Dai fatti alla Storia - volume 3

La Resistenza e la vittoria degli Alleati | CAPITOLO 12 Manifesto affisso dai tedeschi in Italia del Nord per disincentivare la popolazione a supportare i partigiani. GLI ECCIDI DEI CIVILI Nel periodo dell occupazione tedesca, con l aumento delle azioni partigiane contro le truppe naziste, il comandante delle forze armate tedesche in Italia, Kesselring, decise di dedicare ampie risorse alla repressione di questo fenomeno. Man mano che le cosiddette bande partigiane agivano con successo nelle zone collinari e montuose della penisola, l azione tedesca si orientò a colpire la popolazione, nella convinzione che ci fosse uno stretto rapporto tra civili e partigiani (> A , pag. 356), per cui si procedette a brutali repressioni verso i primi nell intento di stanare i secondi. Sin dal primo ingresso in Italia delle truppe tedesche, avvennero massacri di civili a Boves (Cuneo) e a Caiazzo (Caserta). Ma gli eccidi più feroci si ebbero nell estate del 1944, in coincidenza con l estendersi delle attività partigiane. A Sant Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, il 12 agosto furono uccise e bruciate 560 persone, in maggioranza anziani, donne e bambini. Un mese dopo a Marzabotto, in Emilia, 770 abitanti del paese e di altre località vicine furono assassinati dalle truppe al comando del maggiore delle Ss, Walter Reder. A questo scempio si aggiunse la continua ricerca di ebrei da parte nazista. Con l attiva collaborazione dei fascisti della Rsi, i nazisti catturarono circa 8000 ebrei italiani che finirono nei campi di sterminio. In totale si conteranno più di 15 000 vittime causate dalle rappresaglie tedesche e circa 40 000 partigiani caduti nelle azioni di resistenza. Principali eccidi DOVE Istria Data Luogo Vittime 24 marzo 1944 Fosse Ardeatine (Roma) 335 civili e militari italiani 29 giugno 1944 Civitella in Val di Chiana 244 civili 4 luglio 1944 Cavriglia 191 civili 12 agosto 1944 Sant Anna di Stazzema 560 civili 23 agosto 1944 Padule di Fucecchio 174 civili 29 settembre-5 ottobre 1944 Marzabotto 770 civili LE FOIBE Assimilabile alle violenze nazifasciste, fu l eccidio avvenuto in Istria all interno di una guerra che non conosceva limiti di fronte alle atrocità. La zona di Trieste e Fiume era stata posta sotto amministrazione tedesca, mentre la zona dell Istria, affidata sin dal 1941 all Italia, era rimasta sguarnita dopo l armistizio. I partigiani iugoslavi di Tito, approfittando di questa situazione, conquistarono le terre istriane e incitarono la popolazione alla lotta contro gli italiani per rivalersi delle violenze e dei soprusi subiti durante l occupazione fascista, quando erano state attuate politiche di italianizzazione forzata. Circa 600 italiani, a settembre del 1943, furono catturati e uccisi dopo processi farsa; i loro corpi vennero gettati in cavità naturali tipiche delle zone carsiche, le foibe. Con l arrivo dei nazisti, gli slavi dovettero nuovamente lasciare l Istria, mentre cominciava la corsa alla cattura dei partigiani locali. Alcuni di loro finirono nel campo di transito della Risiera di San Sabba, a Trieste, insieme agli ebrei deportati. Alla fine della Seconda guerra mondiale, con la caduta del nazifascismo, in Istria ripresero le violenze contro gli italiani e questa volta il massacro fu enormemente superiore al precedente. A giugno del 1945 tra arresti, deportazioni e omicidi, nelle foibe scomparvero 5000 persone. 355

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Dal Novecento a oggi