APPROFONDIAMO - PERSONAGGI - Il soldato senza qualità

La Prima guerra mondiale | CAPITOLO 2 Soldati dell esercito britannico in una strettissima trincea sul fronte occidentale. LA GUERRA DI POSIZIONE Sia sul fronte occidentale sia su quello orientale la situazione si bloccò. Con le conquiste effettuate da una parte e dall altra, alla fine del 1914 la guerra di movimento si concluse. La forza delle strutture difensive si era rivelata maggiore delle capacità offensive. Ora si passava a una guerra lenta, fatta di attese: lungo il fronte occidentale si cominciarono a scavare le trincee (> A , p. 58), fossati in cui i soldati trovavano riparo nell attesa tra un attacco e l altro: iniziava la guerra di posizione. La figura immaginaria e idealizzata del soldato-eroe fu sostituita da quella del soldato senza qualità (> A , p. 58), un combattente senza doti particolari, passivo. I fanti passavano la maggior parte delle giornate all interno dei fossati fangosi delle trincee, sottoposti alla pioggia, al freddo e alla calura. Inizialmente si trattava di lunghe buche nel terreno, realizzate come provvisorio riparo da cui lanciare attacchi. Ma con il passare del tempo assunsero il ruolo di stabili insediamenti, anche se privi di ogni reale apparato di protezione dall assalto del nemico. In questi luoghi i soldati dovevano restare per lungo tempo, e la vita era condizionata dall attesa del momento opportuno per l attacco o del momento in cui sarebbe arrivata l incursione degli avversari. Nell uno e nell altro caso l angoscia della morte e l inquietudine convivevano nell animo dei soldati, come dimostrano le numerose lettere scritte dal fronte. Da queste lettere apprendiamo quali condizioni di degrado si vivevano nelle trincee. La minaccia per le truppe non era rappresentata solamente dai ne- APPROFONDIAMO PERSONAGGI IL SOLDATO SENZA QUALIT Fu padre Agostino Gemelli, capitano medico e cappellano durante la Grande guerra, a definire la nuova figura del soldato come soldato senza qualità . Nella guerra di massa egli sosteneva la vera qualità del soldato era quella di non avere alcuna qualità. Il soldato doveva adattarsi, cioè, a una condizione in cui gli si chiedeva solo di essere sempre disponibile ai comandi dei capi: saper stare fermo (come quando sta per giorni interi chiuso in trincea) o lanciarsi nell assalto (come quando si apre la battaglia in campo aperto). L ignoranza era la migliore garanzia (e quindi qualità) per poter essere manipolato. Non c era dunque spazio per la figura del soldato-eroe, più tipicamente ottocentesca se non addirittura medievale. Non gli si richiedevano nemmeno eccessi ideali, né qualità ec- cezionali, né doti speciali: era il nuovo soldatomassa. Si trattava di una similitudine che Gemelli riprese dalla civiltà industriale: come l operaio-massa era un ingranaggio della produzione di fabbrica, così il soldato-massa faceva parte dei meccanismi della potente macchina bellica. Analizzando i processi che avevano determinato questa nuova dimensione del soldato, Gemelli fece attenzione ai meccanismi che plasmavano questa figura umana, indirizzandola a essere docile e disponibile a quanto gli veniva comandato. Il soldato-massa subiva delle pressioni che lo portavano a essere spogliato delle sue qualità e derubato della sua volontà: non si riconosceva più come padre, figlio, marito, fratello, egli diventava solo un soldato. 57

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi