Dai fatti alla Storia - volume 3

Dal boom economico al Sessantotto | CAPITOLO 15 Uno svincolo autostradale a Los Angeles negli anni Sessanta. DOVE Bretton Woods L aumento considerevole dei redditi nazionali di questi Stati e, in proporzione minore, dei salari dei lavoratori favorì la domanda di beni e quindi la crescita del consumo innescando un circolo virtuoso con l offerta, cioè con la produzione industriale. Con i miglioramenti salariali esplose la società dei consumi. Le famiglie contadine, che costituivano la gran parte della popolazione europea fino a metà del Novecento, erano abituate a stili di consumo solitamente sobri e attenti agli sprechi, come era tipico della cultura agricola. Nel dopoguerra invece si ebbe una disponibilità di merci, di alimenti, di vestiario che non si era mai verificata prima. Nelle case entrarono, oltre alle già citate radio e televisioni, i telefoni, i frigoriferi, i giradischi. Altri elettrodomestici (lavatrici, forni e lavastoviglie) rappresentarono per le donne un grande aiuto a liberare i tempi del lavoro domestico, sia per favorire il tempo libero sia per facilitare la vita di chi era impegnata nel lavoro fuori casa. L abbondanza di prodotti alimentari e la crescita dei salari contribuirono a diffondere benessere, soprattutto nelle famiglie che prima erano costrette a ristrettezze di ogni tipo anche rispetto al cibo. L automobile da status symbol si trasformò in oggetto che tutti potevano permettersi (sia pure con le differenze di costi e di marche): dalla Fiat 500 al famoso Maggiolino della Volkswagen. L American way of life (> C7.1) era il modello cui aspirare per tutto l Occidente. GLI ACCORDI GLOBALI E IL WELFARE STATE L apertura globale dei mercati e lo sviluppo del commercio internazionale, grazie alla sottoscrizione nel 1947 di un accordo tra vari paesi (il Gatt), costituirono ulteriori e decisivi elementi in favore dell espansione, unitamente alla stabilità monetaria incoraggiata dagli accordi di Bretton Woods (> C13.1). In questo contesto, ebbero un particolare rilievo, come fattori propulsivi dei processi di sviluppo, le politiche economiche e l intervento dello Stato in economia, vista la necessità degli Stati di dare garanzie e sostegni sociali ai propri cittadini. Non pochi paesi europei trovarono la soluzione seguendo la linea indicata dall economista inglese Keynes (> C7.6). Essa prevedeva l ampliamento dell intervento pubblico con investimenti statali massicci, anche a costo di far lievitare la spesa pubblica; la creazione di un economia mista in cui capitale privato e pubblico concorrevano al comune benessere; la nazionalizzazione di settori di pubblica utilità come l energia e i trasporti; la formazione di grandi imprese pubbliche orientate a garantire e stabilizzare l occupazione con investimenti statali; la creazione di uno Stato sociale o Welfare State (> C13.4). Quest ultimo, avviato in Gran Bretagna, ebbe grande seguito nell Europa del Nord e nei paesi scandinavi (Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia) a indirizzo politico socialdemocratico, per poi diffondersi in Germania, Francia e in altri Stati. Le politiche ispirate al Welfare State furono orientate a dare sicurezza sociale ai cittadini e garanzie rispetto a tutti gli aspetti della vita ( dalla culla alla bara si prese a dire). 439

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Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi