2 L’INTERVENTISMO DEGLI USA

Un nuovo ordine : l inizio della guerra fredda | CAPITOLO 13 2 QUANDO 5 giugno 1947 Lancio del piano Marshall Poster in favore del piano Marshall, che rappresenta un mulino a vento in cui ogni pala che lo compone raffigura i paesi che beneficiarono degli aiuti economici, mentre il timone sono gli Stati Uniti. Lo slogan recita: «Qualunque sia il tempo, solo insieme raggiungiamo il benessere . L INTERVENTISMO DEGLI USA LA TEORIA DEL CONTENIMENTO Più gli Stati Uniti si affermavano come modello sia politico sia economico per il mondo, più crescevano le tensioni con l Urss, che dal canto suo voleva imporre il modello comunista. Anche in questo caso gli Usa seppero disporre di una strategia che mirava a contenere una possibile avanzata sovietica. La teoria del contenimento (nota anche come dottrina Truman ) intendeva evitare scontri armati, ma era risoluta nell opporsi a ogni ulteriore avanzamento di Stalin, dopo il successo che aveva ottenuto ponendo sotto il suo controllo l Europa dell Est. Questa teoria fu resa nota in un discorso tenuto nel 1947 davanti al Congresso statunitense dal presidente Truman, il quale, accantonando ogni tendenza isolazionista, affermò la volontà di sostenere tutti i popoli che rischiavano di essere soggiogati da poteri armati (intendendo in maniera implicita l Urss). Bisognava quindi garantire ai popoli a rischio un aiuto che li inserisse sotto l ala protettiva del mondo occidentale: in quel periodo vi erano due casi del genere, la Grecia e la Turchia, sottoposte entrambe alla possibilità di trovarsi sotto il giogo sovietico. Come abbiamo visto, la guerra civile in Grecia vide la sconfitta dei comunisti nel 1949 e l installazione di governi filo-occidentali supportati dalla Gran Bretagna; similmente in Turchia, grazie soprattutto agli aiuti economici e militari degli Usa, fu ostacolata ogni possibile influenza dell Urss, garantendo la vicinanza del paese al mondo occidentale. Per agire in questa direzione, la teoria del contenimento ebbe bisogno di un valido apparato economico che la rendesse operativa. Sfruttando il fatto che il loro apparato produttivo era rimasto integro durante la guerra, gli Stati Uniti pensarono di dare aiuti concreti per la ricostruzione ai paesi coinvolti nel conflitto mondiale, in particolare a quelli europei. IL PIANO MARSHALL Il 5 giugno 1947 il segretario di Stato statunitense George Marshall annunciò un piano per la ricostruzione europea della durata di quattro anni, destinato ai paesi disposti a riprendere la strada dello sviluppo economico. Non esistevano preclusioni per alcun paese, ma quando Cecoslovacchia e Polonia si mostrarono interessate, furono costrette da Stalin a recedere. Il piano Marshall (Erp European Recovery Program) distribuì aiuti per circa 13 miliardi di dollari, realizzati sia attraverso finanziamenti sia tramite beni materiali di prima necessità. Si mise in moto un circolo virtuoso che accrebbe il Pil (prodotto interno lordo) europeo fino a raggiungere i livelli precedenti la guerra. Per la gestione del piano, nell aprile del 1948 fu creata l Organizzazione europea di cooperazione economica (Oece) dei paesi aderenti. Fra questi vi furono anche i paesi sconfitti, Germania e Italia, che ricevettero aiuti per circa un miliardo e mezzo di dollari ciascuno, dando vita, anche grazie a questi aiuti, a una straordinaria ripresa economica e sociale negli anni successivi. Aderire agli aiuti Usa implicava scelte di campo ben precise: collocarsi nella sfera di influenza americana in ambito internazionale e accettare i valori del liberismo economico e della democrazia rappresentativa in campo politico, che avrebbero così definito il mondo occidentale del dopoguerra. 385

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi