Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI A queste posizioni si affiancarono quelle più moderate dei liberali di destra. Guidati dal presidente del Consiglio Salandra e dal ministro degli Esteri Sidney Sonnino, erano spinti a intervenire nel conflitto per vari motivi: sul piano internazionale, Sonnino e Salandra svilupparono contatti e trattative sia con gli Imperi centrali sia con le forze dell Intesa per capire se ci fossero reali disponibilità a soddisfare le richieste territoriali italiane; sul piano interno l ingresso in guerra avrebbe consentito di rafforzare la politica conservatrice del governo, fermando il conflitto sociale che appariva sempre più evidente nel paese. Su queste posizioni, i liberali furono sostenuti dal re Vittorio Emanuele III e dalle gerarchie militari che intravedevano nell intervento la possibilità di consolidare lo Stato monarchico. A incitare l entrata in guerra vi erano anche gli ambienti industriali e finanziari attirati dai possibili profitti derivanti dalla produzione bellica. Infine, tutti questi settori potevano contare sulla propaganda della stampa nazionale, in primo luogo sul Corriere della Sera , diretto dal liberale Luigi Albertini. Benito Mussolini arrestato a margine di una manifestazione interventista, Roma, 11 aprile 1915. GLI ALTRI INTERVENTISTI Caratterizzate da valori del tutto opposti, secondo un orientamento di sinistra, ma comunque anch esse sostenitrici dell entrata in guerra dell Italia, troviamo, poi, altre forze. In primo luogo c erano gli irredentisti, favorevoli a entrare in guerra contro l Impero austro-ungarico per completare il processo risorgimentale, con l annessione delle terre irredente. Anche i repubblicani, eredi della tradizione mazziniana e garibaldina, erano animati dalla convinzione che fosse necessario completare l unità nazionale. I social-riformisti, tra cui Gaetano Salvemini, interpretavano la guerra come una lotta fra democrazie e regimi autoritari e vedevano l Italia al fianco delle democrazie (Francia e Regno Unito) contro il dispotismo militarista degli Imperi centrali, per dare vita a un più egualitario ordine europeo. Infine, i sindacalisti rivoluzionari completavano il quadro degli interventisti, vedendo nel conflitto l occasione per sovvertire gli equilibri internazionali, far scoppiare la rivoluzione operaia e dar vita alla nuova società socialista. A questi ultimi si associò il direttore del quotidiano del Partito socialista Avanti! : Benito Mussolini (1883-1945). Poiché questa posizione era in netto contrasto con quella del suo partito, Mussolini venne espulso. Egli continuò tuttavia la sua campagna a favore dell intervento dell Italia in guerra, fondando un giornale, Il Popolo d Italia , e avvicinandosi alle posizioni dei nazionalisti. I NEUTRALISTI Su posizioni neutraliste si trovavano tre grandi forze politiche e culturali, anch esse con motivazioni differenti fra loro. I socialisti, in nome degli ideali internazionalisti del socialismo, si opponevano alla guerra. Vedevano nel conflitto l esito estremo delle politiche imperialiste del capitalismo e avevano dalla loro parte la classe operaia. 60

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Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi