6 TRA CRISPI E GIOLITTI

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO 6 QUANDO 1887 Morte di Depretis e governo a Crispi Una vignetta satirica apparsa sul giornale francese Le Petit Journal che fa dell ironia sull insuccesso del progetto coloniale di Crispi. QUANDO 1892 Giovanni Giolitti diviene primo ministro 462 TRA CRISPI E GIOLITTI IL GOVERNO DI FRANCESCO CRISPI Alla morte di Depretis, nell estate del 1887, il ruolo di capo del governo passò alla figura più rappresentativa della Sinistra, Francesco Crispi (> A ). Per quasi quattro anni, fino al febbraio 1891, Crispi concentrò nelle proprie mani un enorme fetta di potere, ricoprendo contemporaneamente, oltre all incarico di primo ministro (e fu il primo meridionale nella storia del Regno d Italia in tale ruolo), anche quelli di ministro degli Interni e degli Esteri. Dopo un decennio durante il quale le istituzioni parlamentari avevano perso credibilità per via del trasformismo e dell intreccio nascente tra politica e affari, Crispi si proponeva come l uomo che avrebbe reso moderno ed efficiente il paese. L impronta autoritaria e centralista del suo governo gli attirò le simpatie degli ambienti conservatori, permettendogli di governare grazie all apporto di un amplissima maggioranza parlamentare. Il governo Crispi fu caratterizzato da tre elementi. In primo luogo, il varo di un nuovo codice penale, che dal nome dell allora ministro della Giustizia venne chiamato codice Zanardelli, e che sancì l abolizione della pena di morte. Benché il nuovo codice non dichiarasse illegale lo sciopero, la politica repressiva e la lotta alle agitazioni sociali costituirono il secondo elemento che caratterizzò il governo Crispi: sotto l attenzione della polizia (cui furono dati poteri speciali, come condannare al domicilio coatto i sospetti senza l autorizzazione della magistratura) finirono l attività sindacale, il movimento operaio, ma anche le organizzazioni cattoliche e le associazioni irredentiste di ispirazione repubblicana. Infine, in politica estera, Crispi era deciso a costruire per l Italia un ruolo di grande potenza internazionale. Estimatore di Bismarck, il capo del governo rafforzò il legame con la Germania e la Triplice Alleanza e inasprì ancor di più i già cattivi rapporti con la Francia, contro la quale si combatté una vera e propria guerra doganale dopo la svolta protezionistica del 1887. La volontà del governo era inoltre di potenziare la politica coloniale, allargando e riorganizzando gli insediamenti in Eritrea e muovendosi per ampliarli in direzione della vicina Somalia. Proprio le critiche in parlamento a una politica coloniale giudicata troppo dispendiosa e poco utile allo Stato causarono la caduta del governo Crispi, nel febbraio 1891. UN NUOVO PROTAGONISTA: GIOVANNI GIOLITTI Dopo una parentesi di poco più di un anno, in cui il governo venne guidato dal leader della Destra Antonio Di Rudinì, nel maggio 1892 divenne primo ministro un personaggio destinato a caratterizzare un intera fase della storia italiana successiva: Giovanni Giolitti. Piemontese, nato a Mondovì nel 1842, fu il primo premier a non aver partecipato di persona, perché troppo giovane, al movimento risorgimentale e all Unità (> C13 e C14). Laureato in giurisprudenza all università di Torino, aveva fatto rapidamente carriera all interno dell amministrazione statale (ministero di Grazia e Giustizia, ministero delle Finanze, Corte dei conti e Consiglio di Stato), venendo infine eletto in parlamento nel 1882, tra le fila della Sinistra. Esponente ideale del trasformismo di quegli anni, Giolitti non fu mai pienamente inquadrabile all interno di un partito o di un ideologia, non risparmiando, per esempio, critiche al governo Depretis per la sua politica economica. Già ministro del Tesoro durante il governo Crispi, da presidente del Consiglio

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento