Dai fatti alla Storia - volume 2

= . a ¬a da g ¬ à a a c ¬ ¬ d¬ e ec | CAPITOLO 18 La battaglia navale combattuta a Lissa tra la flotta del Regno d Italia e quella asburgica, in un incisione del XIX secolo. QUANDO 1866 Sconfitta dei soldati italiani a Custoza e Lissa 1866 Pace di Vienna sca, dichiarando guerra all Austria. Prima di sconfiggere l esercito asburgico nella battaglia di Sadowa, l opera diplomatica di Bismarck coinvolse nella guerra anche l Italia, allo scopo di dividere le truppe austriache su due fronti (> C16.3). Il conflitto, passato alla storia come Terza guerra d indipendenza, fu però avaro di successi. I soldati italiani, pur superiori di numero, furono sconfitti sia a Custoza (il 24 giugno 1866), sia nella battaglia navale combattuta presso l isola di Lissa (20 luglio 1866), denunciando in particolare l impreparazione e la scarsa qualità degli alti comandi dell esercito. Gli unici successi della campagna furono ottenuti dai Cacciatori delle Alpi in Trentino, sotto la guida di Garibaldi. Avendo invece raccolto con velocità e relativa facilità il proprio obiettivo, la Prussia diede però avvio ben presto alle trattative per l armistizio. Con la pace di Vienna (3 ottobre 1866), l Italia ottenne, nonostante le sconfitte, il Veneto e parte del Friuli, dovendo però rinunciare al Trentino e alla Venezia Giulia, definite terre irredente , cioè non ancora liberate dal dominio straniero. PAROLE DALLA STORIA Terre irredente La Terza guerra d indipendenza lasciò l eredità del cosiddetto irredentismo , cioè l aspirazione di una determinata etnia che vive dentro i confini di uno Stato a distaccarsene per aderire a un altra nazione che sembra corrispondere meglio alla propria identità. In senso lato, indica la spinta di una nazione a completare la propria unità, acquisendo territori sentiti come propri, ma soggetti alla dominazione straniera, cioè terre irredente . LA PRESA DI ROMA La delusione per l esito della guerra con l Austria rilanciò l iniziativa dei gruppi democratici per la conquista di Roma. Mentre Mazzini ridava vigore alla sua propaganda a favore della svolta repubblicana in Italia, Garibaldi tornò a radunare attorno a sé, questa volta in Toscana, un nuovo corpo di volontari. In quest occasione, nell estate del 1867, l idea non era più quella di una semplice invasione, ma di una rivolta popolare accesa dall interno, dai patrioti romani, alla quale avrebbero dato supporto i garibaldini. Anche questa volta, tuttavia, il piano non funzionò: l azione della polizia e dell esercito pontificio e la scarsa partecipazione popolare avevano già fatto fallire i progetti garibaldini, ancor prima che sbarcasse in Italia il contingente militare inviato 451

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento