Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE B | IL TRAMONTO DELL ANCIEN R GIME E LA VIA ALLA MODERNIT INDUSTRIALE Approfondisci Liberismo Ned Ludd in un ritratto immaginario del XVIII secolo. Non ci sono prove della sua esistenza, ma in ogni caso fu all origine di miti e leggende. naturali, come la legge della domanda e dell offerta, in base alla quale chi detiene merci o servizi da vendere deve necessariamente regolare la propria azione in relazione a chi possiede denaro per comprare quelle merci o servizi. A partire da questo meccanismo di base, la ricchezza circola all interno delle nazioni, garantendone la prosperità e il soddisfacimento dell interesse generale. Lo Stato, secondo Smith, deve limitarsi a intervenire nei settori dove non opera il mercato, come la difesa, il sistema giudiziario, le opere pubbliche e l istruzione. La teoria economica di Smith, detta liberismo, ha avuto enorme influenza, venendo più volte ripresa e rielaborata da tanti economisti dei secoli successivi. La ricetta liberista non ha comunque cancellato le pretese degli Stati di intervenire direttamente nell economia. La dimostrazione più evidente di tale tendenza fu data dal proliferare, nel corso dell Ottocento, di politiche protezionistiche, che puntavano a difendere l economia nazionale dalla concorrenza dei prodotti provenienti dall estero, attraverso l imposizione di una serie di dazi doganali. LE CONDIZIONI DI VITA DEGLI OPERAI All interno delle fabbriche si registrò sin da subito una stratificazione sociale destinata ad acuirsi sempre più con il passare degli anni. Al vertice, vi erano gli operai specializzati, personale qualificato spesso proveniente dalle botteghe artigiane, le cui competenze ed esperienza conferivano loro una posizione privilegiata, che quasi nulla aveva a che fare con il resto dei lavoratori in fabbrica. Tra questi ultimi, accanto alla massa crescente di ex contadini emigrati in città alla ricerca di un lavoro, e dunque privi di una qualsiasi preparazione specifica, vi erano anche moltissime donne e bambini. Su queste categorie, quelle più deboli, si concentrava lo sfruttamento da parte degli imprenditori, che chiedevano ai loro salariati turni di lavoro massacranti e senza alcuna tutela, forti del fatto che l offerta di lavoratori era amplissima e sostituire un operaio non specializzato era estremamente facile. Le condizioni di povertà e degrado favorirono il proliferare di fenomeni come l alcolismo e la prostituzione, mentre i turni di lavoro arrivarono in molti casi sino alle 15 o 16 ore giornaliere. Solo nel 1831 venne approvata una prima legislazione statale sul lavoro, che imponeva il divieto di impiegare nelle fabbriche ragazzi di età inferiore ai 9 anni e un tetto di 12 ore giornaliere di lavoro per i minori di 18 anni. LUDDISTI E TRADE UNIONS Il posto di lavoro degli operai non specializzati, ma anche le condizioni di privilegio di quelli specializzati furono progressivamente resi più incerti dalla continua introduzione di nuove macchine, che velocizzavano il ciclo produttivo e presentavano il vantaggio, non da poco per i proprietari delle fabbriche, di risparmiare sui costi. La lotta alla meccanizzazione e a tutte le conseguenze negative che essa comportava si fondeva con le recriminazioni verso quel progresso di cui le macchine erano simbolo, ma che spesso si tramutava in semplice sfruttamento delle persone. Non si hanno prove storiche dell effettiva esistenza di Ned Ludd, l operaio che, secondo la tradizione, fu il primo a distruggere un telaio meccanico, nel 1779; sta di fatto che da lui prese nome il fenomeno noto come luddismo (> F , pag. 168) che, pur nelle differenze in cui si presentò da regione a regione, coinvolse tutta l Inghilterra: con tale termine si indica quell insieme di proteste, a volte sfociate in vere e proprie azioni terroristiche e sommosse in fabbrica, che erano rivolte con- 166

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento