Dai fatti alla Storia - volume 2

L Europa delle grandi potenze | CAPITOLO 16 I contrasti tra Guglielmo II e l arbitro della politica tedesca, Otto von Bismarck, divennero molto aspri, tanto che il nuovo Kaiser, dopo le dimissioni del cancelliere, colse l occasione per confinare al simbolico ruolo di eroe nazionale lo statista. RICAPITOLANDO 1 Verso quali obiettivi si orientò la politica di Bismarck dopo l unificazione tedesca? 2 A quale scopo fu stretto il patto dei tre imperatori? 3 Quali tensioni erano presenti nel patto dei tre imperatori e nella Triplice Alleanza? 4 Per quali motivi la legislazione sociale voluta da Bismarck non riuscì a ottenere gli obiettivi sperati? LA FINE DEL POTERE DEL CANCELLIERE A partire dagli anni Settanta, pur continuando a godere del pieno appoggio dell aristocrazia terriera e del mondo industriale e bancario (a vantaggio dei quali vennero attuate misure di taglio protezionistico per tutelare l industria pesante e la cerealicoltura tedesche dalla concorrenza straniera), Bismarck dovette iniziare a guardarsi da nuovi oppositori. Il riferimento è a due nuovi partiti nati in quegli anni: il Centro, di chiara ispirazione cattolica, e il Partito socialdemocratico tedesco (Spd). Contro il primo, il cancelliere attuò, tra il 1872 e il 1875, la Kulturkampf (battaglia per la civiltà), che aveva l intento politico di contrastare l influenza del clero cattolico nei confronti dello Stato, giustificando la sua azione con l atteggiamento retrogrado assunto dal papa Pio IX dopo la promulgazione del Sillabo. Si trattò di una serie di misure volte ad affermare il carattere laico dello Stato, attraverso l abolizione di ogni ingerenza religiosa sull insegnamento e l obbligo del matrimonio civile, e ponendo sotto sorveglianza l attività del clero cattolico. Tali iniziative ebbero però il risultato opposto alle aspettative, facendo crescere l orgoglio e la compattezza dei cattolici tedeschi e, di conseguenza, anche i loro risultati elettorali, fino a costringere Bismarck a rivedere la sua politica in questo settore. Non migliore fortuna ebbe la legislazione sociale voluta dal cancelliere per togliere consensi ed elettori al partito socialdemocratico. Molto avanzata per i tempi, la legislazione stabilì l introduzione di assicurazioni obbligatorie per gli infortuni sul lavoro, le malattie e la vecchiaia, a spese in parte degli imprenditori e in parte dello Stato. Tali interventi, fortemente voluti da una corrente di riformismo conservatore molto consistente tra gli intellettuali tedeschi dell epoca, e in particolare tra i professori universitari (il cosiddetto socialismo della cattedra ), non solo non vennero visti di buon occhio dai gruppi imprenditoriali che da sempre appoggiavano Bismarck, ma non impedirono comunque l ascesa del movimento sindacale e del partito socialdemocratico (> C19.4). E nei confronti di quest ultimo non erano state pienamente efficaci nemmeno le leggi eccezionali varate nel 1878 che, traendo pretesto da due attentati falliti contro l imperatore, avevano fortemente limitato la libertà di stampa e di riunione e dichiarato illegali tutte le associazioni che si proponevano il cambiamento dell ordine sociale esistente. L ormai settantacinquenne Bismarck si dimise dal suo incarico di cancelliere nel 1890, dopo 28 anni di governo. Oltre all ascesa di cattolici e socialdemocratici, pesarono le critiche dei gruppi commerciali e finanziari che chiedevano una politica estera di respiro mondiale, e non più solo europeo. Decisive furono inoltre le divergenze di vedute con il nuovo Kaiser, Guglielmo II, salito al trono nel 1888, desideroso di poter governare in prima persona e di liberarsi dell ingombrante cancelliere, dal quale lo dividevano più di quarant anni d età e, soprattutto, una diversa visione della politica e del futuro della Germania. 409

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento