Dai fatti alla Storia - volume 1

Economia e società nel Cinquecento | CAPITOLO 18 la maggioranza degli abitanti d Europa. Due processi economici, molto diversi e apparentemente contrari, operavano dunque nello stesso tempo: l uno di portata internazionale, particolarmente dinamico e innovativo, l altro più statico se non arretrato, legato a meccanismi che faticavano a integrarsi nel nuovo tessuto. Ne conseguiva un allargamento delle differenze sociali: proprio nel Cinquecento (e ancor più sarebbe avvenuto nel Seicento) si fece più macroscopica la divaricazione tra i ceti che seppero approfittare delle nuove opportunità e quelli che ne restarono estranei o addirittura le dovettero subire, con il conseguente accentuarsi non solo degli squilibri ma anche dei conflitti sociali. La piazza del mercato di Anversa, con i suoi palazzi cinque-seicenteschi, e dietro l imponente torre della cattedrale, eretta con il contributo delle Gilde dei mercanti della città. IL RUOLO DI ANVERSA Il fatto che la rotta atlantica divenisse uno dei circuiti commerciali più floridi decretò, se non il declino, sicuramente la perdita di centralità dell area mediterranea. I traffici transoceanici determinarono il sorgere di nuovi centri che per gran parte del Cinquecento diventarono protagonisti della vita economica, primo fra tutti la città fiamminga di Anversa. Intorno al suo spazio marittimo confluivano gli interessi commerciali dell area germanica, portoghese e inglese: il porto di Anversa divenne il baricentro mondiale di molti traffici e la città assunse il ruolo di capitale delle attività creditizie e finanziarie, dove si insediarono le maggiori agenzie bancarie di italiani e tedeschi. Soltanto dopo la guerra fra i Paesi Bassi e la Spagna, come vedremo nel prossimo capitolo, la città perse il suo primato a favore di Amsterdam che la soppiantò nel dominio commerciale. LA BORSA E LE FIERE DI CAMBIO Non fu un caso se nell area delle Fiandre sorsero le prime Borse . Il nome deriva probabilmente dal palazzo della famiglia Van der Burse, a Bruges, dove fin dal Trecento si tenevano sistematicamente incontri di affari tra gli operatori finanziari. La Borsa ebbe come centri principali Anversa e Amsterdam (cui si aggiunse successivamente Londra): qui si svolgevano contrattazioni di merci, per concordarne il prezzo fra gli operatori. A sostegno delle imprese commerciali si diffusero strumenti finanziari come i titoli di debito, attraverso i quali chi cercava un prestito si obbligava (da cui il termine obbligazione ) a restituire, dopo un certo periodo di tempo, il denaro ottenuto più un interesse concordato. Rinnovata fortuna ebbero anche le lettere di cambio, che si perfezionarono rispetto al Medioevo (> C1.4). Dalla seconda metà del Cinquecento un nuovo appuntamento per gli operatori finanziari furono le fiere di cambio, che si svolgevano quattro volte all anno; in queste occasioni i grandi mercanti-banchieri europei si scambiavano valute, fissando il tasso di cambio tra le varie monete, e nello stesso tempo si accordavano per pareggiare i crediti e i debiti che avevano fra loro. Questa attività vide eccellere i banchieri genovesi, che per decenni divennero i principali operatori in Europa. LA FINANZA E LE GRANDI FAMIGLIE DI BANCHIERI La natura stessa del nuovo commercio, fatto di viaggi internazionali e grandi quantità di merci trattate, richiedeva un impegno economico considerevole. Erano necessari notevoli investimenti e solo chi possedeva ingenti capitali, privati o pubblici che fossero, poteva affrontarne l impegno. 475 77636R_0000E01_INTE_BAS@0475.pgs 15.09.2021 13:54

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna