonghi: iai (premiai), iei (miei), iuo (aiuola), uoi (tuoi), uai (guai).

Ricorda che dittonghi e trittonghi vanno sempre considerati come un’unica sillaba.

 LO SAPEVI? 

La i e la u atone dei dittonghi e dei trittonghi si pronunciano in modo diverso dalla i e la u in altre posizioni. Per questa loro diversità, che le rende un po’ a metà strada tra vocali e consonanti, prendono il nome di semiconsonanti (se sono il primo membro di un dittongo o di un trittongo: piede, tuoi) e semivocali (se ne sono l’elemento conclusivo: dai, miei).


Il dittongo con una semiconsonante si chiama ascendente (piede, uomo, Italia); quello con una semivocale si chiama discendente (dai, pausa, caimano).

Talvolta due vocali vicine non costituiscono dittongo, bensì uno iato, cioè non fanno parte di una stessa sillaba. I principali casi di iato sono:

  • quando sono coinvolte soltanto le vocali a, e, o (ae, ao, ea, eo, oe, oa): aereo, Aosta, reato, leone, eroe, boa;
  • se almeno una delle due vocali è ì o ù accentata più a, e, o (ìa, ìe, ìo, ùa, ùe, ùo, , , , , , ): mìa, mìe, ìo, tùa, tùe, tùo, fna, caffna, mne, pra ecc.;
  • quando le parole iniziano con re-, ri-, bi-, tri- (reazione, riunione, biennale, triennale) e quando la i è preceduta dalla r (arietta);
  • nei plurali che finiscono in -ii o -ee e in genere nelle parole che finiscono con due vocali: pii, orchidee, zoo.

Le cinque regole che possono aiutarti a capire se due o tre vocali vicine formano un dittongo (o un trittongo), oppure uno iato, sono le seguenti:

1. le ì e le ù accentate non possono mai costituire dittongo o trittongo (pìo, sùo sono infatti esempi di iato), a meno che non siano insieme a un’altra i o a un’altra u (p e flùido sono infatti esempi di dittongo);

2. se manca una i o una u non può esservi dittongo né trittongo ma solo iato (aereo);

3. due i insieme formano uno iato (brusii);

4. i e u atone, accompagnate ad altre vocali, formano sempre dittongo o trittongo (daino, guanto), tranne quando vengono dopo re-, ri-, bi-, tri- (reiterare, riuscita, biennale, triennale).

5. la i atona che segue le consonanti palatali non viene pronunciata, quindi non forma dittongo e nella divisione in sillabe non si considera: cie-lo, scien-za.

 >> pagina 776 

       Le consonanti

Mentre le vocali possono costituire una sillaba anche da sole, le consonanti hanno bisogno di almeno una vocale di appoggio per costituire una sillaba, per esempio: cor-to, a- ce-to, o-lio.


A seconda della parte dell’apparato fonatorio maggiormente coinvolta nell’articolazione di una consonante, le consonanti prendono nomi diversi, in fonologia. Ecco i tipi principali di consonanti:

  • gutturali o velari, se la lingua si avvicina alla gola, o meglio al velo palatino, cioè l’ugola: la c di casa, la g di gatto;
  • palatali, se la lingua si schiaccia sul palato, per pronunciarle: la g di gelato, la c di cena, la /ɲ/ di cognome, la /ʃ/ di ascella, la /ʎ/ di aglio;
  • alveolari, se la lingua tocca gli alveoli anteriori, cioè gli archetti formati dalle gengive nel punto in cui vi si inseriscono i denti incisivi: la z di stazione e di zio, la s di casa e di isola, la r, la l;
  • dentali, se la lingua si avvicina ai denti: t, d, n;
  • labiodentali, se i denti si avvicinano alle labbra: f, v;
  • labiali, se le labbra si chiudono per pronunciarle: p, b, m.

A differenza delle vocali, che non possono essere raddoppiate (se non in alcune interiezioni: eeh!, ooh!), le consonanti in italiano possono essere semplici o doppie: belo / bello, papa / pappa, cane / canne ecc. Così come per le vocali, anche una stessa consonante può essere pronunciata in modo diverso (ovvero a uno stesso grafema consonantico possono corrispondere due o più diversi fonemi consonantici). Si tratta della c e della g, che possono essere palatali (cera, gelato) o gutturali (casa, gatto), e della s e della z, che possono essere sonore (rosa, azoto) o sorde (suo, stazione).

 >> pagina 777 

       Digrammi e trigrammi

Esistono dei grafemi complessi, vale a dire dei gruppi di lettere che corrispondono a un unico fonema. Si tratta dei digrammi (cioè due grafemi che rappresentano un unico fonema) e dei trigrammi (cioè tre grafemi che rappresentano un unico fonema). I digrammi sono sette:

  • gl davanti a i: egli, figli; fanno eccezione alcune parole come glicine, negligenza ecc., in cui gl si pronuncia come in glaciale;
  • gn davanti a vocale: gnocchi, compagno;
  • ch davanti a e e i (per indicare il suono gutturale, anziché palatale, della c): che, perché, chicco, chiedere;
  • gh davanti a e e i (per indicare il suono gutturale, anziché palatale, della g): margherita, maghi;
  • sc davanti a e e i: scena, uscire;
  • ci davanti a vocale: camicia, superficie, Lucio, acciuga; in questo caso la i non si pronuncia (a meno che non sia accentata: Lucìa), ma davanti a a, o, u serve a indicare il suono palatale della c (davanti a e il suono della c è comunque palatale: certo);
  • gi davanti a vocale: valigia, effigie, giorno, giurare; anche in questo caso la i non si pronuncia (a meno che non sia accentata: bugìa), ma davanti a a, o, u serve a indicare il suono palatale della g (davanti a e il suono della g è comunque palatale: gelato).

I trigrammi sono due:

  • gli davanti a vocale: sbagliare, aglio; neppure in questo caso la i si pronuncia;
  • sci davanti a vocale: lasciare, asciutto; neppure in questo caso la i si pronuncia (tranne che in sciare).

    lo sapevi

 LO SAPEVI? 
La i che fa parte dei digrammi e dei trigrammi palatali (ci, gi, gli, sci) ed è seguita da altre vocali non deve essere considerata una semivocale e non forma, quindi, un dittongo. Infatti, se trascriviamo foneticamente aglio abbiamo /aʎʎo/, non /aʎʎjo/, e lo stesso vale per ciò /tʃɔ/ (non /tʃjɔ/), giacca /dʒakka/ (non /dʒjakka/), sciame /ʃame/ (non /ʃjame/) ecc. In questo caso, la i serve soltanto a ricordarci che i fonemi consonantici precedenti sono palatali e non gutturali; se non la inserissimo avremmo aglo /aglo/, /kɔ/, gacca /gakka/, scame /skame/ e così via.

Fissa i concetti

L’alfabeto italiano è formato da vocali e consonanti: le prime possono costituire una sillaba da sole, le seconde devono per forza appoggiarsi a una vocale per costituire una sillaba. Le vocali sono cinque grafemi che rappresentano sette fonemi: la e e la o possono essere aperte o chiuse.
Le consonanti possono essere sorde o sonore.

Più vocali insieme possono costituire un dittongo o un trittongo (se fanno parte di un’unica sillaba), oppure uno iato (se appartengono a sillabe diverse). I digrammi e i trigrammi sono gruppi di due o tre grafemi che corrispondono a un unico fonema.

 >> pagina 778 

In pratica

                      1  Sottolinea solo le parole che presentano dittonghi o trittonghi.


Vorrei conoscer l’odore del tuo paese

Camminare di casa nel tuo giardino

Respirare nell’aria sale e maggese

Gli aromi della tua salvia e del rosmarino

Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero

Parlando con me del tempo e dei giorni andati

Vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero

Come se amici fossimo sempre stati

Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci

E i ciuffi di parietaria attaccati ai muri

Le strisce delle lumache nei loro gusci

Capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

(Adattato da F. Guccini, Vorrei, 1996)


                      2  Inserisci correttamente le parole nella tabella.

abbazia seicento riattivare cialtrone pausa meteorite maestà desiderio cibarie incompiuto lacca destreggiamento piazzale noia diniego barcollio sontuoso trachea abbiente zaino vuotare causa paura barrito feudalesimo guerra guida


Parole in cui sono presenti semivocali

Parole in cui sono presenti semiconsonanti

Parole in cui non sono presenti né semivocali né semiconsonanti

 


   


                      3  Trova, in ogni serie di parole, l’unica nella quale un grafema o un gruppo di grafemi presente anche nelle altre parole si pronuncia in modo diverso.

1. glicine – gleba – glucosio – inglese – deglutire – giglio

2. scienza – eccezione – innocente – camicie – cera – cielo

3. gara – guarire – gentile – gonna – sgangherato – grave


                      4  Sottolinea una volta le parole con dittonghi ascendenti, due volte quelle con dittonghi discendenti.


chiave

sanguigno

uguale

alieno

assai

piume

Torquato

fiume

viola

sarei

familiare

bilinguismo

europeo

astronauta

quercia

aracnoide

maiale

siero

fauna

unione

 >> pagina 779 

                      5  Scrivi dei sinonimi delle parole in corsivo che abbiano dittonghi o trittonghi al proprio interno.

1. Non credo di aver mai pensato a ................................... (nulla) di simile. 2. La tua spiegazione è davvero ................................... (comprensibile), non c’è bisogno che tu la ripeta. 3. Oggi ho portato le patatine: ne ................................... (desideri) un po’? 4. Anna ha avuto molti ................................... (problemi) a scuola a causa del suo comportamento. 5. Mi mancano alcuni ................................... (elementi) per la mia torta, come la farina e lo zucchero. 6. Ogni ................................... (persona) aspira alla felicità. 7. Damiano è ................................... (contento) perché andrà al concerto del suo cantante preferito. 8. Marco ama leggere ................................... (disteso) a pancia in giù: è una posizione molto scomoda.


                      6  Spiega perché nelle seguenti parole la i non forma dittongo: coniglio, cialda, aggiungere, giornata.


                      7  Indica se le parole contengono un dittongo (D), un trittongo (T), uno iato (I), un digramma (DG), un trigramma (TG) o nessuno di questi gruppi (X).

1. piatto (....................)

2. caffeina (....................)

3. aiuola (....................)

4. cuori (....................)

5. scelta (....................)

6. sei (....................)

7. sciame (....................)

8. coatto (....................)

9. abbaiai (....................)

10. edicola (....................)

11. guida (....................)

12. ascensore (....................)

13. buoi (....................)

14. periodo (....................)

15. specchiarsi (....................)

16. miei (....................)

17. galateo (....................)

18. scoglio (....................)

19. guai (....................)

20. memoria (....................)


                      8  Leggi il testo e rispondi nel quaderno alle domande.


Billy ha solo tredici anni quando decide di lasciare la famiglia per seguire Joe, un favoleggiatore che ogni sera al saloon intrattiene gli operai della Union Pacific raccontando di un posto fantastico, ottanta miglia a ovest, dove la terra è già pronta per la semina, i fiumi sono d’oro e l’erba è morbida come un tappeto. Parole che fanno sognare e spingono molti a prendere un carro e partire, in cerca di fortuna. Ma quello che spinge Billy è principalmente la grande passione per le locomotive, che prima o poi sogna di guidare. Insieme agli operai che lavorano per costruire la più incredibile ferrovia di tutti i tempi, Billy si lancia in questa grande avventura, in cui farà nuove amicizie, scoprirà l’amore, conoscerà il mitico Buffalo Bill, ma soprattutto si renderà conto che per ogni sogno c’è un prezzo da pagare.

(Adattato da letteraturaecinema.blogspot.com)

1. In passione il dittongo è ascendente o discendente?

2. Favoleggiatore contiene un dittongo?

3. Operai contiene un dittongo?

4. Trova un trigramma nel testo.

5. Nella parola Pacific la prima c corrisponde al fonema /k/, /tʃ/ o /s/?

6. Nella stessa parola, la seconda c corrisponde al fonema /k/, /tʃ/ o /s/?

 >> pagina 780 

                      9  Scrivi una frase con ciascuna delle seguenti parole, facendo attenzione a segnare correttamente l’accento, grave o acuto, in base al significato. Se hai dubbi, consulta il vocabolario.

colto (aggettivo) colto (verbo) mente (sostantivo) mente (verbo) vendette (sostantivo) vendette (verbo)

                      10  Ogni gruppo di parole è accomunato da una caratteristica. Associa ciascun gruppo a una delle caratteristiche elencate di seguito, poi aggiungi a ognuno almeno altre due parole con la stessa caratteristica.

  • 1. poeta, meandri, ................................................................
  • 2. via, merceria, ................................................................
  • 3. zii, sii,  ................................................................
  • 4. reintegrazione, rianimare,  ................................................................
  • 5. foca, poco, ................................................................
  • 6. gola, nano, ................................................................ 
  • 7. poro – porro, caro – carro, ................................................................

a. Parole con iato formato da due i finali.

b. Parole in cui la presenza di una consonante doppia o semplice determina due significati completamente differenti.

c. Parole con iato formato da re-, ri-, bi-, tri- seguiti da una vocale.

d. Parole con consonanti soltanto sorde.

e. Parole con consonanti soltanto sonore.

f. Parole con iato formato dall’incontro di a, e, o.

g. Parole con iato formato da i o u accentate.

 giochi di PAROLE  Completate gli scioglilingua con i digrammi e i trigrammi corretti nel minor tempo possibile.


1.

O.......i ra.......o ha un guada.......o

per la ra.......a che si la.......a

o.......i so.......o della ra.......a

ha un dise.......o di casta.......a

e un le.......ame di monta.......a.


2.

Sul ta.......iere l’a.......io ta.......ia

non ta.......iare la tova.......ia

la tova.......ia non è a.......io

se la ta.......i fai uno sba.......io.

La Grammatica Treccani - volume A
La Grammatica Treccani - volume A
Morfologia, sintassi, lessico, fonologia, ortografia