Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO rifiutando la lotta di classe e i ricorsi agli scioperi. Più che le teorie di Marx, attecchirono h inizialmente in Italia quelle anarchiche di Bakunin (> C15.4), che vagheggiavano l organizzazione di moti insurrezionali, in realtà mai tramutatisi in realtà. Andrea Costa, il primo deputato socialista eletto in Parlamento dopo la riforma del 1882, fu il fondatore del Partito socialista rivoluzionario di Romagna, formazione politica che rimase tuttavia legata al contesto locale, senza riuscire a legarsi alle realtà industriali più in crescita, specie in Lombardia. Dagli anni Settanta cominciarono a diffondersi le prime leghe operaie, presso i maggiori centri industriali. Dall unione di diverse di queste leghe nacque a Milano, nel 1882, il Partito operaio italiano, che faceva invece della lotta di classe il suo principale obiettivo, al punto da rifiutare qualsiasi apporto o partecipazione borghese. A tale partito, che in realtà fu sempre più simile a una federazione di associazioni operaie, si sommarono negli anni successivi altre associazioni, sia su base nazionale, come le federazioni di mestiere, che locale, come le Camere del lavoro, simili a sindacati. Nelle campagne, le proteste del proletariato rurale furono forti soprattutto nella Bassa Padana, generando i primi grandi scioperi agricoli della storia dell Italia unita, in particolare quelli nel Mantovano e nel Polesine del 1884-85. d Andrea Costa, deputato ad appena 31 anni, nel 1882, mantenne il proprio seggio alla Camera fino alla morte, nel 1910, sempre in rappresentanza dei socialisti. QUANDO 1882 Nasce il Partito operaio italiano Anna Kuliscioff, insieme a Filippo Turati, fondò la Lega socialista milanese, uno dei nuclei del futuro Partito socialista. Con Turati collaborò al periodico Critica sociale scrivendo articoli sui diritti delle donne e la questione femminile. LA NASCITA DEL PARTITO SOCIALISTA Con il passare degli anni divenne sempre più evidente la mancanza di un organizzazione politica unitaria e a carattere nazionale, capace di rappresentare tutto il composito mondo delle società operaie e delle proteste nelle campagne. Era ancora assente, d altra parte, un unità a livello ideologico, dovuta principalmente alla scarsa circolazione delle opere di Marx e al dominio della cultura positivista (> C15.4). Una delle poche eccezioni in questo quadro fu costituita dalla figura del filosofo napoletano Antonio Labriola (1843-1904), amico e corrispondente di Engels, che contribuì alla diffusione del pensiero marxista in Italia, senza però trovare un modo per dialogare con continuità con i leader socialisti e operai. Ben più decisivo fu invece il contributo dell intellettuale milanese Filippo Turati (1857-1932). Proveniente da una famiglia dell alta borghesia lombarda e dunque formato secondo i valori della cultura positivista, Turati era stato vicino, da giovane, ad ambienti mazziniano-repubblicani, ma a fargli cambiare idee politiche furono due fattori: l incontro con l esule russa Anna Kuliscioff, già vicina al mondo socialista europeo e sua compagna per tutta la vita, e l impatto con l ambiente operaio milanese. Dopo aver appoggiato il partito operaio italiano, Turati fu il fondatore del Partito socialista italiano, che in realtà assunse questa denominazione solo a partire dal 1895. Al momento della fondazione, nel 1892, venne chiamato infatti Partito dei lavoratori italiani, e l anno successivo divenne Partito socialista dei lavoratori italiani: al di là dei nomi, si trattava del primo partito della storia italiana che si proponeva di difendere i lavoratori, di lottare per il miglioramento delle loro condizioni di vita e di svolgere, in nome degli ideali socialisti, un ruolo da protagonista nel dibattito politico del paese. IL MONDO CATTOLICO Nonostante il non expedit pronunciato nel 1874 da Pio IX, le forze cattoliche cominciarono ben presto ad avere un ruolo importante nella politica e nella società italiane postunitarie. La radicata presenza della Chiesa, del clero e della cultura cattolica in ogni aspetto della vita pubblica italiana rendeva i cattolici militanti, ovvero quelli fedeli all ordine papale e che non riconoscevano lo Stato unitario nato nel 460

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento