Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE GREGORIO VII E L AFFERMAZIONE DEL PAPATO Lo scontro fra i due poteri universali giunse all apice quando venne eletto pontefice Ildebrando di Soana, un acceso fautore della riforma, che era stato tra gli ispiratori delle scelte di Niccolò II e che prese il nome di Gregorio VII (1073-85). Nel 1075, nel documento detto Dictatus papae (> F ), Gregorio VII definì la sua idea di Chiesa e il nuovo tipo di rapporti da stabilire fra papato e Impero. Nella sostanza affermava: il primato del papa tanto sui laici (quindi anche sull imperatore) quanto sui chierici (quindi su tutti i vescovi); Il foglio manoscritto del Dictatus papae. il potere esclusivo del vescovo di Roma di deporre i vescovi e trasferirli, ma anche di scomunicare l imperatore; Chierico la centralità della Chiesa di Roma e la conseguente subordinazione delle Chiese locali alle decisioni romane; Nel linguaggio della Chiesa, chi è ministro sacro con il compito di governare spiritualmente i fedeli; il termine è contrapposto a laico. la possibilità per il papa di emanare leggi (prerogativa finora riservata ai concili), e quindi di essere fonte di diritto, subordinando il concilio; Scomunica l infallibilità della Chiesa riguardo alle questioni di dottrina. Provvedimento ecclesiastico che esclude il battezzato dalla comunione con la Chiesa, vietandogli di ricevere o amministrare sacramenti. Costituisce lo strumento estremo del papato per costringere un fedele all obbedienza. Si trattava di un vero e proprio rovesciamento della politica ottoniana; un operazione che colpiva direttamente l imperatore e dichiarava l assoluta supremazia del potere papale sia verso l Impero sia all interno della Chiesa. Poste queste premesse, Gregorio VII ne faceva conseguire coerentemente che anche il potere politico, in quanto derivato da Dio, era subordinato alla potestà del papa. LA CONCEZIONE TEOCRATICA DI GREGORIO VII Diretta origine divina del potere papale QUANDO 1076 Enrico IV fa deporre il papa Gregorio VII. Il papa lo scomunica. 1077 Enrico IV chiede perdono a Canossa. Dopo tre giorni riceve l assoluzione. Matilde a colloquio con le autorità ecclesiastiche di Modena, miniatura di inizio Duecento. Erede di una potente famiglia di feudatari, Matilde (1046-1115) governava su buona parte del Centro-Nord e giunse a essere viceregina d Italia. Primato del pontefice su laici e chierici Potere del papa di deporre i vescovi e scomunicare l imperatore Prerogativa del papa di emanare leggi all interno della Chiesa Centralità della Chiesa di Roma ENRICO IV A CANOSSA La reazione dell imperatore Enrico IV (1050-1106, sul trono dal 1084 al 1105) alla politica di Gregorio non si fece attendere: attraverso alcuni vescovi a lui fedeli fece deporre il papa (1076). Ancora più energica fu la risposta di Gregorio VII che scomunicò Enrico. Con quell atto i sudditi dell imperatore erano sciolti da ogni vincolo di obbedienza. Ne approfittarono i grandi signori tedeschi, che provarono subito a indebolire il potere imperiale a favore delle loro spinte autonomiste. A quel punto Enrico IV, sentendosi isolato, prese la decisione di piegarsi e chiedere perdono: nel gennaio 1077 scese in Italia, a Canossa, dove fu ospite nel castello della marchesa Matilde, e qui subì una dura umiliazione, costretto a vestire il saio e a digiunare in segno di penitenza. Solamente dopo tre giorni Gregorio VII gli concesse l assoluzione. 60 77636R_0000E01_INTE_BAS@0060.pgs 15.09.2021 13:06

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna