Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE C | LA RINASCITA DEL SECONDO DOPOGUERRA Alla guida dei movimenti indipendentisti vi furono spesso gruppi intellettuali e dirigenti che si erano formati in Europa, dove avevano acquisito i concetti di democrazia e libertà. Ora riportavano tali idee nei loro paesi, riformulandole secondo le specifiche situazioni locali. A favorire il processo di decolonizzazione contribuirono anche i seguenti fattori: l indebolimento, soprattutto economico, delle maggiori potenze coloniali (Francia e Regno Unito) rese loro impossibile impiegare considerevoli risorse per la gestione coloniale, dovendo provvedere alla ricostruzione in patria e all assistenza sociale dei propri cittadini all indomani del conflitto; la diffusione dell ideologia marxista, in seguito al successo della rivoluzione bolscevica del 1917, favorì presso i popoli colonizzati la presa di coscienza dello sfruttamento operato dal capitalismo. In questo caso nei movimenti indipendentisti gli impulsi nazionalistici si legarono a quelli dell uguaglianza economica e sociale; La regina Elisabetta II d Inghilterra accolta nel 1956 dal re di Lagos Adeniji Adele II, il quale amministrava la Nigeria con il benestare dell Impero britannico. il sostegno dato ai movimenti indipendentisti dall Unione Sovietica, forte della sua esperienza rivoluzionaria, che si proponeva come un punto di riferimento ideale per i movimenti, mettendo anche un ipoteca sull allargamento del comunismo a varie aree del globo; la volontà degli Stati Uniti, nel clima ostile della guerra fredda, di non lasciare in mano all Urss l esclusiva di Stato rivoluzionario e liberatore tornò utile ai movimenti che non aderivano all ideologia comunista. Questi trovarono negli Usa un potente sostenitore, peraltro interessato a estendere la propria area di influenza a discapito delle potenze europee e soprattutto del rivale sovietico; il principio di autodeterminazione, affermato nel 1918 dal presidente americano Wilson nei Quattordici punti (> C3.1) e confermato nel 1941 dalla Carta atlantica (> C11.6), costituiva un sicuro supporto legale, fondato sul diritto internazionale, a sostegno degli indipendentisti. Gli stessi paesi colonizzatori (in primo luogo Regno Unito e Francia) affermavano, almeno in linea teorica, la validità di tale principio, anche se gli interessi che questi detenevano nelle varie zone del mondo contrastavano di fatto il processo di liberazione. Indirect rule Modalità di gestione delle colonie tipica del Regno Unito, in cui l amministrazione dei territori era spesso affidata ai capi locali, sotto la stretta sorveglianza dei colonizzatori. RICAPITOLANDO 1 In quali fasi si svolse il processo di decolonizzazione? 2 Quali fattori favorirono la decolonizzazione? 410 I MODI DELLA DECOLONIZZAZIONE Nel secondo dopoguerra il malcontento nelle varie colonie era talmente cresciuto che le manovre dissuasive messe in atto dai vecchi imperi coloniali si rivelarono inefficaci. Il processo di decolonizzazione non seguì le stesse modalità dappertutto e ciò fu determinato, in primo luogo, dal tipo di rapporto (> A ) che le potenze coloniali avevano instaurato con le popolazioni sottomesse. Il Regno Unito, fautore dell indirect rule, si orientò verso una soluzione sostanzialmente pacifica del rapporto con le proprie colonie (sia pure con alcune eccezioni), proponendo loro di entrare a far parte del Commonwealth (> C5.3); la Francia, in base alla sua tradizione coloniale assimilazionista, che non lasciava spazi di manovra ai popoli colonizzati in quanto ritenuti inferiori, fu costretta ad affrontare conflitti militari di non poco conto per tentare di salvare il suo impero.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi