2 IL POSITIVISMO

Borghesi e operai | CAPITOLO 15 RICAPITOLANDO 1 Come cambia il significato della parola borghesia dall XI al XIX secolo? 2 Quali differenze erano presenti nel mondo borghese? 3 Quale considerazione aveva la borghesia dei cosiddetti ultimi della società? che, come imponevano i dettami religiosi, l omosessualità e la prostituzione. Per gli ultimi della società, ovvero i poveri, i criminali, o anche gli alcolisti, la mentalità borghese diffusa non mostrava alcuna pietà: se il successo personale e la condizione sociale dipendevano unicamente dal duro lavoro e dal rispetto di un preciso codice morale, essi erano semplicemente individui svogliati o incapaci di tenere a freno i propri istinti. Naturalmente, le caratteristiche appena elencate valgono a dare un quadro d insieme della mentalità dominante all interno di un determinato gruppo sociale, ma ciò non vuol dire che tutti i borghesi europei si comportassero necessariamente in questo modo o che seguissero alla lettera certi modi di pensare e di agire. 2 Lo scienziato francese Louis Pasteur fu il fondatore della moderna microbiologia. QUANDO 1859 Charles Darwin pubblica L origine della specie IL POSITIVISMO LA FEDE NEL PROGRESSO Così come era convinta che, a livello individuale, il successo personale fosse inevitabile se perseguito con serietà e duro lavoro, allo stesso modo la società borghese era fiduciosa nel fatto che l umanità fosse destinata a un progresso generale, graduale e costante. L ottimismo fu un altra caratteristica tipica della mentalità borghese, così come la fiducia nel progresso. Non è un caso che il periodo compreso tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta dell Ottocento abbia conosciuto una lunga serie di importanti innovazioni scientifiche: dalla formulazione delle leggi sui caratteri ereditari da parte di Gregor Johann Mendel (1822-84), alle scoperte nel campo dell elettricità di James Clerk Maxwell (1831-79) e in quello dei microrganismi da parte di Louis Pasteur (1822-95). La fede nel progresso costituì il nucleo fondamentale di una nuova corrente intellettuale, il positivismo, il cui principale esponente fu il filosofo francese Auguste Comte (1798-1857). I metodi delle scienze naturali, basati sull osservazione dei dati positivi, cioè reali, e sulla formulazione di conseguenti leggi, furono applicati dai positivisti a tutti i campi dell attività umana, dalla politica alla letteratura, dall economia all arte. Il metodo alla base della conoscenza scientifica, l unica ritenuta valida, venne utilizzato da Comte per lo studio della società, dando vita a una nuova disciplina: la sociologia. Nato in Francia, il positivismo si diffuse molto anche in Inghilterra, dove si legò alla corrente dell utilitarismo (> C5.4) ed ebbe nel filosofo Herbert Spencer (1820-1903) il suo principale esponente. In Italia, le idee positivistiche ebbero non a caso minor forza di penetrazione, in una società borghese ancora poco sviluppata. Esercitarono comunque influenza sul pensiero pedagogico, sulle riflessioni di autori politici come il patriota Carlo Cattaneo e sugli studi nel campo della criminalità di Cesare Lombroso (> A , pag. 370). LA TEORIA DARWINIANA E LE SUE CONSEGUENZE Rientrano a pieno nel clima culturale positivista anche gli studi del naturalista inglese Charles Darwin (1809-82). La sua opera più nota e importante, L origine della specie (1859), ha avuto un impatto enorme non solo sulla scienza, ma in generale sulla società e sulla mentalità collettiva. Darwin sosteneva che tutte le specie naturali fossero sottoposte a un lento processo di selezione naturale, in base al quale gli individui più adatti all ambiente avevano più possibilità di sopravvivere, di riprodursi e quindi di evolversi, mentre i più deboli erano destinati a scomparire. Anche l uomo, secondo Darwin, era il risultato di una lunga catena biologica di evoluzione. 369

Dai fatti alla Storia - volume 2
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Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento