APPROFONDIAMO - ECONOMIA E SOCIETÀ - Il Gold Standard e il

SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI carica di presidente del Consiglio) furono protagoniste in quegli anni: il socialista-repubblicano Aristide Briand (1862-1932) e il conservatore Raymond Poincaré (1860-1934), il quale divenne anche presidente della Repubblica. Lo spirito nazionale, esaltato dalla vittoria in guerra, rappresentò un solido elemento di coesione in cui si riconosceva ogni classe e ogni categoria sociale francese. Sul mito della patria e del sacrificio dei caduti in guerra si costruì l aggregazione delle forze politiche della Francia nel dopoguerra. L organizzazione di estrema destra Action fran aise di Charles Maurras (> C1.4), la cui ideologia antidemocratica e razzista troverà un certo seguito tra la popolazione, impresse tuttavia una piega decisamente reazionaria a questi miti. Il modello democratico, tuttavia, riuscì in Francia a mantenersi saldo. Politica deflazionistica Politica che prevede la riduzione del livello dei prezzi (deflazione) per incentivare l acquisto di beni, aumentando di conseguenza il potere d acquisto dei salari. QUANDO 1922 Conferenza di Genova LA PERDITA DEL PRIMATO BRITANNICO Il Regno Unito, colpito anch esso pesantemente dal conflitto, era tuttavia in una situazione tale da conseguire una più valida ripresa, grazie anche alla solidità della sua moneta nel mercato mondiale. Sul piano economico lo Stato volle ridare alla sterlina il valore e il prestigio che aveva prima della guerra. Attraverso una politica deflazionistica e un rigoroso impegno a riportare in attivo il bilancio statale, nel 1925 le finanze inglesi si ristabilirono almeno in parte dai duri colpi subiti nel corso del conflitto mondiale. Inoltre, il valore di cambio della sterlina con il dollaro venne stabilito con una legge che lo riportò a quello antecedente la guerra. La sterlina tornò sulla scena internazionale da protagonista quando poté passare, in seguito alla decisone stabilita alla conferenza di Genova nel 1922, dal sistema Gold Standard (> A ), per cui era possibile stampare cartamoneta solo in relazione alle riserve d oro possedute da ciascun paese, al sistema Gold Exchange Standard, che consentiva alle banche centrali di avere riserve in moneta anziché in oro e quindi di stampare cartamoneta senza sottostare a controlli. In realtà, quello britannico fu un ruolo di coprotagonista, visto che ormai il dollaro e il sistema produttivo statunitense erano diventati il vero baricentro dell economia mondiale. APPROFONDIAMO ECONOMIA E SOCIET IL GOLD STANDARD E IL GOLD EXCHANGE STANDARD Il Regno Unito fu il primo paese ad adottare (1816) il sistema monetario aureo (monometallico), incen a a c e ¬b¬ ¬ à de e e e a ¬ a ¬ ¬ in sostituzione del sistema bimetallico basato sulla convertibilità della valuta inglese in oro e argento. Tale passaggio fu dettato dall arrivo in Gran Bretagna di rilevanti quantità di materiale aurifero dalle colonie inglesi, che resero l oro il principale mezzo di scambio nelle transazioni commerciali. Altre nazioni adottarono ufficialmente il sistema aureo nel corso dell ultimo trentennio dell Ottocento: la Germania nel 1871; il Belgio e l Italia nel 1873; la Svizzera, la Francia, la Spagna, l Impero russo, il Giappone e gli Usa nel 1900. Con la Prima guerra mondiale si assistette al progressivo abbandono del sistema aureo da parte di tutti i paesi per permettere ai governi di finanziare le spese belliche senza acquistare oro, consentendo di emettere moneta nonostante non fosse più garantita la conversione in oro; con la fine del conflitto, in alcuni paesi il sistema fu reintrodotto ma durò solo fino agli anni della grande depressione (1929). Al sistema del Gold Standard è stato attribuito da molti economisti il merito della stabilità delle monete, dei prezzi e della libera circolazione dei capitali. Si parla di Gold Exchange Standard nei paesi che permettono la convertibilità della moneta nazionale nella valuta di un paese che adotta il sistema monetario aureo. Approfondisci gtvp.it/21storia03-06 136

Dai fatti alla Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi