INTERPRETARE LA STORIA - A. Testi, L’11 settembre fra

C21 | INTERPRETARE LA STORIA > TESTO 1 | Arnaldo Testi L 11 SETTEMBRE FRA SEMPLIFICAZIONE E COMPLESSIT In questo brano Arnaldo Testi (n. 1947), docente di Storia degli Stati Uniti d America all Università di Pisa, analizza il modo in cui gli statunitensi hanno tentato di rispondere alla domanda «perché ci odiano? all indomani della tragedia dell 11 settembre. Emerge che una modalità di risposta consiste nel facile atteggiamento di coloro che tentano di ridurre vicende complesse a ragioni semplificatorie e banalizzanti. La risposta più elementare è spesso quella che rassicura di più, ma è quella meno vicina al vero anche perché spesso costruita sull idea di complotti segreti. opo l 11 settembre la controversia sulla memoria storica si riaccese. I sostenitori della guerra globale al terrorismo evocarono la storica missione democratica del paese. [ ] Per indicare il nemico parlarono di fascismo islamico , con qualche fondamento, visto il pedigree politicoculturale di alcuni di quei movimenti e i progetti di società e Stato totalitari a cui aspiravano, ma soprattutto per richiamare gli ideali della Seconda guerra mondiale, la buona guerra per antonomasia. Richiami storici di altro tipo vennero da chi era contrario alla guerra. [...] Il politologo Zbigniew Brzezinski, [ ] scrisse che a causa della politica di Bush: «il simbolo evocativo dell America agli occhi di gran parte del mondo cessò di essere la Statua della Libertà e divenne invece il campo di prigionia di Guant namo . Molti americani ritennero i grandi attacchi terroristici misteriosi, inspiegabili. Cercarono quindi di collocarli nella storia in termini elementari e comprensibili. Alcuni si chiesero: «Perché ci odiano? e, a cominciare dal presidente Bush, si risposero: «Perché odiano le nostre libertà . E anche, aggiunsero, perché invidiano il nostro benessere, vogliono distruggere la nostra way of life1. E perché sono malvagi. I soggetti capaci di tanto odio erano Stati-canaglia. [ ] Altri americani trovarono risposte diverse, altrettanto elementari. Si convinsero, soprattutto alla sinistra e alla destra estrema dello spettro politico, che a inscenare l attacco fosse stato lo stesso governo degli Stati Uniti, al fine di creare panico, consenso patriottico e sostegno popolare alla politica imperiale. In questo caso il malvagio complotto era in patria, nei palazzi del potere a Washington, ma anch esso poteva essere a sua volta D manovrato, si sospettò, da forze ancora più grandi e oscure, dal capitale internazionale, dall ebraismo organizzato , da Israele. Simili convinzioni furono condivise anche da molti non americani, frequentatori di Internet e delle strade del mondo. La fascinazione per le teorie cospirative, anche le più improbabili, non era una novità né negli Stati Uniti né altrove. [ ] Nel corso di profondi cambiamenti storici, scrisse [negli anni Sessanta lo storico] Hofstadter, individui e gruppi sociali che si sentivano impotenti, esclusi, senza voce, tendevano a spiegare gli eventi che li travolgevano come il prodotto delle decisioni di piccoli gruppi segreti, ostili e onnipotenti. Era un modo semplice per trovare un ordine nel caos, e per individuare i responsabili dei propri guai. Era un modo semplice per ignorare le complessità e le incertezze della storia, e dei libri di storia. Il secolo degli Stati Uniti, Il Mulino, Bologna 2008 COMPRENDERE E INTERPRETARE a A quali riferimenti la memoria storica degli americani ha fatto ricorso per combattere il terrorismo? b Che cosa rappresentano la Statua della Libertà e il campo di Guant namo agli occhi del resto del mondo? c Quale processo, semplificativo sul piano logico, è stato elaborato da una parte degli americani e qual è stata la funzione delle teorie cospirative? 1 way of life: lo stile di vita americano. 621

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi