Dai fatti alla Storia - volume 3

L America dagli anni ruggenti alla Grande crisi | CAPITOLO 7 Nei primi venti anni del Novecento la popolazione latino-americana era passata da 65 a 95 milioni circa: quest incremento demografico (sostenuto anche dall afflusso di milioni di europei, in particolare italiani), pur essendo un parziale segnale di miglioramento delle condizioni di base, portò nell arco di un decennio a un costante aumento della disoccupazione e a una preoccupante diffusione della povertà, in coincidenza con la crisi del 1929. IL PESO DEGLI STATI UNITI Da quel momento prese a delinearsi un tratto identificativo dell economia latino-americana, che continuerà per tutto il secolo, ovvero la sempre più massiccia presenza di capitali statunitensi in sostituzione di quelli inglesi. Sin dal primo Novecento avevano acquisito forza e presenza sul territorio latino-americano alcune tra le più potenti compagnie commerciali statunitensi, prima fra tutte la United Fruit Company, in grado di monopolizzare il controllo sulla frutta tropicale. La crisi economica mondiale non colpì l America centro-meridionale in misura devastante e ciò consentì una complessiva accelerazione del settore industriale e la modernizzazione del subcontinente, anche se con quelle contraddizioni che restano ancora oggi a segnare i profondi contrasti dell intera area. Una di queste era costituita dalla forte polarizzazione nella distribuzione delle ricchezze, per cui di fronte a pochi ricchissimi si estendeva una massa di poverissimi, legati alle terre. In questo contesto va letta l instabilità politica che all inizio degli anni Trenta coinvolse quasi tutti i paesi latino-americani. Un treno merci in Costa Rica in attesa di essere caricato di banane. Il treno e le ferrovie erano di proprietà della United Fruit Company. = .cc cgY = c.DJ C Y. D Il ruolo degli Stati Uniti in questa situazione si fondava sulla logica del cosiddetto giardino di casa , cioè non solo la considerazione che le Americhe dovessero essere esclusivamente dei popoli americani (intendendo con ciò l esclusione di ogni ingerenza europea), ma anche che alla potenza nordamericana fosse riconosciuto un ruolo protettivo nei confronti del più povero e debole subcontinente, che politicamente si traduceva in termini di controllo. Ciò fu evidente, in particolare, in America centrale, dove l ingerenza politica statunitense si tradusse anche in intervento militare, come in Nicaragua. Qui l esercito statunitense non esitò a intervenire nel 1926 a sostegno di un leader conservatore. Fu Augusto Sandino (1895-1934), capo 217

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Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi