Dai fatti alla Storia - volume 3

La Prima guerra mondiale | CAPITOLO 2 Vignetta a favore della neutralità italiana, in cui l Italia che nuota nel mare della neutralità rifiuta sia le offerte degli Imperi centrali sia quelle delle potenze della Triplice Intesa. QUANDO Aprile 1915 Patto di Londra Gabriele D Annunzio (con i fogli in mano) parla alla folla durante l inaugurazione di un monumento in onore dei Mille a Quarto, vicino a Genova, 5 maggio 1915. I cattolici, a loro volta, volevano che l Italia restasse fuori dalla guerra anche per evitare che, in caso di una scelta contro l Impero austro-ungarico, si assistesse al doloroso scontro fra due paesi di salda fede cattolica. Essi si facevano anche interpreti, nella loro scelta neutralista, di quel mondo contadino a cui erano legati da profondi legami secolari e che da sempre era contrario alla guerra. I liberali di Giolitti, infine, costituivano l altra ala del Partito liberale, quella che era consapevole dell impreparazione militare e delle difficoltà economiche dell Italia. Giolitti riteneva che l Italia potesse ottenere molto attraverso trattative diplomatiche con gli austro-ungarici, negoziando la propria neutralità in cambio dei territori rivendicati. IL PATTO DI LONDRA Nei primi mesi del 1915 sia gli Stati dell Intesa sia gli Imperi centrali fecero pressioni sull Italia per averla al proprio fianco. Attraverso trattative segrete, tenute dal ministro degli Esteri Sonnino, il 26 aprile 1915 l Italia raggiunse un accordo con la Triplice Intesa e firmò il patto di Londra, che prevedeva l entrata in guerra dell Italia entro un mese; in cambio avrebbe acquisito i territori dell Alto Adige, di Trieste e Gorizia, dell Istria (esclusa Fiume), delle isole del Dodecaneso e di parte della Dalmazia. Le trattative erano state portate avanti in segreto, senza dare alcuna informazione al parlamento italiano. Per rendere effettivo l accordo era necessario ottenere l approvazione del parlamento, dove Giolitti, che nel frattempo ebbe l incarico di formare un nuovo governo, sapeva di godere di una maggioranza neutralista. IL MAGGIO RADIOSO A questo punto si scatenarono le piazze. Non erano pochi, negli ambienti intellettuali e giovanili, coloro che volevano la fine del giolittismo e il rinnovamento della vita politica italiana: la guerra, ai loro occhi, era l occasione propizia per attuare questo cambiamento. In realtà, il movimento interventista era minoritario nel paese, ma era molto determinato e combattivo. Attuò una propaganda aggressiva che creò un effetto di amplificazione rispetto alla sua reale consistenza. Gabriele D Annunzio, convinto sostenitore dei nazionalisti di destra, divenne l oratore in grado di incantare le masse, mobilitandole verso l intervento. Nel mese di maggio le piazze italiane si riempirono per ascoltare i discorsi agguerriti del poeta durante le manifestazioni che passeranno alla storia con il nome di radiose giornate di maggio . In quell atmosfera infuocata, Giolitti rinunciò all incarico; Salandra si presentò in parlamento e ottenne i poteri straordinari per l entrata in guerra. 61

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Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi