Scopri la grammatica!
- Che cosa indicano i pronomi io, tu, lui?
In base alla funzione che svolgono nella frase, possiamo distinguere:
Considera la seguente frase:
▶ Quando la incontrerò le chiederò di uscire con me.
La, le e me sono tre pronomi personali che hanno la funzione di complemento. E il soggetto? Cioè chi dice incontrerò e chiederò? Ovviamente io. Il soggetto può anche non essere espresso, poiché si ricava dalla desinenza del verbo. I pronomi di 1a e 2a persona (io, tu, noi, voi) sono spesso sottintesi, a meno che non vi sia un particolare bisogno di chiarire chi sia il soggetto.
Nelle prime due frasi, te e ti svolgono la funzione sintattica di complemento oggetto, ma soltanto te può costituire da solo una frase, può, cioè, essere pronunciato da solo e funzionare comunque nella comunicazione. Te è una forma forte del pronome personale, mentre ti è una forma debole.
La forma forte dei pronomi personali può costituire da sola un’intera frase; la forma debole non può mai trovarsi da sola.
I pronomi complemento possono avere una forma forte e una forma debole, mentre i pronomi personali soggetto possono avere solo la forma forte.
Persona e numero |
Genere |
Soggetto |
Complemento: forme forti |
Complemento: forme deboli |
1a singolare |
maschile e femminile |
io |
me |
mi |
2a singolare |
maschile e femminile |
tu |
te |
ti |
3a singolare |
maschile |
lui, egli, esso |
lui, esso, sé |
lo, gli, si, ne |
femminile |
lei, ella, essa |
lei, essa, sé |
la, le, si, ne |
|
1a plurale |
maschile e femminile |
noi |
noi |
ci |
2a plurale |
maschile e femminile |
voi |
voi |
vi |
3a plurale |
maschile |
loro, essi |
loro, essi, sé |
li, si, ne |
femminile |
loro, esse |
loro, esse, sé |
le, si, ne |
Le forme forti si chiamano anche forme tòniche, cioè accentate. Le forme deboli si chiamano anche forme àtone, cioè senza accento, pronomi àtoni o particelle pronominali. L’accento non si riferisce alla grafia (tutti questi pronomi si scrivono senza accento, eccetto sé), bensì alla pronuncia: infatti le forme atone non possono stare da sole perché devono appoggiarsi all’accento della parola che le segue o che le precede, a differenza delle forme toniche, che possono stare anche da sole.
Quando i pronomi personali si riferiscono al soggetto del verbo sono detti pronomi personali riflessivi. Un verbo con un pronome riflessivo atono prende il nome di verbo pronominale.
I verbi pronominali [→ p. 39] si costruiscono con un pronome che, a seconda dei casi, può equivalere a un complemento oggetto o a un complemento indiretto, ma che comunque si riferisce sempre al soggetto del verbo: lavarsi, allenarsi, salutarsi ecc.
I pronomi personali riflessivi sono:
Persona |
Singolare |
Plurale |
||
|
forme forti
|
forme deboli
|
forme forti
|
forme deboli |
1a |
|
mi |
ci | |
2a |
|
ti |
vi | |
3a |
sé |
si |
sé, loro |
si |
La 3a persona singolare e plurale ha due forme, una forte (sé) e una debole (si), mentre le altre persone hanno soltanto la forma debole, che coincide con le forme deboli dei pronomi complemento.
Le forme deboli possono esprimere sia il complemento oggetto sia il complemento di termine (ovvero il complemento che risponde alla domanda: a chi? a che cosa?):
▶ Tu ti (= a te stesso) fai troppe domande.
La forma forte sé, singolare e plurale, si usa dopo una preposizione oppure quando il pronome esprime un complemento oggetto a cui si vuole dare particolare importanza. Sé è spesso rafforzato dall’aggettivo dimostrativo stesso o medesimo:
▶ Mario pensa soltanto a sé stesso.
▶ Hanno danneggiato sé stessi.
▶ Incolpano sé medesimi.
Stesso e medesimo possono riferirsi anche alle altre persone riflessive:
▶ Quando sono sopra pensiero parlo con me medesimo.
Quando sé plurale è preceduto da tra, fra, in mezzo a, insieme a, può essere sostituito da loro:
▶ Litigano sempre fra loro.
Me e te non si usano come soggetto. A volte sembrano svolgere la funzione di soggetto, ma invece rappresentano altri complementi:
Inoltre, dato che la forma soggetto di 2a persona è tu e non te, è meglio evitare frasi come Vieni anche te. Un’eccezione è l’espressione io e te, che può essere usata al posto di io e tu / tu e io.
I pronomi di 3a persona hanno molte forme diverse. Quelle più usate come soggetto sono lui, lei e loro. Se ci si riferisce a cose, o talvolta ad animali, si possono usare esso, essa, essi, esse, che però sono formali e dunque abbastanza rari nella lingua di tutti i giorni.
Soltanto nella lingua formale, per esempio in una tesina, come soggetto si usa ancora egli; più rari sono ella o essa, riferiti a un soggetto femminile. Anche al plurale, il soggetto loro è ormai molto più comune di essi e esse.
In alcuni casi, è addirittura sbagliato l’uso di egli, ella, esso, essa ecc. come soggetti, ma sono ammessi soltanto lui, lei, loro:
A volte questi pronomi sembrano svolgere la funzione di soggetto, anche se non è così:
Il pronome di 3a persona singolare femminile, lei, è usato anche, al posto della 2a persona, come pronome di cortesia, cioè per rivolgersi a una persona con la quale non si ha un rapporto confidenziale:
▶ Scusi, signore, lei scende alla prossima fermata?
Al plurale, nella lingua molto formale, in alternativa a voi, si può usare loro:
▶ Scusino, loro saprebbero indicarmi l’ufficio dell’avvocato?
Scrivendo una lettera in uno stile molto formale, lei e i pronomi o aggettivi possessivi riferiti alla persona cui ci si sta rivolgendo si possono scrivere con l’iniziale maiuscola:
▶ Mi rivolgo a Lei per avere il Suo parere su una questione importante.
Le forme forti si usano dopo una preposizione, oppure quando il pronome esprime un complemento oggetto a cui si vuole dare particolare importanza:
▶ Sto pensando a te (e non a ti).
▶ Ha visto me, non lui.
Le forme deboli non possono essere usate dopo una preposizione. Leo mi ha regalato una penna (mi = a me).
I pronomi deboli di 3a persona (non riflessivi) hanno forme diverse, una per il complemento oggetto, l’altra per il complemento di termine:
Le forme ci e vi possono sostituire:
Ci può essere usato anche per esprimere un complemento indiretto di 3a persona singolare o plurale: Ci ho discusso per ore (ci = con lui / lei / loro); oppure può significare “a ciò”, “in ciò” ecc.: ci penso, ci spero. Inoltre ci (o ce) può unirsi a vari verbi, anche con altri pronomi, per formare verbi pronominali [→ p. 39]: esserci, avercela, farcela, come accade per altre particelle pronominali: prendersela.
La forma ne può avere la funzione di:
Il pronome ne va scritto sempre senza accento, per non confonderlo con la congiunzione né.
▶ Di questo ne parliamo domani.
In questa frase il pronome ne sostituisce di questo, che compare subito prima.
Non ci sarebbe quindi bisogno di utilizzare un pronome in questo caso.
Nell’italiano formale questo uso ridondante di ne andrebbe evitato. A volte, tuttavia, ne fa parte integrante del verbo, come per esempio in andarsene, accorgersene, infischiarsene. Con questi verbi, i verbi pronominali, oppure nel caso in cui si voglia rafforzare il complemento indiretto, è possibile usare sia ne sia il complemento:
▶ Me ne sono andato di corsa da quel luogo orribile.
▶ Che ne pensi del nuovo professore di fisica?
A volte le forme deboli si trovano prima del verbo, altre volte dopo. Quando si trovano prima del verbo, i pronomi si chiamano proclitici (mi aiuti), quando stanno dopo il verbo, formando con esso un’unica parola, si chiamano enclitici (aiutami).
Le forme deboli sono sempre proclitiche, tranne che con i verbi di modo indefinito (infinito, gerundio e participio: aiutarmi, aiutandomi, aiutatomi), con l’imperativo affermativo (con il negativo sono possibili entrambe le forme: non mi aiutare! e non aiutarmi!) e con l’avverbio ecco (eccomi).
In presenza di un verbo servile, possono essere sia proclitiche (prima del servile), sia enclitiche (attaccate all’infinito): non mi puoi aiutare, non puoi aiutarmi.
Negli imperativi dei verbi fare, dare, dire, stare e andare il pronome debole enclitico raddoppia la consonante, tranne gli: fammi / fagli, dammi / dagli, dimmi / digli, stammi / stagli, vammi / vagli.
Quando due pronomi complemento deboli sono usati in coppia, il primo cambia forma:
▶ mi → me; ti → te; gli e le → glie; ci → ce; vi → ve; si → se
Mentre in tutte le coppie le due forme pronominali deboli si scrivono staccate (me lo, te la, ce li, ve ne, se li ecc.), in glielo, gliela, gliene ecc. si scrivono attaccate:
▶ Bella la bicicletta di Riccardo: me la presta per un giro.
▶ Livia non sa che sono uscito: tu non glielo dire.
1 Sottolinea nelle seguenti frasi i verbi di modo finito, poi classificali correttamente nella tabella in base alla persona del verbo.
1. – Verrai lunedì alla festa di Angela? – Ci verrei davvero volentieri, ma purtroppo io e Marta partiremo per un viaggio. 2. Non ci avrebbero detto come la pensano, se non avessimo chiesto la massima sincerità. 3. «Quando avrai finito i compiti potrai uscire con gli amici», così mi ha detto la mamma. 4. Crediamo fortemente in questo progetto, per questo motivo vogliamo che lo valutiate attentamente. 5. Dopo aver fatto la spesa, andrò a casa e mi preparerò una tisana ai frutti rossi. 6. Sareste contenti se vi regalassimo un portafoto particolare? 7. Salutate la nonna perché purtroppo si è fatto tardi. 8. Luigi e Sonia hanno avuto una bella bambina: si chiama Annarita.
1a pers. sing. |
2a pers. sing. |
3a pers. sing. |
1a pers. pl. |
2a pers. pl. |
3a pers. pl. |
|
2 Indica per ogni parola in corsivo la funzione svolta:
A. pronome personale non riflessivo
B. pronome che sostituisce un’espressione di luogo
C. pronome riflessivo
3 Completa le frasi inserendo il pronome corretto. Quando è il caso, scegli se usare la forma informale o quella formale del pronome in base al registro della frase.
1. Andrai in montagna a sciare questo fine settimana? Beata ................. ! (2a p. s.) 2. Ho chiamato ................. (3a p. s.) perché penso che sia più qualificato. 3. Perché ................. (3a p. p.) rimproveri? Sono troppo piccoli, non possono capire! 4. Marianna vorrebbe essere alta quanto ................. (1a p. s.), così da non dover indossare i tacchi alla cerimonia. 5. Loro ................. (3a p. p.) sono preparate prestissimo, e hanno fatto talmente tanto chiasso che ................. (1a p. p.) hanno svegliati. 6. Professoressa, ................. (3a p. s.) vorrei chiedere se può ripetere la spiegazione. 7. Io e ................. (2a p. s.), insieme, possiamo affrontare tutte le difficoltà che ci saranno. 8. ................. (2a p. s.) vuoi venire al cinema stasera? 9. ................. (3a p. p.) mi scusino, ma avrei un appuntamento con il direttore. 10. Veronica crede molto in ................. (3a p. s.) stessa.
4 Nei seguenti brani, sottolinea in blu i pronomi personali con funzione di soggetto, in verde quelli con funzione di complemento oggetto, in rosso quelli con funzione di complemento di termine.
1.
«Vedi, tua madre è morta per salvarti... Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle».
(J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, 1998)
2.
«Inizia tutto alle medie, sapete? Non sei più bambino, nessuno ti coccola, l’intelligenza non conta niente, i deboli sono umiliati e le bambine che conosci fin dall’asilo non ti rivolgono neanche più la parola».
(J. Kinney, Diario di una schiappa, 2008)
3.
«Non posso dirti molto, cara zia, ma io devo andare da nonno Misha. Aiutami a partire, l’aereo decolla il 3 giugno alle 18. Dobbiamo fare tutto in segreto altrimenti Andora mi chiuderà in camera impedendomi di partire. Lo sai che non vuole che io veda il nonno o gli parli».
(M. Witcher, La bambina della Sesta Luna, 2002)
4.
«Quando la bellezza brilla da dentro, negarla è impossibile».
(E. Favilli–F. Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, 2016)
5.
«Le erano successe quattro cose buone da quando era venuta a Misselthwaite Manor. Aveva avuto la sensazione di capire un pettirosso e che lui capisse lei; era corsa nel vento fino a farsi scaldare il sangue; aveva provato un sano appetito per la prima volta in vita sua; e aveva scoperto che cosa volesse dire provare compassione per qualcuno».
(F.H. Burnett, Il giardino segreto, 2012)
6.
«Edmund continuava a chiederle con aria di scherno se per caso non avesse trovato qualche nuovo paese magico dentro una credenza o un altro armadio».
(C.S. Lewis, Le cronache di Narnia, 1993)
5 Conosci le espressioni elencate? Spiega a che cosa si riferiscono e che cosa significano, inserendo anche un esempio d’uso per ciascuna.
girarsi i pollici • mordersi la lingua • averne fin sopra i capelli
6 Correggi gli errori nell’uso dei pronomi.
1. Luca e Luigi, dopo aver invitato Veronica e Marco, hanno portato con loro (Luca e Luigi) Marco, anche se sanno quanto sia importuno. ..................
2. Maria Rita e Lorenza stanno sempre tra loro, non sono molto accoglienti. ..................
3. Salvatore ha invitato Nadia a partire con sé quest’estate. ..................
4. Ilenia pensa solo a sé stessa. ..................
5. Virginia e Fabio raccontano tutto ai propri genitori: non hanno segreti con sé. ..................
6. – Hai preso dei vestiti nuovi? – Sì, gli ho comprati ieri in un sito di moda sostenibile. ..................
7. – Avete avvisato Carola del cambio di programma? – No, non gli abbiamo ancora scritto. ..................
8. Di quel problema ne discuteremo domani, oggi sono troppo stanco. ..................
9. Lo abbiamo già parlato: non c’è bisogno di ripetere sempre le stesse lamentele. ..................
10. Matteo e Ines sono miei amici da molti anni: gli voglio davvero bene! ..................
7 Riscrivi nel quaderno ogni frase due volte: la prima con la forma proclitica del pronome, la seconda usando quella enclitica.
1. Aspetta! Devo ancora dare (a te) il resto: sono cinque euro e venti.
2. Voglio stupire (voi): per questo ho allestito questa mostra con la massima cura.
3. Posso chiedere (a Lei) se ha una penna da prestarmi?
4. Non so cucinare (questo piatto / esso), sarebbe meglio se lo facessi tu.
5. Devo ritornare (in questo luogo / qui) quando avrò maggiori disponibilità economiche, così da godermelo appieno.
8 Rispondi nel quaderno alle domande usando i pronomi doppi e scegliendo se rispondere affermativamente o negativamente, come nell’esempio.
– Ci dite dove si trova il Pantheon?
– Sì, ve lo diciamo / No, purtroppo non ve lo sappiamo dire.
1. Ci inserisci nel gruppo che hai creato per la festa a sorpresa di Andrea? 2. Vi ho fatto vedere la nuova cucina? 3. Ti posso rivelare un segreto? 4. Professore, ci spiega il significato della parola “procrastinare”? 5. Anita, puoi insegnare a Corrado come si fanno le divisioni? 6. Papà, mi leggi la storia di Mulan, che è la mia preferita? 7. Vorreste regalare loro un set di piatti colorati? 8. Le fai conoscere questo piccolo cagnolino? 9. Vi posso chiedere un’informazione su questo edificio storico?
9 ANALISI GRAMMATICALE Analizza i pronomi doppi, poi riscrivi le frasi nel quaderno sostituendo i pronomi con sostantivi scelti da te adatti al contesto. Segui l’esempio.
Gliela prestate, per favore? → (gli: pronome personale complemento debole di 3a persona sia singolare sia plurale, sia maschile sia femminile; la: pronome personale complemento debole di 3a persona singolare, femminile)
Prestate la giacca a Luca, per favore?
1. Ce li dovete restituire immediatamente; altrimenti nessuna di noi potrà dipingere.
2. Non ve li possiamo anticipare, purtroppo, ma se siete abbastanza convincenti forse papà e mamma vi aiuteranno.
3. Gliele diamo in sconto solo se ne acquistano almeno dieci.
4. Ve ne servono almeno sette, cioè almeno tanti quanti sono gli invitati.
5. Tu prova soltanto a capire come dirglielo senza che lei si arrabbi.
10 Trasforma le frasi modificando le forme deboli dei pronomi in forti, e viceversa, come nell’esempio. Spiega, scrivendolo nel quaderno, qual è la differenza tra la frase 9 nella forma data e la stessa frase nella forma modificata.
Ho detto a lui di venire. → Gli ho detto di venire.
1. A te piace la macedonia?
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2. Le telefonerò stasera.
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3. Voglio lui perché è il miglior fotografo.
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4. Non ci hai chiamato: ne siamo rattristati.
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5. Mangia esso perché a te fa bene.
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6. Diamole un’altra chance, anche se non ne merita altre.
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7. Di’ a noi, possiamo aiutare te.
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8. Vederti è sempre un piacere.
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9. Scrivi a me, perché Isa ha il telefono rotto.
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11 Scegli uno dei libri dell’esercizio 4 e scrivi un riassunto della trama di circa 100 parole. Se non conosci bene la trama di nessuno dei romanzi citati, scrivi il riassunto della trama di un altro libro che hai letto e ti ricordi bene. Dopo aver finito, torna indietro e sottolinea i pronomi che tu stesso hai usato, distinguendone la funzione con colori diversi.
La Grammatica Treccani - volume A
Morfologia, sintassi, lessico, fonologia, ortografia