INTERPRETARE LA STORIA - E. J. Hobsbawn, Aspetti e

C7 | INTERPRETARE LA STORIA > TESTO 1 | Eric John Hobsbawn ASPETTI E CONSEGUENZE DELLA CRISI CAPITALISTICA Analizzando gli aspetti che portarono alla crisi economica del 1929 (non solo negli Usa, ma anche in Europa e in Asia), lo storico inglese Eric J. Hobsbawn (1917-2012) coglie il significato di quella crisi, inquadrandola, nei suoi devastanti effetti sociali, come una più sostanziale crisi del liberismo e del capitalismo, giunto apparentemente al suo capolinea. [N egli anni Venti, dopo la guerra, solo] l economia degli Usa, con una disoccupazione media del 4%, procedeva realmente a pieno vapore. [...] L Internazionale comunista aveva effettivamente pronosticato un altra crisi economica, proprio quando l economia era all apice della sua espansione postbellica, e si aspettava così credevano o fingevano di credere i suoi portavoce che questa nuova crisi avrebbe portato a un nuovo ciclo di rivoluzioni. E invece nell immediato la crisi produsse l opposto. [...] [Con il crollo della Borsa di Wall Street del 1929] si giunse assai vicino al tracollo dell economia mondiale capitalistica, che parve in preda a un circolo vizioso nel quale ogni indice economico in ribasso (a eccezione del livello di disoccupazione, che si innalzò toccando punte astronomiche) accentuava il calo di tutti gli altri. [...] In breve, la Depressione divenne mondiale. Le economie dell Austria, della Cecoslovacchia, della Grecia, del Giappone, della Polonia e della Gran Bretagna, [...] furono ugualmente scosse. [...] Per coloro che non avevano né controllo né accesso ai mezzi di produzione [...], cioè per gli uomini e le donne salariati o stipendiati, la principale conseguenza della crisi fu la disoccupazione, che si diffuse su una scala senza precedenti e per una durata che nessuno si era mai aspettato. Nel periodo peggiore della crisi (1932-33), il 22%23% della forza lavoro inglese e belga, il 24% di quella svedese, il 27% di quella americana, il 29% di quella austriaca, il 31% di quella norvegese, il 32% di quella danese e non meno del 44% dei lavoratori tedeschi rimasero senza lavoro. Altrettanto importante è il fatto che perfino la ripresa, dopo il 1933, non ridusse il tasso medio di disoccupazione [...]. Da tempo immemorabile non si verificava una catastrofe economica di tale portata nella vita delle classi lavoratrici. Ciò che rese la situazione ancora più drammatica fu che le sovvenzioni pubbliche per la sicurezza sociale, incluso il sussidio di disoccupazione, non esistevano affatto, come negli Usa, oppure erano assai misere [...]. Per questo la sicurezza sociale è sempre stata un interesse vitale delle classi lavoratrici, le quali hanno sempre cercato di proteggersi contro le incertezze terribili della disoccupazione, della malattia o degli incidenti [...]. La disoccupazione di massa ebbe un impatto enorme e traumatico sulla politica dei paesi industrializzati, poiché la Grande crisi colpì il grosso dei loro cittadini innanzitutto e per lo più nella forma della perdita del lavoro. [...] L immagine più consueta all epoca era quella delle mense dei poveri, delle marce per il pane dei disoccupati [...]. In un epoca in cui il commercio mondiale calò del 60% in quattro anni (1929-32), gli Stati si ritrovarono a elevare barriere doganali sempre più alte per proteggere i propri mercati [...] ben sapendo che questo significava lo smantellamento del sistema mondiale di commercio multilaterale sul quale, secondo il loro stesso giudizio, doveva fondarsi la prosperità mondiale. [...] In una frase: la Grande crisi distrusse per mezzo secolo il liberismo economico. Il secolo breve. 1914-1941, Rizzoli, Milano 1994 COMPRENDERE E INTERPRETARE a Sulla base della relazione che Hobsbawn pone tra crisi statunitense e crisi dei paesi europei, ricostruisci, facendo riferimento a quanto studiato nel capitolo, l impatto avuto dal crollo di Wall Street sui vari ceti sociali nel mondo occidentale. b In situazioni di crisi economica, da quali preoccupazioni, secondo lo studioso, sono turbate le classi lavoratrici? 219

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi