Dai fatti alla Storia - volume 3

L America dagli anni ruggenti alla Grande crisi | CAPITOLO 7 LA SPECULAZIONE FINANZIARIA A questa situazione va aggiunta la considerazione di un altro punto critico di fondamentale importanza, la speculazione finanziaria. La crescita economica aveva creato una diffusa ricchezza nei piccoli risparmiatori, che furono attirati dalla possibilità di guadagno con gli investimenti in Borsa attraverso l acquisto e la vendita di titoli azionari. La Borsa di Wall Street, a New York, in effetti, diventò in quegli anni il sogno di tutti, tanto appariva facile il guadagno attraverso il gioco borsistico. In meno di cinque anni l indice della Borsa newyorkese raddoppiò. Questo clima di euforia coinvolse sia i grossi imprenditori sia i piccoli risparmiatori, ma avvenne con un meccanismo pericoloso: molti acquistarono titoli a credito, nella convinzione di restituire il debito con il ricavato dell operazione finanziaria. Questo processo, dunque, si nutriva della fiduciosa convinzione che il valore dei titoli sarebbe cresciuto costantemente, senza però la copertura di una reale disponibilità monetaria. In tal modo si innescava un meccanismo di indebitamento progressivo di buona parte della società produttrice americana. All ingigantirsi della speculazione finanziaria non corrispose la stessa crescita dell economia reale. QUANDO 24 ottobre 1929 Crollo della Borsa di New York Fotografia scattata il 24 ottobre 1929 all esterno della Borsa di New York. Una folla di lavoratori si raccolse a Wall Street in un clima di panico e incertezza. Insolvente Colui che non è in grado di restituire ai propri creditori il denaro preso in prestito. IL GIOVED NERO A WALL STREET Questi elementi furono all origine della crisi del cosiddetto giovedì nero , il 24 ottobre 1929. Quella mattina l indice della Borsa di New York fece segnare un ribasso dei titoli che, nell arco di poche ore, creò una sensazione di panico fra gli investitori, i quali si affrettarono a vendere le azioni in loro possesso, provocando in tal modo un ulteriore, drastica caduta del valore dei titoli azionari. Ben 13 milioni di azioni passarono di mano in quella giornata e, cinque giorni dopo (il martedì nero ), lo scenario si ripeté allo stesso modo, con la vendita di 16 milioni di azioni. L indice borsistico segnò un tracollo, con il valore dei titoli ormai dimezzati in meno di una settimana. Il sogno di grandi e piccoli investitori si scontrò con il concreto incubo di perdere i propri risparmi, e la società americana si risvegliò senza quell ottimismo e quelle certezze che per circa un decennio l avevano caratterizzata. Speculatori e piccoli risparmiatori, operatori di Borsa e banche furono travolti. In particolare va notato il ruolo delle banche. Il sistema creditizio bancario aveva, infatti, sostenuto la domanda di acquisto di beni anche nel momento in cui i risparmi privati si erano contratti. Ciò aveva determinato l indebitamento di molte famiglie americane, con il grave rischio per queste di trovarsi insolventi. Da qui derivava l altrettanto grave possibilità di una paralisi del sistema bancario americano visto che, qualora la massa di capitali prestati dalle banche non fosse stata restituita, sarebbe stato impossibile evitare il rischio di fallimento. L indebitamento e il fallimento diventarono drammatica realtà nel giro di pochi mesi. LE RICADUTE In mancanza di sistemi regolativi, la situazione precipitò nel caos nei giorni immediatamente successivi al crollo della Borsa: i risparmiatori tentavano di ritirare i loro depositi, mentre le banche decisero di bloccare ogni forma di credito. 205

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Dal Novecento a oggi