Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE Le celebrazioni degli anniversari della marcia su Roma (vissuta come mito fondativo del fascismo) divennero un occasione per realizzare l idea di una completa identificazione del regime con la nazione. Mussolini divenne la guida che incarnava la volontà nazionale. Assunse l appellativo di duce , (dal latino dux, capo , condottiero ), a indicare nella sua persona il capo carismatico alle cui decisioni tutti dovevano completa obbedienza e fiducia. RICAPITOLANDO 1 Come mutò la figura del presidente del Consiglio dei ministri nel 1925? 2 Che cosa si intende per misure liberticide e a seguito di quale evento esse vennero emanate? 3 Che cosa intendeva Mussolini nel considerare il fascismo una terza via ? 4 Qual è il significato dell espressione fascistizzare la società italiana ? 230 I RAPPORTI FRA NAZIONE, MUSSOLINI E PARTITO FASCISTA Mussolini ebbe la profonda convinzione che il fascismo fosse espressione della nazione e che costituisse una possibile terza via , alternativa tanto alla società socialista, quanto alle tradizionali società liberali europee. Secondo Mussolini la parte sana della nazione, quella uscita dalla guerra e ora confluita nel fascismo, rappresentava le migliori energie del paese. Il tentativo evidente del fondatore del fascismo fu di sovrapporre il suo movimento con l idea di patria, considerando l apparato dello Stato e non la struttura del partito come sistema basilare per il regime. Essere fascisti ed essere italiani (o patrioti) doveva diventare tutt uno. Da ciò derivò che chi si opponeva al fascismo si opponeva all Italia. In quest ottica assunse un ruolo importante la persona stessa di Mussolini, rivestita da un aura di sacralità ed esibita come figura dotata di superiori capacità, anche attraverso un uso abile e spregiudicato delle comunicazioni di massa e da una opportuna iconografia, che dalle piazze e dalle strade giunse fin dentro le abitazioni degli italiani. Questa dimensione mitizzata della sua figura gli conferiva una posizione da intoccabile all interno del partito: le sue decisioni, perciò, non ammettevano alcuna discussione, si eseguivano solamente. In una prima fase il controllo di Mussolini sul partito non era stato totale, ma era stato condizionato dagli squadristi (non a caso la direzione era stata affidata al più intransigente e sanguinario dei ras squadristi, Roberto Farinacci). Solo dopo il consolidamento del suo potere come capo del governo, Mussolini riuscì a estromettere Farinacci e le personalità più aggressive e pericolose che avrebbero potuto creare imbarazzo a un regime tutto orientato a mostrarsi autentico restauratore dell ordine. In questo modo Mussolini realizzò una continua sottrazione delle capacità e del ruolo del Pnf. FASCISTIZZARE LA SOCIET ITALIANA Il Partito fascista uscì, dunque, svuotato delle funzioni tipiche dei partiti, mantenendo principalmente il compito di controllore della società e propagatore dell ideologia fascista e del culto del suo capo; questo compito fu assunto, a partire dal 1931 e fino al 1939, dal nuovo segretario Achille Starace, nel periodo di maggior vigore del regime. Una prima forma di controllo si ebbe quando fu imposto l obbligo ai funzionari pubblici di iscriversi al Pnf: senza l iscrizione non era possibile ottenere posti di lavoro nell amministrazione statale. In tal modo, nel corso degli anni, si giunse a cifre impressionanti di iscritti, che consentirono al partito di esercitare il suo peso nella società civile, per portare avanti il processo, fortemente voluto da Mussolini, di fascistizzare la società italiana. Ad aumentare il numero degli iscritti del partito e a fascistizzare la società contribuì la formazione di numerosi enti pubblici, alla direzione dei quali fu posta una moltitudine di funzionari e tecnici, cui il regime affidò l amministrazione dell economia del paese.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi