Dai fatti alla Storia - volume 2

Borghesi e operai | CAPITOLO 15 mazziniano in rappresentanza degli operai italiani e vari esuli invitati a titolo personale, tra i quali Marx. Fu proprio quest ultimo a redigere lo statuto provvisorio dell Associazione, in cui si fissavano gli obiettivi della lotta allo sfruttamento del lavoro e della ricerca dell autonomia per il proletariato. Già da quel primo incontro emersero chiare divisioni interne. Il rappresentante italiano, Adolfo Wolf, si oppose all impostazione classista dello statuto, e da quel momento nessun mazziniano avrebbe più partecipato alle riunioni dell Internazionale. Dotata di grande valore simbolico, essa tuttavia avrebbe fatto ben poco di concreto negli anni successivi, soprattutto a causa di contrasti dovuti non solo a divergenze ideologiche, ma anche alle differenti provenienze nazionali dei suoi membri. «Proletari di tutti i paesi unitevi! è una delle frasi più celebri del Manifesto del partito comunista, che si legge al centro, in tedesco, sotto la figura della libertà (Freiheit). RICAPITOLANDO 1 In coincidenza con quale evento si formò l Associazione internazionale dei lavoratori? 2 Quale posizione assunsero i mazziniani nei confronti della Prima internazionale? 3 Come si concluse l esperienza dell Associazione internazionale dei lavoratori? MARX CONTRO BAKUNIN Una delle divisioni che contrassegnarono le riunioni dell Internazionale dei lavoratori fu quella tra i socialisti veri e propri e gli anarchici. Punto di riferimento di questi ultimi fu a lungo il pensiero di Proudhon, sino a quando emerse la figura del rivoluzionario russo Michail Bakunin (1814-76). Dopo aver partecipato ai moti del 1848 sia in Francia sia in Germania, e dopo più di dieci anni trascorsi fra il carcere e il confino in Siberia, Bakunin si era rifugiato da esule in Italia e in Svizzera. Grande oppositore di Mazzini, di cui contestava la visione politica centrata sulla formazione di uno Stato unitario e centralizzato, entrò presto in contrasto anche con Marx. Quest ultimo riteneva che il superamento del sistema capitalistico dovesse essere perseguito dal proletariato industriale, portando al superamento dello Stato borghese e alla cosiddetta dittatura del proletariato , ovvero a una società comunista basata sulla condivisione dei mezzi di produzione. Per Bakunin, invece, lo Stato in sé, in quanto strumento di mantenimento (al pari della religione) del potere delle classi dominanti, doveva essere abbattuto da tutti i lavoratori, non solo dagli operai, e con esso sarebbe scomparso anche lo sfruttamento economico basato sulla proprietà privata. Il comunismo si sarebbe a quel punto instaurato spontaneamente, senza bisogno di dare vita a una nuova forma statuale centralizzata e coercitiva. Per Bakunin, il movimento internazionale dei lavoratori non avrebbe dovuto assumere una struttura centralizzata, perché in ogni Stato i rivoluzionari avrebbero dovuto godere di un ampio grado di autonomia. Secondo il leader anarchico, la propaganda doveva basarsi non su libri e parole, bensì su azioni, su gesti violenti, esemplari e sensazionali: da qui ebbe inizio la diffusione del terrorismo rivoluzionario. I contrasti tra marxisti e bakuniani conobbero una svolta nel congresso del 1872, quando Marx ed Engels riuscirono a mettere in minoranza Bakunin e i suoi sostenitori, decidendo al contempo il trasferimento della sede centrale dell Associazione da Londra a New York. Quattro anni dopo, nel 1876, l Internazionale venne sciolta: furono certamente decisivi i contrasti appena descritti, ma anche la convinzione di Marx che la strada da percorrere per il futuro fosse nello sviluppo di forti partiti socialisti nazionali, piuttosto che nel movimento operaio internazionale. L influenza bakuniana rimase comunque forte per alcuni anni, specie in quei paesi che non avevano ancora conosciuto un adeguato sviluppo industriale. 381

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento