INTERPRETARE LA STORIA

C8 | INTERPRETARE LA STORIA > TESTO 1 | Tiziano Bonazzi LE DIVISIONI DEI PATRIOTI Accanto alle battaglie più celebri combattute tra i patriots, come si autodefinirono i ribelli, e le truppe britanniche, la Guerra d indipendenza fu ricca di episodi minori , che tuttavia sono interessanti perché sottolineano le divisioni esistenti tra gli stessi abitanti delle tredici colonie non solo a riguardo della guerra, ma anche a proposito di altri temi spinosi. Lo storico Tiziano Bonazzi (n. 1940) ne fornisce alcuni esempi. C ontemporaneamente in tutte le colonie era in atto un duro confrontro tra whig sostenitori della causa americana e tory favorevoli alla Gran Bretagna. I due appellattivi erano stati ripresi dalla politica inglese e indicavano il partito salito al potere dopo la Gloriosa rivoluzione e i suoi avversari conservatori. Sul conflitto tra whig e tory nelle colonie pesavano le azioni sia del Parlamento che dei funzionari inglesi e il modo in cui la propaganda dei patrioti, che si erano impadroniti di gran parte delle stamperie e agivano con grande efficacia attraverso i Comitati di corrispondenza, le presentava all opinione pubblica. [ ] Fondamentale per la loro propaganda fu anche quanto accadde a Norfolk, il principale porto virginiano. In dicembre i patrioti avevano cacciato i lealisti 1 dalla città e la flotta inglese cercò di riconquistarla senza riuscirvi. Il 1 gennaio 1776, mentre gli inglesi si ritiravano, un incendio distrusse interamente la città e i patrioti riuscirono a imputarlo al bombardamento navale inglese, anche se l incendio era scoppiato quando le loro milizie erano rientrate in città e avevano preso a saccheggiare le case dei lealisti. L episodio, che sollevò rabbia ovunque, è importante non solo come indice della superiore capacità propagandistica dei patrioti; ma perché fu uno dei primissimi episodi della guerra civile che si intrecciò con quella di Indipendenza e che insanguinò il paese con battaglie, guerriglia e atti di mera brutalità. [ ] Il 7 novembre 1775 il governatore della Virginia Lord Dunmore promise la libertà agli schiavi che si fossero uniti a lui per combattere i ribelli. Ottocento schiavi maschi e quasi altrettante donne e bambini fuggirono dalle piantagioni e lo raggiunsero [ ]. Dunmore, sia pure in modo pretestuoso2, si era mosso sapendo che molti erano i sintomi di irrequietezza fra gli schiavi. Gli appelli dei patrioti alla libertà ne aveva, infatti, portati molti a ritenere che essa sarebbe giunta anche per loro e questo predicavano alcuni pastori neri. [ ] Il potenziale eversivo3 dell appello di Dunmore, a cui ne seguirono altri da parte di 200 generali britannici negli anni successivi, era preoccupante perché gli americani erano divisi sulla schiavitù. Non pochi, infatti, sia lealisti che patrioti, convinti dall umanitarismo illuminista, la ritenevano un male da estirpare. I quaccheri per primi, da sempre pacifisti e antischiavisti; ma anche personaggi come Thomas Jefferson e Patrick Henry. Ben pochi, tuttavia, liberarono i propri schiavi, una mossa economicamente gravosa e che avrebbe sconvolto il sistema di piantagione. Per di più la grande maggioranza dei coloni era indifferente o favorevole alla schiavitù. Nel sud essa era ritenuta non solo indispensabile, ma giusta, per cui l appello di Dunmore parve un atto di tirannia e rafforzò la spinta verso l indipendenza alla cui guida erano proprio i piantatori. La rivoluzione americana, il Mulino, Bologna 2018 1 lealisti: gli americani rimasti fedeli alla Gran Bretagna. 2 pretestuoso: che costituisce un pretesto per nascondere le proprie intenzioni. 3 eversivo: che tende a rovesciare l assetto sociale e statale mediante atti rivoluzionari. COMPRENDERE E INTERPRETARE a Che cosa indicavano gli appellativi whig e tory tra i coloni americani? b Per quale motivo l episodio legato all incendio di Norfolk è indice della superiorità della propaganda dei patrioti? c Attorno a quali questioni è possibile rilevare divisioni tra gli abitanti delle tredici colonie?

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento