APPROFONDIAMO - LUOGHI ED EVENTI - Il genocidio degli armeni

SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI LA GUERRA IDEOLOGICA La guerra aveva assunto questa connotazione totale soprattutto per il carattere ideologico del conflitto. L ideologizzazione della guerra aveva alla sua base la concezione secondo cui il nemico simboleggiava il male assoluto , e quindi la guerra andava intesa come una lotta fra civiltà e barbarie, oppure fra democrazia e autoritarismo. L immagine del nemico ne usciva disumanizzata. Con questa logica ogni forma per aggredire ed eliminare il nemico diventava legittima e accettabile, come dimostravano i trattamenti verso i prigionieri nemici, spesso lasciati morire di fame e di stenti senza rispettare le regole internazionali sui prigionieri di guerra. Una prova di tale disumanizzazione si ebbe con il massacro degli armeni per mano dei turchi: un vero e proprio tentato genocidio (> A ). Tra il 1915 e il 1916 il governo ottomano, complice l ascesa del nazionalismo turco, compì dei massacri sistematici che superarono nei modi e nella quantità quelli già precedentemente realizzati sempre contro la comunità armena durante la rivoluzione dei Giovani turchi (> C1.8). Poster di reclutamento dell esercito statunitense in cui un gorilla armato di una mazza e con indosso l elmo tedesco sbarca in America rapendo una giovane donna che rappresenta la libertà. NUOVE ESPERIENZE, NUOVE MENTALIT La popolazione civile pagò non solo il prezzo di questa gigantesca manipolazione delle idee e delle coscienze, ma anche le conseguenze delle scarse risorse, soprattutto alimentari. Si modificarono gli stili di vita e, sia pure in gradi diversi, tutte le classi sociali furono coinvolte dalle trasformazioni che il contesto bellico impose. Approfondisci APPROFONDIAMO Il genocidio degli armeni LUOGHI ED EVENTI IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI La popolazione armena, nonostante aspirasse da tempo a creare un suo Stato autonomo, durante la Grande guerra aveva dato dimostrazione di lealtà all Impero ottomano, partecipando alla mobilitazione in vista del conflitto. Tuttavia, dopo qualche tempo il governo guidato dai nazionalisti turchi aveva deciso di disarmare gli armeni arruolati, poiché secondo loro avrebbero potuto combattere a fianco del nemico russo, rivoltando le armi contro lo stesso Impero ottomano. In sostanza, gli armeni diventarono il nemico interno e, rappresentati come un pericolo per l identità nazionale turca, furono oggetto dell odio nazionalista che fece leva sulle differenze religiose (gli armeni erano cristiani), culturali e di etnia. Nell arco di alcuni mesi centinaia di migliaia di armeni furono costretti a lasciare le loro case e vennero deportati in 92 massa nelle aree desertiche siriane, mentre i capi religiosi e politici della comunità erano stati uccisi o arrestati. Nel corso delle marce forzate, cui fu dato successivamente il nome di marce della morte , moltissimi morirono per fame e per malattie, altri invece vennero uccisi nelle fucilazioni improvvise, compiute dai gruppi nazionalisti addetti all operazione di deportazione. Al termine del genocidio furono circa 1 milione i morti armeni. Questo carico di violenza fu una conseguenza della guerra e del nazionalismo, che costituì il baluardo ideologico per giustificare una tale strage. Una donna armena accasciata sul cadavere di sua figlia nei pressi di Aleppo (Siria), sotto gli occhi della sua figlia più piccola. Durante le marce della morte , tantissime persone, esauste per la fame, per il caldo e per la fatica, non riuscirono a sopravvivere.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi