5 LA POLITICA ESTERA

Il regime fascista in Italia | CAPITOLO 8 5 LA POLITICA ESTERA LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI Per comprendere meglio le scelte fatte dal regime nell ambito della politica estera è opportuno individuarne alcuni caratteri di fondo in cui si mescolavano esigenze economiche e ragioni di prestigio internazionale: la componente nazionalistica, che spingeva per l affermazione dell Italia in ambito internazionale; l esibizione di potenza, determinata dalla consapevolezza che l Italia era uno degli Stati vincitori nella Prima guerra mondiale e che aveva diritto a un ruolo di primo piano soprattutto nell area mediterranea; il fascismo come modello, che consentiva a Mussolini di farsi promotore di un piano mirante a fondare un nuovo ordine europeo e di assumere un ruolo di arbitro nelle questioni internazionali; Approfondisci la politica autarchica, intesa come competizione con le potenze industriali. VIDEO Il Duce sbarca in Libia Abissinia Nome che indica sia la regione sia il regno corrispondenti grosso modo ai territori dell attuale Etiopia. QUANDO Aprile 1935 Conferenza di Stresa Fotografia scattata a margine della conferenza di Stresa, con il ministro degli Esteri francese Pierre Laval, Benito Mussolini, il premier britannico Ramsay MacDonald e il presidente del Consiglio francese Pierre- tienne Flandin. L IMPERIALISMO FASCISTA Negli anni Venti la politica del regime si era orientata verso un consolidamento delle colonie italiane in Africa: l Eritrea, la Somalia e la Libia. Qui si era seguita la linea repressiva di combattere i ribelli con deportazioni e massacri sommari, anziché scegliere la strada del coinvolgimento delle élite locali. Le colonie dovevano servire per dare terre ai contadini italiani o per fornire commesse alle aziende nazionali. Su queste basi nacque la decisione di Mussolini di intraprendere la conquista dell Etiopia. Già dal 1932 egli stava pianificando la conquista dell Abissinia per trovare risposte alla crisi dell industria italiana, dandole nuovo impulso attraverso le commesse belliche; nello stesso tempo cercava nuovi mercati per le esportazioni e, non ultimo, era affascinato dall ambizione di creare un impero sotto le insegne del fascismo, dando agli italiani un motivo per sentirsi orgogliosi. Fino all aprile 1935, con la conferenza di Stresa, Mussolini si era accordato con Francia e Gran Bretagna per il mantenimento degli accordi di Versailles, al fine di isolare la Germania nazista che manifestava evidenti pretese di espansione verso l Austria, mal sopportate dal capo del fascismo. Con le nuove ambizioni italiane, tuttavia, quell accordo era destinato a saltare. La scelta dell Etiopia fu quasi obbligata in quanto era l unico Stato in Africa (insieme alla Liberia) scampato alle conquiste imperialiste. L Etiopia, però, faceva parte della Società delle Nazioni e ciò avrebbe comportato, prevedibilmente, la reazione degli altri aderenti all organizzazione internazionale. Mussolini mise in conto le risposte di Francia e Gran Bretagna, ma ritenne che entrambi i paesi volessero evitare di affrontare un conflitto armato; inoltre, lasciò intendere che un eventuale loro ostacolo all operazione avrebbe provocato un avvicinamento dell Italia alla Germania di Hitler, spezzando lo spirito conciliativo di Stresa. 241

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi