1 Individua i discorsi diretti presenti nel brano e, dopo averlo ricopiato nel quaderno, inserisci i segni di punteggiatura e le maiuscole necessarie.
Che ineffabile guazzabuglio esclamai buttando la rivista sulla tavola. Non ho mai letto un simile mucchio di sciocchezze, in vita mia. Che cos’è? domandò Sherlock Holmes ma questo articolo! risposi servendomi, per indicarlo, del cucchiaino con cui stavo mangiando un uovo immagino che lei l’abbia letto, dato che lo ha segnato con la matita. Non nego che sia scritto con intelligenza, ma nello stesso tempo è indisponente. Si tratta, è chiaro, delle teorie di qualche sfaccendato che si diletta di tutti questi paradossi standosene in poltrona nel proprio studio. Mi piacerebbe vederlo in una carrozza della ferrovia e pregarlo di indicarmi il mestiere di tutti i suoi compagni di viaggio. Scommetterei che non indovinerebbe perderebbe i suoi quattrini rispose Holmes con calma quanto all’articolo, l’ho scritto io lei? sì. Ho una certa tendenza tanto per l’osservazione quanto per la deduzione. Le teorie che ho espresso in quell’articolo sono estremamente pratiche... tanto che io ci vivo sopra in che modo? domandai, mio malgrado ecco, esercito una professione tutta particolare. Credo di essere l’unico al mondo. Sono investigatore-consulente... ma non so se possa capire quel che significa.
(Adattato da A. C. Doyle, Uno studio in rosso, 1949)
2 Sottolinea i discorsi indiretti liberi nei seguenti testi.
1.
Riandava pensieroso su ogni particolare di quel colloquio a cercare invano una parola della quale avrebbe potuto rammentarsi con compiacenza. Aveva fatto una minaccia che aveva spaventato Maller? Ma lo credevano dunque un ricattatore! Per questo lo avevano temuto! Sotto il peso di quell’accusa non voleva rimanere!
(Adattato da I. Svevo, Una vita, 1892)
2.
Madame Arnoux fu colta dallo spavento. Si buttò sul campanello e si mise a invocare soccorso gridando: «Un medico, un medico!». Dopo dieci minuti arrivò un vecchio signore in cravatta bianca, coi favoriti grigi ben curati. Fece una quantità di domande sulle abitudini, l’età, il temperamento del piccolo malato; poi gli guardò in gola, gli posò l’orecchio sulla schiena e stilò una ricetta. L’aria tranquilla del brav’uomo era insopportabile. Sembrava imbalsamato. La signora sentì l’istinto di percuoterlo. Sarebbe tornato, disse, prima di sera.
(Adattato da G. Flaubert, L’educazione sentimentale, 2016)