Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE Prima pagina del quotidiano torinese La Stampa del 9 luglio 1924, in cui si annuncia l entrata in vigore del decreto per la soppressione della libertà di stampa, risalente al 1923. QUANDO 31 ottobre 1926 Fallito attentato a Mussolini LA SOPPRESSIONE DELLE LIBERT E DELLA DEMOCRAZIA Mussolini si adoperò per stabilire altri provvedimenti che definissero con altrettanta forza il carattere autoritario del suo governo. Nell aprile 1926 la legge sulla disciplina giuridica dei rapporti di lavoro decretò che soltanto i sindacati riconosciuti dal governo potessero stipulare contratti collettivi; la legge proibì il diritto di sciopero e la serrata, perseguendoli come reati contro lo Stato. Queste norme facevano seguito a un accordo di pochi mesi prima (ottobre 1925), noto come il patto di palazzo Vidoni, con cui l associazione degli industriali (Confederazione generale dell industria italiana) riconosceva il sindacato fascista (Confederazione delle corporazioni fasciste) come unico interlocutore. Il fascismo intendeva cancellare il conflitto fra le classi, ma a tutto vantaggio del mondo imprenditoriale. Il rafforzamento del carattere autoritario del regime proseguì con le leggi contro la libertà di stampa, che già dal 1923 era sotto osservazione diretta dei prefetti. Nel 1925 quotidiani e periodici furono sottoposti a ulteriori restrizioni, fino a stabilire la chiusura dei giornali antifascisti e la revoca dei loro direttori. L intera stampa del paese fu imbavagliata. A rendere più spedito questo indirizzo, intervenne l attentato contro Mussolini a Bologna il 31 ottobre 1926, che il governo usò come motivo per accentuare le misure liberticide. Per la fine di quell anno furono emanati numerosi decreti, per la sicurezza dello Stato , con un deciso carattere totalitario: si punivano severamente gli espatri clandestini; era previsto il confino, il domicilio obbligato per cinque anni in zone isolate del paese (saranno più di 15 000 a subirlo) o la vigilanza speciale per coloro che commettevano atti volti a rovesciare il regime; erano sciolti tutti i partiti e le loro organizzazioni a eccezione del Partito nazionale fascista; si dichiaravano decaduti ed espulsi dal parlamento i 122 parlamentari che avevano partecipato alla secessione dell Aventino ; era reintrodotta la pena di morte (abolita nel 1889) per atti di cospirazione e insurrezione contro lo Stato, e per attentati contro la persona del re e del capo del governo; veniva istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, con il compito di giudicare i reati politici, senza possibilità di appello; in pratica uno strumento contro gli oppositori del regime, che processerà più di 5000 imputati, infliggendo migliaia di anni di carcere e pene di morte; Queste leggi, che sopprimevano il pluralismo politico e di fatto aprivano la strada alla cancellazione del sistema parlamentare, abolirono ogni spazio di libertà e di democrazia: ogni possibile dissenso fu impedito. 226

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi