Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE C | L ET DELLE RIVOLUZIONI Per questo fine si riunì a Praga, ai primi di giugno, un congresso cui parteciparono i rappresentanti delle varie regioni a maggioranza slava dell impero, ovvero Boemia, Slovacchia, Galizia, Rutenia, Croazia e Slovenia. Ma i lavori del congresso erano destinati a durare solo pochi giorni. La battaglia di Isaszeg, combattuta il 6 aprile 1849, tra l esercito austriaco e gli insorti magiari che chiedevano l indipendenza dall Impero. RICAPITOLANDO 1 Quali richieste furono portate avanti dai ribelli cechi? 2 Quali provvedimenti prese Francesco Giuseppe appena assunto il titolo di imperatore? 292 LA REAZIONE DEL POTERE IMPERIALE In una situazione che sembrava disperata, la fedeltà dell esercito all autorità imperiale e al legittimo governo di Vienna non venne mai meno. La prima città a essere riconquistata fu proprio Praga: il 12 giugno fu assediata e bombardata dall esercito austriaco, il congresso slavo venne sciolto e il governo provvisorio rimosso. A luglio, mentre il maresciallo Radetzky sconfiggeva i piemontesi riprendendo il controllo della Lombardia (> C13.4), il Reichstag fece le sue prime riunioni, ma la sua azione fu fortemente indebolita dai contrasti tra i diversi gruppi nazionali. Il provvedimento più importante che riuscì a prendere fu certamente l abolizione della servitù della gleba in tutti i territori dell impero. Ad agosto, ormai certo di aver ripreso il controllo della situazione, l esercito scortò l imperatore nel suo ritorno a Vienna. Restava ancora aperto il fronte ungherese della rivolta. Per venire a capo della complessa situazione, da Vienna si cercò di minare alla base il potere del governo ungherese, mettendo le une contro le altre le diverse nazionalità coinvolte. In particolare, nel progetto della cosiddetta grande Ungheria , gli indipendentisti ambivano a ridare vita all antico regno magiaro, all interno del quale dovevano rientrare anche i territori degli slavi del sud , ovvero sloveni e croati. A questi ultimi si rivolse il potere imperiale, promettendo, nel caso in cui fossero rimasti fedeli a Vienna, un grado di autonomia maggiore di quello che avrebbero garantito loro gli ungheresi. Fu così dunque che il leader del movimento autonomista croato, Josip Jelac ic , fu nominato in luglio governatore della Croazia, e in settembre entrò alla testa di un esercito in Ungheria, per unirsi alle truppe imperiali. LA FINE DELLE RIVOLTE NELL IMPERO Proprio quando l esercito sembrava a un passo dal riconquistare Budapest, scoppiò una nuova insurrezione a Vienna, ai primi di ottobre. Ancora una volta, furono principalmente studenti e lavoratori a scendere in piazza per protestare contro l invio al fronte di nuove truppe. Alla fine di ottobre, l esercito che era stato mobilitato per spegnere la rivolta in Ungheria raggiunse Vienna e la cinse d assedio. Dopo tre giorni di duri combattimenti e migliaia di vittime tra i ribelli, la capitale venne riconquistata. Poche settimane dopo, l imperatore Ferdinando I abdicò in favore del nipote, l appena diciottenne Francesco Giuseppe (2 dicembre 1848). Il nuovo sovrano si mosse subito in due direzioni: da un lato, sciolse d autorità il Reichstag, promulgando una Costituzione moderata che prevedeva un parlamento dai poteri assai limitati ed eletto a suffragio ristretto; dall altro, si attivò per soffocare definitivamente la ribellione ungherese. Per quest ultimo obiettivo, fu decisivo l accordo con lo zar Nicola I, che intervenne militarmente in Ungheria al fianco di austriaci e croati, preoccupato che ai confini del suo impero potesse consolidarsi uno Stato rivoluzionario. Attaccato da più fronti, l esercito ungherese si arrese nell agosto 1849.

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento