Dai fatti alla Storia - volume 3

=a e de d b¬ a e | V.cJ=J 18 Vladimir Putin durante una ed a de a a, ¬ a a e , . Jr Cecenia QUANDO 1992 Da c¬ a de g ¬ e Europea 1995 a ¬ e de acc d d¬ ]c©e ¤e 1998 ¬ ¬ e de a ce ° ¤e a¬ Entrata ¬ ¬¤ e de e COLPI DI CODA IN RUSSIA La Russia di Eltsin non trovò un equilibrio dopo la caduta del comunismo. I vecchi aderenti al Partito comunista, ben rappresentati in parlamento, si organizzarono e tentarono di occupare i palazzi del potere russo nell ottobre 1993. La risposta di Eltsin fu molto decisa: fece bombardare l edificio del parlamento costringendo alla resa gli occupanti. Questa crisi rifletteva le difficoltà dello stesso presidente russo in seguito alle scelte economiche fatte. La liberalizzazione economica che egli aveva attuato senza una graduale regolazione innescò una serie di effetti a catena: la crescita dell inflazione, la disoccupazione e la miseria. In particolare la scelta delle privatizzazioni aveva acuito le differenze sociali del paese a vantaggio di pochi, arricchitisi con le proprietà statali che passarono nelle mani dei cosiddetti oligarchi, uomini d affari russi che, grazie ai loro legami con il ristretto gruppo politico al potere, si accaparrarono le maggiori imprese di Stato. In un contesto di crescente dissenso, avvenne il passaggio di potere nelle mani dell ex agente del Kgb (i servizi segreti sovietici), Vladimir Putin, che vinse le elezioni nel 1999. Anche il nuovo presidente dovette confrontarsi con le spinte autonomiste di alcune componenti etniche presenti all interno della Federazione russa, come avvenne per la Cecenia, che nel 1991 aveva proclamato unilateralmente la propria indipendenza. Tra il 1994 e il 2003 due conflitti furono portati avanti con decisione da Mosca per reprimere la ribellione; in particolare il secondo conflitto (1999-2003) soffocò nel sangue ogni forma di resistenza. = gYJV == Y. Y . gD.c Dal 1957 la Comunità economica europea aveva iniziato il suo cammino (> C13.7 e C17.3) di integrazione che avrebbe portato alla nascita dell Unione Europea con il trattato di Maastricht, nel febbraio 1992: ogni cittadino dei paesi aderenti otteneva la cittadinanza europea. Nel 1995 si attuò l accordo di Schengen, cui avevano aderito anche paesi che non facevano parte dell Unione Europea, come la Norvegia e l Islanda, mentre tra i membri dell Unione Europea rimasero fuori dall accordo Irlanda e Regno Unito. L accordo liberalizzava la circolazione di merci e persone, creando uno spazio senza frontiere. Un ulteriore passo verso l integrazione in un organismo sovranazionale fu compiuto nel 1998, quando si costituì la Banca centrale europea e si creò una moneta unica, l euro (> A , pag. 542), in sostituzione delle monete nazionali. Non tutti i paesi dell Unione Europea tuttavia adottarono l euro: Danimarca, Svezia e Regno Unito decisero di mantenere le proprie monete nazionali, interessate a non perdere quell importante spazio di sovranità che è rappresentato dalla moneta nazionale. Furono stabiliti, in seguito a questa decisione, dei parametri di convergenza in modo da garantire un livello di uniformità economica tra i paesi e rendere stabile la nuova moneta, che entrò in vigore il 1° gennaio 2002. Intanto si andava ampliando il processo di integrazione introducendo nell Unione Europea, per la prima volta, paesi dell ex blocco sovietico, prima fra tutte la Polonia, seguita dai paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, e ancora Bulgaria e Romania. L intento dell Ue era indirizzato sempre più a creare un mercato unico, senza frontiere o, come si prese a dire in quel periodo, una casa comune .

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi