2 LA CRISI PARLAMENTARE

SEZIONE A | IL SISTEMA DELL EQUILIBRIO EUROPEO E LE RELAZIONI GLOBALI appartenente alla nobiltà minore ma divenuto, grazie all appoggio del re, duca di Buckingham. Così come aveva fatto il duca di Lerma in Spagna, Buckingham fu il protagonista di una corte lussuosa, molto lontana da quella austera di Elisabetta, e soprattutto governò l Inghilterra grazie alla piena fiducia del re, suscitando così le proteste non solo di gran parte della nobiltà, ma anche del Parlamento. Il re Carlo I d Inghilterra. RICAPITOLANDO 1 Quali differenze vi erano tra i regni d Inghilterra e di Scozia? 2 Quale atteggiamento ebbe Giacomo I nei confronti della Chiesa anglicana e di quella cattolica? 3 In che modo il duca di Buckingham influenzò la politica inglese? Impeachment Istituto giuridico della Common Law, il diritto comune vigente in Inghilterra e in molti altri Paesi anglofoni, come gli Stati Uniti. L impeachment è un procedimento d accusa nei confronti di titolari di cariche pubbliche per aver commesso reati nell esercizio delle loro funzioni. Pur esistendo sin dal Medioevo, venne reinventato nel Seicento, nella lotta parlamentare contro il duca di Buckingham. 42 LA MONARCHIA PERSONALE DI CARLO I Il potere di Buckingham era talmente forte e radicato che nemmeno la morte di Giacomo I, il re che lo aveva favorito, nel 1625, ne causò la fine. Il legame tra il duca e il nuovo sovrano, Carlo I, era molto solido: i due erano stati protagonisti di un viaggio segreto a Madrid, nel 1623, in cui il favorito aveva potuto vedere con i propri occhi l autorità e il prestigio raggiunti dal valido di Filippo IV, il conte-duca di Olivares (> C1.1). La continuità del governo di Buckingham fece sì che Carlo I fosse investito delle stesse critiche già rivolte a suo padre. Come quest ultimo, anche Carlo ebbe sin da subito un rapporto conflittuale con il Parlamento, che cercò di convocare il meno possibile, e rimase fedele alla scelta paterna di non intervenire al fianco dei protestanti nella Guerra dei Trent anni. Quanto all opposizione al governo di Buckingham, la tensione crebbe notevolmente: nel 1626 il ministro favorito venne duramente attaccato in Parlamento (sciolto per questo da Carlo I) e ne venne chiesta la messa in stato d accusa, l impeachment. Nei mesi successivi, Buckingham tentò di evitare l opposizione del Parlamento, seguendo altre vie per reperire le risorse finanziarie che il re cercava e tentando al contempo di ricucire i rapporti con la grande nobiltà puritana. Nel 1628, la Camera dei Comuni chiese al re di firmare la Petition of rights (Petizione dei diritti), un documento che proibiva prestiti da mercanti banchieri, forme di prelievo fiscale non autorizzate dal Parlamento, nonché arresti arbitrari e procedure di emergenza contrarie alla legge. La tensione raggiunse il culmine quando il duca di Buckingham venne assassinato, il 23 agosto 1628. A seguito di questo episodio, Carlo I decise che, da quel momento in poi, non avrebbe più cercato il supporto di un ministro favorito, dando così inizio al suo periodo di governo personale (1629-40). Il sovrano aveva anche un altro obiettivo: riuscire a governare senza dover più convocare il Parlamento, che egli fece sciogliere, ancora una volta, nel 1629. 2 LA CRISI PARLAMENTARE GLI ERRORI DEL RE Secondo gran parte degli storici, durante il regno di Carlo I si produsse una frattura, una distanza sempre più ampia tra la court, ovvero la corte dove viveva il re, e il country, il resto del paese, rappresentato dal Parlamento. Pur avendo deciso di non scegliere un nuovo favorito al posto di Buckingham, e avendo quindi eliminato la principale ragione di critica che era stata mossa al governo suo e di suo padre Giacomo, Carlo continuò a tenere una condotta politica che suscitò molte polemiche. Non volendo ricorrere più al Parlamento per l imposizione di nuove tasse, il sovrano si affidò sempre di più ai prestiti onerosi di un ristretto gruppo di mercanti-banchieri, oltre a imporre una serie di dazi e di imposte indirette.

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento