Dai fatti alla Storia - volume 3

EDUCAZIONE CIVICA vita politica, al mondo degli affari e della cultura. L ambito privato in cui si pretendeva si esaurisse la vita femminile non richiedeva che le donne, di norma, sperimentassero una crescita culturale attraverso l educazione, come invece avveniva ai maschi, almeno quelli di buona famiglia. Solo con la nascita delle fabbriche, intorno al XVIII secolo, la donna fece il suo ingresso in un ambiente pubblico e iniziò così a percepire un salario che la rese partecipe del reddito e del sostentamento familiare. Il vecchio stereotipo della donna era destinato a entrare progressivamente in crisi in una società borghese che, almeno formalmente, aveva abolito ogni disuguaglianza giuridica £ a ¤ ¬ ¬ d¬ ¬d ¬ e e c ¬ a e e de a forma la rivendicazione da parte delle donne del diritto alla partecipazione politica: nasceva la questione femminile . Prima della fine del XIX secolo, era raro che una donna riuscisse a farsi strada nel mondo della cultura utilizzando gli stessi canali degli uomini. A tal proposito, puoi analizzare i due interessanti e precoci quanto rari esempi di Elena Lucrezia Corner (prima donna ad aver ottenuto una laurea in Filosofia nel 1678 a Padova) e di Louise Farrenc (prima donna ad aver ottenuto nel 1842 la cattedra di pianoforte al Conservatorio di Parigi). Approfondisci gtvp.it/21storia03-26 LA QUESTIONE FEMMINILE : LE PRIME CONQUISTE Alla fine del XIX secolo queste aspirazioni trovarono concretezza nel movimento per la richiesta del suffragio femminile, portato avanti da Emmeline Pankhurst in Gran Bretagna (> C1.5) e diffusosi soprattutto nei paesi anglosassoni. Tuttavia, alla vigilia della Grande guerra, erano ancora pochi i paesi che avevano introdotto una qualche forma di suffragio femminile (Nuova Zelanda, Australia e Finlandia). La Prima guerra mondiale cambiò definitivamente questo stato di cose: la massiccia immissione delle donne nelle fabbriche, dovuta alla necessità di produrre materiale bellico mentre gli uomini erano a combattere al fronte, fece delle donne una vera e propria seconda linea di combattenti, senza i cui sforzi le vite di mariti e figli al fronte sarebbero state spese invano. Il primo conflitto mondiale fu un momento decisivo di presa di coscienza della propria importanza da parte delle donne e il primo passo verso l emancipazione. Non fu un Fotografia di un gruppo di operaie di Baltimora (Usa) durante la Prima guerra mondiale. caso se, all indomani della guerra e nel corso del decennio successivo, in molti paesi europei (Germania, Regno Unito, Austria, Usa) il suffragio venne finalmente esteso anche alle donne. Negli anni fra le due guerre mondiali, a fronte della nascita di forme di emancipazione e anticonformismo femminile donne che vestivano con abiti maschili, portavano capelli corti, tenevano un comportamento libero dalle restrizioni domestiche o sessualmente disinvolto in molti paesi si assistette alla riproposizione del modello tradizionale della donna, legata alla casa e alla maternità. Questo atteggiamento era particolarmente evidente nei regimi totalitari italiano e tedesco, in cui veniva esaltata l immagine di una società maschilista, virile e combattente. Olympe de Gouges (nata Marie Gouze, 1748-93), è stata una precorritrice della rivendicazione dei diritti delle donne: nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791) contestò la società maschilista e la discriminazione di genere. OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE: LE PARI OPPORTUNIT Dopo la Seconda guerra mondiale, il suffragio femminile divenne progressivamente realtà in tutti i paesi occidentali (l ultimo paese europeo ad averlo introdotto è stata la Svizzera, nel 1971). Tuttavia, rimase piuttosto forte, proprio negli anni di ripresa della natalità (il baby boom del secondo dopoguerra), lo stereotipo della donna-casalinga, in particolare negli Usa. 637

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Dal Novecento a oggi