1 DESPOTI E RIFORMATORI

Il dispotismo illuminato e la stagione delle riforme | CAPITOLO 6 1 Cameralismo l nsieme delle dottrine relative all amministrazione dello Stato e al benessere generale, elaborate in Germania nel XVII e XVIII secolo. Si occupavano dei problemi della popolazione, dell attività economica, della ricchezza nazionale. Caterina II di Russia è stata una sovrana illuminata, ha contribuito a trasformare la Russia in un paese moderno. Il Café du Caveau al PalaisRoyal, a Parigi. A partire dal XVIII secolo i salotti e i caffè resero possibile discutere liberamente in pubblico di argomenti politici e culturali. DESPOTI E RIFORMATORI LE RIFORME NEL SECONDO SETTECENTO L espressione dispotismo illuminato o dispotismo riformatore ha avuto grande successo, non solo perché riesce a sintetizzare in due parole una delle caratteristiche tipiche del Settecento in Europa, ma anche perché essa può sembrare, in un primo momento, un ossimoro, ovvero una contraddizione: come si può essere despoti e, allo stesso tempo, riformatori? Un sovrano che concepisce il proprio potere come voluto da Dio, che non accetta limiti alla propria influenza e che è dunque l erede di un idea di regalità tradizionale, di origine medievale, come può farsi promotore di riforme, ovvero di cambiamenti negli assetti giuridici, economici e politico-sociali del proprio regno? La seconda metà del XVIII secolo conobbe in effetti l azione di alcuni sovrani che, seppure in maniere diverse e perseguendo differenti scopi, portarono avanti una serie di riforme, in diversi ambiti. L influenza del pensiero illuminista (> C5) fu in alcuni casi evidente e fondamentale, ma bisogna anche considerare l esistenza di altre esigenze alle quali i sovrani europei tentarono di rispondere. Impegnati in un periodo di conflitti ormai a livello globale, ben simboleggiato dalla Guerra dei Sette anni (> C4.5), tali sovrani erano spinti dall esigenza di riformare, e in primo luogo di migliorare la capacità del proprio sistema fiscale, perché erano le tasse a finanziare gli eserciti che combattevano nei vari angoli del globo. Fino al Settecento, prima di imporre nuove tasse i re europei dovevano ottenere l autorizzazione di specifiche assemblee, dove sedevano i rappresentanti dei sudditi del regno, e in cambio di un donativo (cioè di una nuova imposizione) i sovrani erano spesso obbligati a fare concessioni, a riconoscere diritti, ad accontentare vari tipi di richieste. Per evitare di dover ricorrere a tali assemblee, antenate dei moderni Parlamenti, si cercò nel Settecento di battere strade alternative: l imposizione con la forza di tasse illegittime, l aumento del gettito proveniente da imposte lecite o anche l incremento del profitto proveniente dai beni privati della corona, i cosiddetti beni camerali . Nell impero asburgico nacque una vera e propria corrente di pensiero, detta cameralismo, che si poneva proprio l obiettivo di avanzare proposte teoriche e pratiche per incrementare le rendite imperiali. In Spagna, già nel Seicento, i re ricevevano costantemente gli arbitrios, ovvero progetti di riforma politica, economica e istituzionale volti a permettere alla monarchia spagnola di superare la propria crisi e di competere con le potenze concorrenti di Inghilterra, Francia e Province Unite. Insomma, nel corso del Settecento si era consolidata l idea che una nazione intenzionata a competere, a livello economico e militare, su scala internazionale avesse bisogno di una macchina amministrativa rapida ed efficiente. LA SFERA PUBBLICA A questo insieme di esigenze concrete, dettate dalla guerra e dalla competizione esistente tra i paesi europei, vanno aggiunti anche altri elementi, che favorirono la nascita della stagione del dispotismo illuminato. La diffusione di gazzette e fogli di notizie permise infatti a fasce di popolazione fino a quel momento escluse dalla circolazione dell informazione di conoscere decisioni, strategie e piani pensati dai sovrani e dai loro ministri per governare i rispettivi paesi. Nel corso del Settecento, tale ampliamento della sfera pubblica, e cioè della percentuale di popolazione informata e interessata all evoluzione della politica della nazione, obbligò i governanti a cercare di ottenere il consenso proprio di quella percentuale di popolazione, che si esprimeva attraverso i mezzi di comunicazione. 137

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento