7 LA “RIVOLUZIONE CULTURALE” DI MAO E LA POLITICA ESTERA

SEZIONE C | LA RINASCITA DEL SECONDO DOPOGUERRA RICAPITOLANDO 1 Quali eventi portarono alla nascita della Repubblica popolare cinese? 2 Che cosa prevedeva la riforma agraria varata da Mao? 3 Quali furono gli esiti del grande balzo in avanti ? i livelli delle società più industrializzate. In realtà gli esiti furono pessimi. Aumentò solo parzialmente la produzione di acciaio. La produzione agricola, invece, cominciò a diminuire sensibilmente e questo provocò un ulteriore esodo dei contadini, che tentarono di trasferirsi in città alla ricerca di fonti di approvvigionamento. Le conseguenze dei provvedimenti voluti da Mao furono catastrofiche. L esito più disastroso fu la carestia che tra il 1960 e il 1961 colpì il paese, uccidendo per fame tra i 20 i 50 milioni di abitanti. Neanche l Urss di Stalin aveva raggiunto simili cifre con la carestia dell Ucraina all inizio degli anni Trenta (> C9.2). 7 Guardie rosse in piazza Tienanmen a Pechino alzano al cielo il libretto rosso di Mao, inneggiando il leader cinese. LA RIVOLUZIONE CULTURALE DI MAO E LA POLITICA ESTERA LA RIVOLUZIONE CULTURALE Di fronte a questi risultati e al fallimento del grande balzo in avanti il governo cinese fu costretto a rivedere le scelte di quegli anni. Emersero in quel contesto le posizioni critiche di Liu Shaoqi (1898-1969) e di Deng Xiaoping (1904-97) che, pur essendo autorevoli figure del Partito comunista cinese, proponevano una visione del comunismo differente da quella di Mao. In particolare Deng era contrario al progetto maoista di una società totalmente egualitaria e preferiva una linea meno ideologica e più attenta agli sviluppi economici e sociali, aprendo a possibili riforme che valorizzassero la piccola proprietà, pur sempre sotto il rigido controllo del partito. Le critiche provenienti dall interno del Pcc spinsero Mao a muoversi contro quella che a lui appariva come una linea borghese e revisionista rispetto alla rivoluzione originaria. Di fronte alle aperture e alle liberalizzazioni proposte dai dirigenti del partito, il leader comunista propose un offensiva culturale che mirava a colpire proprio coloro che avevano intaccato la sua linea e la sua immagine di grande timoniere (così era soprannominato dal popolo). Nel 1966 Mao lanciò la cosiddetta rivoluzione culturale , un enorme mobilitazione che coinvolse direttamente studenti universitari e giovani, le cosiddette Guardie rosse . A loro fu affidato il compito di propagandare le idee e il pensiero di Mao raccolte nel libretto rosso , strumento del nuovo corso che intendeva rinnovare lo spirito rivoluzionario. Questa radicalizzazione delle posizioni ideologiche esasperò i toni; le Guardie rosse si sentirono investite del ruolo di rifondatrici della rivoluzione. Sostenute dall esercito del generale Lin Biao, esse attaccarono le posizioni di coloro che nel partito avevano assunto atteggiamenti critici come Deng e Liu. PROPAGANDA E REPRESSIONE L opera di propaganda delle Guardie rosse avveniva spesso tramite l affissione per le vie delle città e dei villaggi cinesi di manifesti scritti a mano (i dazebao) su cui campeggiavano i proverbi e le idee di Mao. Accanto ai messaggi di elogio per il leader cinese iniziarono a comparire anche i nomi dei presunti nemici della rivoluzione, in primo luogo quelli degli 428

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi