Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI Manifesti di nazionalisti italiani nelle vie di Fiume. I rappresentanti italiani si irrigidirono su queste posizioni, anche perché avvertirono il sostegno della marea montante dell opinione pubblica italiana, incitata ed esaltata dalle correnti nazionalistiche (> C1.3). Di fronte al rifiuto dei paesi vincitori ad accettare le richieste italiane, Orlando e Sonnino decisero di ritirarsi dalla conferenza. La conferenza proseguì e il governo italiano fu costretto a tornare al tavolo per non restare completamente escluso dalle decisioni, ma senza poter più contrattare alcunché. IL VELENO ITALIANO L Italia era entrata in guerra nel 1915 con l ambizione di giocare un ruolo di predominio nell area dell Adriatico, tale da porre il paese fra gli Stati più importanti del Mediterraneo. A tale intenzione si era affiancato anche l obiettivo di completare il processo di unificazione nazionale e per questo motivo si era parlato del conflitto come della quarta guerra d indipendenza , con chiaro riferimento all epopea risorgimentale. In seguito alla sottoscrizione dei trattati di pace, la delusione fu forte in tutto il paese. A cavalcare questi sentimenti furono in prima fila i nazionalisti, che cominciarono a diffondere il mito della vittoria mutilata . Era stato il poeta Gabriele D Annunzio (1863-1938) a inventare quest espressione per esprimere l idea della delusione e la voglia di rivalsa rispetto all avidità delle potenze vincitrici. Ma ciò produsse l effetto di accrescere le tensioni: per molti italiani la perdita di tante vite umane in guerra non era stata riscattata adeguatamente. A quest idea si accompagnò anche la convinzione che l Italia fosse ormai entrata nel gruppo delle grandi potenze e che ciò richiedesse un adeguata dimostrazione di forza. Arditi Gruppo scelto dell esercito italiano, nato durante la Prima guerra mondiale per condurre azioni dietro alle linee nemiche. QUANDO Settembre 1919 Impresa di Fiume Stato corporativo Lo Stato corporativo, facendo delle corporazioni (associazioni delle categorie professionali) organi istituzionali, si prefigge l obiettivo di controllare i conflitti sociali e la vita economica del paese. Questa visione centralista, fondata sull ordine, la disciplina e la gerarchia sarà alla base dello Stato fascista. 156 L IMPRESA DI FIUME In questo clima si inserì l impresa di Fiume, che ebbe come protagonista proprio Gabriele D Annunzio, fattosi promotore della lotta per reclamare l annessione all Italia della città. Prima del conflitto, Fiume apparteneva all Impero austro-ungarico ma, dopo la dissoluzione di questo, si era deciso nel 1919 di affidarne il controllo alle forze vincitrici, sotto la guida italiana. Il governo di Francesco Saverio Nitti, succeduto a Orlando nel giugno 1919, si dimostrò incapace di risolvere la questione, inasprendo il malcontento dell opinione pubblica. In questo contesto di indecisione D Annunzio organizzò a settembre di quell anno una spedizione militare e con un contingente di reduci e di volontari, tra cui i gruppi d assalto chiamati arditi , occupò la città di Fiume e ne rivendicò l annessione all Italia. Il governo italiano non intervenne, dimostrando la sua impotenza sia sul piano interno sia internazionale: tutto ciò accrebbe il valore dell operazione dannunziana. Agli occhi di molti le soluzioni di forza apparvero l unico modo utile per decidere le questioni. D Annunzio divenne reggente provvisorio di Fiume; la sua esperienza durò più di un anno, tanto che nel settembre del 1920 emanò anche un documento molto simile a una Costituzione, la Carta del Carnaro , in cui prefigurava l istituzione di uno Stato corporativo con un parlamento eletto a suffragio universale.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi