Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE D | LA COSTRUZIONE DEGLI STATI EUROPEI Approfondisci VIDEO Il Cinquecento: l Inghilterra di Elisabetta Maria Stuart in un ritratto del 1578. Chiesa presbiteriana Organizzazione di fede calvinista caratterizzata dall elezione diretta di anziani (in greco, presb teroi) laici nel consiglio (o presbiterio) che costituisce l autorità locale della Chiesa. A parte un assemblea generale (o sinodo) di tutte le Chiese non è prevista alcuna gerarchia ecclesiastica, in base al principio del sacerdozio universale dei fedeli. Diffusasi nei Paesi Bassi, in Francia e soprattutto in Scozia, oggi conta il maggior numero di seguaci negli Stati Uniti. UNA POLITICA DI EQUILIBRIO Nata da un matrimonio non approvato dalla Chiesa cattolica, Elisabetta I Tudor (1533-1603) si trovò quasi nella necessità di fare la scelta protestante ma le recenti convulsioni della vita politica e religiosa inglese la convinsero a cercare soluzioni di conciliazione in grado di dare maggiore stabilità alla vita del paese. Pur decisamente orientata in favore dello schieramento protestante, maggioritario in Inghilterra, Elisabetta fu infatti attenta a tenere una posizione di equilibrio fra le fedi, contrastando ogni forma di estremismo religioso da parte sia dei cattolici sia dei calvinisti inglesi, i puritani. La sovrana confermò l Atto di supremazia (1559), con cui riaffermava il primato della corona sulla Chiesa inglese stabilito da suo padre, e contemporaneamente con l Atto di uniformità reintrodusse il Book of Common Prayer (> C16.6), abolito da Maria Tudor, attraverso il quale si assicurò che gli aspetti protestanti presenti nella liturgia non sovvertissero del tutto l impianto cattolico; infine, i Trentanove articoli, approvati nel 1563, prendevano un più deciso orientamento dottrinale calvinista. Nello stesso tempo Elisabetta conservò la struttura gerarchica di origine cattolica, riservando alla corona la nomina dei vescovi, senza perseguitare chi, in privato, professava confessioni diverse dall anglicanesimo. Questo tentativo di trovare un equilibrio fra le parti non fu ben accolto soprattutto dai calvinisti più intransigenti come i puritani, che volevano eliminare ogni residuo di cattolicesimo. Tuttavia, la strategia seguita da Elisabetta servì a costruire un più solido apparato politico unitario che aveva al suo vertice la forte figura del sovrano. LA QUESTIONE SCOZZESE La questione dinastico-religiosa ebbe anche un altro risvolto. Il vicino Regno di Scozia era andato a Maria Stuart (1542-87), incoronata nel 1560 dopo essere stata per due anni sul trono francese (come di Francesco II). Cresciuta ed educata in Francia, Maria era cattolica e, moglie d inoltre, era discendente di una Tudor e come tale poteva vantare pretese alla successione sul trono d Inghilterra. Tale eventualità era però sgradita sia ai prosuccessio testanti ssia a coloro che temevano di veder finire l Inghilterra nell orbita francese. Anche lo stesso re di Spagna, Filippo II, era contrario a una simile ipotesi, Anc avrebbe modificato profondamente gli equilibri politici europei, e per cerche avr care di scongiurarla giunse a chiedere la mano di Elisabetta che oppose un netto rifiuto per non far cadere il paese sotto l egemonia spagnola. net Oltre a quella di Filippo, negli anni Elisabetta ricevette varie proposte di matrimonio ma le scartò tutte: nonostante l importanza di consolidare la stabilità della dinastia assicurandosi una discendenza diretta, la regina preferì sempre sottrarsi all unione matrimoniale, sia per motivi personali sia per mantenere l indipendenza politica dell Inghilterra: per questo venne definita la regina vergine . In questo modo però si aprì il grave problema della successione, che fu alla base di grandi manovre politiche ma anche di continue congiure che funestarono la vita politica inglese nel corso del Cinquecento. Una delle questioni più rilevanti era collegata, come si è detto, alla situazione della Scozia. Il paese si era incamminato sulla via del calvinismo in seguito alla predicazione di John Knox (1513-72), caratterizzata da un inflessibile atteggiamento dottrinale, simile a quello dei puritani inglesi. Su queste basi si organizzò la Chiesa presbiteriana di Scozia, che trovò il proprio modello di riferimento nell esempio politico-religioso ginevrino (> C16.6). Il suo forte orientamento nazionale contribuì alla costruzione dell identità del popolo scozzese e guadagnò ai presbiteriani l appoggio della nobiltà e della borghesia locali, impa- 498 77636R_0000E01_INTE_BAS@0498.pgs 15.09.2021 15:08

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna